sabato 17 luglio 2010

La Versilia rimasta nel mio cuore

Il pomeriggio del 1° aprile del 2001, a Pietrasanta, nel salone Annunziata del Centro Culturale Luigi Russo, ubicato nel Chiostro di S. Agostino, venne consegnato, gratuitamente, agli iscritti alla Sezione “Versilia Storica” dell’Istituto Storico Lucchese ed alle persone intenzionate a far parte della suddetta associazione, l’undicesimo numero del periodico “Studi Versiliesi”, un libro importante per i suoi contenuti, stampato dopo alcuni anni di silenzio, grazie alle energie intellettuali profuse da appassionati studiosi, impegnati, direi da sempre, nella ricerca storica della nostra terra di Versilia.
La manifestazione pietrasantina mi dette l’opportunità di salutare il dottor. Luigi Santini, direttore della Sezione “Versilia Storica”, che non rivedevo dal 1997, ed altri uomini di cultura che avevano tenuto brillanti conferenze presso il palazzo della Misericordia di Seravezza, negli anni in cui il Santini era l’appassionato governatore.
Ricordo sempre il professor Marchetti quando parlava nel salone della Misericordia di Seravezza dei monti versiliesi, con rocce uniche non solo in Italia, ma in tutto il mondo, delle acque purissime e della varietà della nostra preziosa flora. Nella mia mente sono rimaste impresse anche le conferenze tenute dalla signora Sandra Burroni, fantasiosa oratrice che riusciva sempre a trasformarle in autentici spettacoli in dialetto versiliese, per la sua capacità interpretativa di “bizzarre” parole in vernacolo, che strappavano continui applausi a scena aperta.
Sì, le ricordo tutte le conferenze a cui ho assistito perché quanto udivo mi faceva pensare sia alle bellezze della Versilia antica, ricca di boschi, castagni, olivi e di tante altre varietà di piante, con marmi bianchi e policromi, sia ai suoi abitanti che occupavano grotte e capanne ed erano dediti alla caccia, alla pesca ed alla pastorizia, prima di dedicarsi anche all’agricoltura, su terreni strappati alla boscaglia, mediante tecniche primordiali arrivate fino ai nostri giorni.
La Versilia di quei millenni doveva avere un paesaggio eccezionale con i suoi ghiacciai e le aquile che volteggiavano sui picchi più alti.
La sua bellezza, modificata nel corso dei millenni trascorsi, é ancora visibile, nonostante le devastazioni subite, sia dalle ricorrenti alluvioni avvenute nel tempo, sia dalla mano degli uomini costretti, per vivere, a scavare il marmo dai nostri monti stupendi; un lavoro duro e pericoloso, nel corso del quale sono morti tanti operai. Sudore e sangue, ecco, in sintesi, la vita dei nostri avi.
Devo dire che penso spesso alle conferenze a cui ho partecipato a Seravezza, in quanto sono state occasioni importanti che hanno arricchito le mie conoscenze. Ma com’è possibile che cose molto interessanti, siano potute finire così miseramente? Questa è una domanda a cui non sono riuscito a trovare ancora una risposta.
A Pietrasanta parlarono, dopo il saluto porto ai convenuti dal dottor Santini, che, nella circostanza, illustrò gli scopi istituzionale della nostra Sezione “ Versilia storica”. Poi prese la parola la dottoressa Bianca Maria Cecchini, la quale si soffermò sulla storia, il paesaggio, l’architettura della Versilia e sui fondi da reperire, perché la Sezione “Versilia Storica” possa continuare a svolgere la sua attività editoriale.
L’importanza dell’associazione versiliese fu sottolineata anche dal sindaco pro tempore di Stazzema, architetto Lorenzoni, che, nella circostanza, ricordò ai presenti la perdita di tutto l’archivio storico del suo Comune conservato in un edificio del Cardoso, portato via dalla furia delle acque durante l’ alluvione del 1996, ad eccezione di 6 libri del ‘500 che erano conservati presso la sede del Comune, ubicata al Ponte Stazzemese.
Gli storici, presenti alla manifestazione, professori Mario Lenci e Franco Angiolini, posero la loro attenzione sui saggi pubblicati su "Studi Versiliesi”, a cura di Fabrizio Federigi, di Carlo Vivaldi Forti e di Enrico Baldini, nonché le ricerche e le comunicazioni di Sara Sportelli e Lorenzo Marcuccetti, tutti appassionati lavori che esaltano sia la Versilia che la vita dei suoi uomini.
Dalle loro parole emerse che la rivista versiliese riprese il suo cammino per mantenere viva la nostra identità e per impedire che il patrimonio storico della Versilia potesse essere distrutto. É stato posto anche l’accento sulla disciplina della conoscenza del passato, che è possibile acquisire mediante il contributo fondamentale derivante dalla riappropriazione della memoria, riferibile alla vita umana di ogni era.
Il dr. Andrea Tenerini, vice direttore della Sezione, concluse la manifestazione invitando i versiliesi a collaborare alla stesura del prossimo libro “Studi Versiliesi”, sia con propri elaborati che con quelli eventualmente ancora custoditi nei cassetti dei propri avi.
Il 1° aprile di questo nuovo secolo trascorsi un pomeriggio davvero bello e particolare; con gioia mi “ritrovai” ad ascoltare pagine bellissime della storia della nostra Versilia.

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