martedì 20 luglio 2010

L'ANGELO BIONDO (Numero due)

“L'Angelo Biondo” è anche il titolo del mio primo racconto che fu pubblicato, ventotto anni fa, su Versilia Oggi del mese di novembre 1982.
Narravo le sofferenze patite dagli abitanti di Seravezza, dei paesi vicini e della moltitudine di gente che aveva trovato rifugio nel nostro territorio durante il periodo dello sfollamento ordinato dai tedeschi nella tragica estate del 1944.

Parlavo anche di una ragazza sfollata da la Spezia sui monti di Seravezza: si era opposta alla violenza dei suoi carnefici e fu martirizzata. Nel periodo precedente l'avevo vista nelle vie del centro urbano, dove la sua famiglia era sfollata prima di rifugiarsi a Giustagnana. Era una ragazza alta e bellissima, aveva i capelli biondi ed un viso tondo e sorridente. Non dissi che colore avevano i suoi occhi non avendola mai vista da vicino. Non conoscevo neppure il suo nome che me lo rivelò Timante Iacopi, un uomo buono e mite di Seravezza che conoscevo da tanti anni che aveva letto il mio racconto. Oltre al nome mi disse anche che la ragazza uccisa era una sua cugina che si chiamava Luciana.

Questa giovanissima la incontrai una mattina nei pressi di Ripa in compagnia di altre donne, ragazzi e ragazze: con delle borse in mano piene di fiaschi mentre camminavano in direzione della marina di Forte dei Marmi. Andavano a prendere l'acqua del mare che in quel periodo veniva utilizzata in sostituzione del sale che non si riusciva più a trovare. Io camminavo in direzione opposta per fare ritorno a Giustagnana, dove anche la mia famiglia aveva trovato rifugio. Ero contento per avere trovato diverse pannocchie di granturco in un campo dove era appena stato effettuato il raccolto.

Non la rividi più quella ragazza. A Giustagnana seppi che i tedeschi che l'avevano catturata tentarono di usarle violenza. Lei si oppose, ma alla fine era fu barbaramente uccisa. Non seppi mai dove i suoi carnefici l'avevano condotta e come si svolsero i fatti.

Nel 2009 ho messo sul mio blog questo racconto, Grazie ad internet, mi sono giunti da Long Island, New York, alcuni commenti. A scriverli erano persone che, nel mio scritto; avevano riconosciuto una loro parente mai conosciuta in quanto uccisa prima della loro nascita.Un commento mi giunse anche da un uomo residente in Italia che mi comunicò che la ragazza uccisa era sua zia che si chiamava Luciana Morelli. Mi disse anche che aveva gli occhi azzurri. Ho risposto a questi messaggi e grazie ad Alexandra Belanich ho ricostruito gli ultimi tragici momenti della vita dell' Angelo biondo.

Alexandra, figlia di Valeria, sorella di Lidia, moglie di Trento, quest'ultimo fratello più piccolo di Luciana, la ragazza uccisa da soldati tedeschi scellerati, in accoglimento della mia richiesta, mi ha fornito, via e mail, le notizie che mi stavano a cuore, così come gliele aveva riferite sua mamma Valeria.

E' così che ho saputo che Luciana, era nata il 18 aprile 1927. Prima di sfollare in Versilia aveva vissuto con la sua famiglia, a Migliarina (La Spezia). Sua mamma di nome Carolina; era rimasta vedova sui trent'anni con quattro piccoli figli Nino, Trento, Giorgio e Luciana. Il 18 settembre 1944, Lidia, la moglie di Trento con la suocera e la figlia Luciana, erano scese giù a Seravezza, dove erano state fermate dai tedeschi perché non avevano con sé il lasciapassare. Lidia con la fede al dito fu subito liberata insieme alla suocera, mentre la ragazza fu trattenuta con la promessa che l'avrebbero rilasciata l'indomani quando i suoi congiunti sarebbero andati a riprenderla con la carta di passaggio.

Debbo dire che di questa “carta di passaggio” mai ne sentii parlare e si che ero sempre in giro nelle campagne della Versilia in cerca di qualcosa da mangiare.

Nella notte i tedeschi ubriachi l'assalirono. Lei tentò di scappare, ma quei criminali la ripresero e l'uccisero. Il giorno dopo le due donne ritornate a Seravezza fecero l'orribile scoperta del corpo di Luciana senza vita. Dovevano ritornare al rifugio prima di sera. La cara Luciana venne seppellita in una piccola fossa scavata con le mani nude. Poi, per nasconderla, la coprirono con dei sassi. Ma chi parlò del tentativo di fuga di Luciana? Fu il comando tedesco a fornire questa versione dei fatti? Ho chiesto con una e mail ad Alexandra e lei, dopo aver consultato la sua mamma, mi ha risposto. Non furono i tedeschi: fu un'altra ragazza, catturata lo stesso giorno insieme a Luciana, a riferire com' era stata uccisa la loro cara congiunta. Questa giovane donna fu trovata vagante nei boschi quasi impazzita e completamente nuda.

Poiché non è stato accennato al luogo dove queste donne furono fermate, credo che questo fatto sia avvenuto quando passarono, di ritorno da Forte dei Marmi, davanti alla villa Henraux, allora chiamata villa Pilli, cognome dell'avvocato seravezzino che l'aveva acquistata qualche anno prima. In questa villa aveva sede un comando tedesco forse delle S.S.. Si sapeva che li erano stati uccisi degli uomini, e quindi proprio in questo fabbricato, penso proprio che sia stata rinchiusa la sfortunata fanciulla. Il bosco dove fu trovata stravolta e quasi impazzita la ragazza che era stata fermata insieme a Luciana, era ed è tuttora proprio davanti alla villa, dove inizia il sentiero che porta all'Uccelliera.

Alexandra lavora come assistente, insegnando ai docenti l'uso del computer e i diversi tipi di software. L'arte e la fotografia sono la sua vera passione. Mi ha inviato una splendida fotografia di Luciana, dicendomi che per lei e la sua famiglia la pubblicazione sarebbe un grande omaggio alla memoria della loro cara.

Nel rivedere davanti ai miei occhi l'immagine di questo “Angelo biondo indifeso” che vidi l'ultima volta nel settembre del 1944 poco prima che fosse catturato dai tedeschi, mi ha molto commosso.

Mi conforta sapere che l'anima di Luciana da tanti anni è lassù in Paradiso dove vive eternamente nella Casa del nostro Padre Celeste, accanto a Santa Maria Goretti, martire della purezza, ed alla schiera infinita di Angeli ed Arcangeli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buonasera Signor Sacchelli, mi chiamo Luciana Morelli. Porto il nome della zia Luciana, sorella di mio papà Giorgio, tragicamente scomparsa a soli diciassette anni. Le lascio il mio indirizzo mail: luciana9166@yahoo.it.
Le sarei infinitamente grata se potesse mettersi in contatto con me. La saluto e la ringrazio per l'attenzione e per tutto quello che ha già fatto.