sabato 24 luglio 2010

Ricordo di Raffaello Castellacci

Tempo addietro è deceduto a Empoli, dove da poco tempo si era trasferito nella casa di suo figlio, per ricevere l'assistenza di cui aveva bisogno a causa delle sue gravi condizioni di salute, il fortemarmino doc Raffaello Castellacci. Nato nel 1925, frequentò le scuole professionali tecniche a Pisa. Nel dopoguerra e fino ai primi anni 70 collaborò a diversi quotidiani. Fu corrispondente locale de “il Tirreno” di Livorno e del “Giornale del Mattino” di Firenze. Per molti anni é stato un attento e bravissimo funzionario del Comune di Forte dei Marmi. In età matura rivelò di essere un sensibile poeta, sia in dialetto versiliese che in lingua italiana. Fu premiato a Fucecchio, a Empoli ed al concorso di poesia dedicato alla memoria del grande poeta versiliese Silvano Alessandrini, fu più volte finalista alla “Tavolozza di Carnevale di Viareggio”. Ero presente alla cerimonia quando nel mese ottobre del 1987 presentò a Pietrasanta , Centro culturale della Versilia, il suo libro di poesie “Gocce di Sabbia”, edito dalla Ibiskos Editrice di A. Risolo – Empoli. Erano presenti tanti noti personaggi della cultura versiliese, tutti suoi amici tra i quali anche l'allora presidente pro tempore della Accademia della Rocca Vittoriano Orlandi e il primo presidente fondatore di tale Accademia Alfredo Graziani. C'era anche l'amico Giorgio Giannelli direttore per moltissimi anni di Versilia Oggi. Insomma fu una gran bella cerimonia caratterizzata dall'originale intervento del Giannelli che diede una impronta molta gioiosa alla bella festa.

La poesia del Castellacci è bella. Tocca il cuore degli uomini ardenti che amano la vita. Sono struggenti i suoi ricordi della giovinezza vissuta sul “Mare di Versilia”, come si rileva dai seguenti suoi versi: Se tu mi accogli un attimo soltanto, / o mare di questa /mia terra di Versilia /
fermerò la tua immagine/ colorita di sublimi/sapori. /E la vela,/gonfia di maestrale,/ che conduce in silenzio/la barca bianca/ seminando cristalli/sarà la tua/veste fiorita,/mentre il granchio / timoroso,
trascinato/dalla spumosa risacca,/ insabbierà la paura/ chiudendosi alla luce/ del tramonto. / Poi, sul tuo ondulato,/ azzuro tessuto,/ galleggeranno gli echi/ dorati di amori/vissuti nel livido/ biancore/ di lune d'agosto.
Aveva fame di libertà e per per questa sua fame scrisse: “Accovacciato/ sui freddi lastroni,/irrigiditi/ come letti di morte; /mendico giustizia;/gridando la mia/insaziabile/ fame di libertà./ Chiedo un pane d'amore, / ma il lamento, inudito;/si tramuta, ora, /in un grido di rabbia!”
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Concludo coi versi della poesia “Gocce di sabbia”: Costruivo castelli, /fantastici spettri di gioia,/grondando gocce/ di sabbia /dalle mani congiunte. Ma nulla è rimasto.../gocce di lacrime/ cadono /nei palmi scolmati/d'adoloscenti ricordi!/.

Nel suo libro ci sono altre sue 29 poesie; a mio parere tutte bellissime.

Chi scrive conobbe Raffaello tanti anni fa a Vittoria Apuana nella casa di Biagi Mansueto, il babbo di mio cognato Giuliano, autore di un libretto incredibilmente bello, scritto a più di novant'anni di età, intitolato i “ I ricordi di un versiliese nato povero”. I due uomini erano molto amici, spesso andavano a pescare insieme fin sul fiume Magra.

1 commento:

McSac ha detto...

Grande sensibilità. Grande poeta!