giovedì 6 dicembre 2012

Estrazione a sorte dei deputati e senatori


Sul numero  di ottobre 2004, di  Versilia Oggi, ultimo anno in cui il periodico fu diretto dal  suo fondatore, il giornalista e scrittore  Giorgio Giannelli, fu pubblicato il mio articolo intitolato  “Visita al politologo  della Versilia. Elezioni  per estrazione a sorte”. Lo avevo scritto  dopo aver letto alcuni suoi interventi e avergli fatto una visita  nel suo “eremo” alla Colombaia dove viveva.
Esaminammo le varie problematiche  della nostra terra e Giorgio mi parlò  anche di una sua particolare idea:   per avere un vera democrazia  è necessario estrarre a sorte deputati e senatori.   Era convinto della validità del suo pensiero espresso dopo che  per  trent’ anni aveva lavorato  come giornalista parlamentare  e, proprio per questo , poteva ben dire  di conoscere il lavoro dei nostri rappresentati sia in Senato che alla Camera dei deputati.  Secondo Giannelli  anche  la titolare dell’esercizio di alimentari, frutta e  verdura, vicino alla sua casa che lui chiamava “Raisa”,   avrebbe  potuto essere una brava parlamentare conoscendo i costi dei beni primari necessari alla vita dell’uomo e sapendo far bene i conti della spesa sostenuta  giornalmente   dalla sua clientela. Giorgio si diceva convinto   che in Italia di democrazia “non c’è  alcun odore.“ E con l’estrazio0ne a sorte  dei deputati e senatori  si poteva arrivare  ad uno stato veramente democratico “ Basta coi partiti, basta alla loro  incredibile proliferazione,   come era avvenuto nel passato  quando  in occasioni di importanti elezioni elettorali , furono presentati oltre quaranta simboli.

Capii da quanto mi  aveva detto Giorgio che tante cose brutte,  troppe direi, nella nostra politica  non andavano bene, e che era necessario provare ad invertire  la rotta  coinvolgendo persone animate dalla passione, dallo spirito di sacrificio e da apostolato. Giorgio Giannelli,  oltre che giornalista e scrittore dimostrò, coi suoi giudizi,  di essere anche un politologo all’altezza  della situazione. Quando furono eletti consiglieri comunali di Seravezza sia lui che Manlio Cancogni, questi   presidente dell’Unione Versiliese,  rinunciarono a percepire il gettone di presenza destinato agli eletti al Consiglio comunale.
Ho definito Giorgio un “politologo all’altezza della situazione” perché a distanza  di otto anni trascorsi da quel nostro incontro, la proposta  di estrarre a sorte  i parlamentari è stata oggetto di  uno studio da parte di  cinque docenti dell’Università di Catania,  due economisti (Maurizio Caserta e Salvatore Spagano), due fisici (Andrea Rapisarda e Alessandro Pluchino) e un sociologo (Cesare Garofalo), Questo studio propone un’alternativa al sistema parlamentare: sorteggiare una quota di rappresentanti tra i cittadini stessi. Non una democrazia a caso quindi.  Bensì un sistema che prevede il controllo all’interno e la rappresentanza di tutte le sensibilità dell’elettorato“.  Questa proposta è presentata in un  libro fresco di stampa, come  ho letto  in un articolo pubblicato alcuni giorni fa sul Fatto Quotidiano.
La teoria dei suddetti studiosi, appare semplice: ”Affidare  l’istituzione parlamentare del nostro Paese a chi non sta dentro la grande macchina della politica e creare una democrazia contaminata da una estrazione a sorte dei suoi protagonisti”.. ecco cosa si legge ancora nell’articolo in questione.
Se si dovesse arrivare all’estrazione a sorte non ci sarebbe più la necessità di finanziare i nostri partiti,  ai quali gli italiani  potranno sempre associarsi   liberamente per concorrere al miglioramento delle condizioni di vita della collettività nazionale.