martedì 27 luglio 2010

Ricordo del seravezzino Tampì.

Ricordo del seravezzino Tampì.

La bella storia raccontata da Leda Quintavalle Falasca inititolata “Tampì: l'uomo e Il gattino”, pubblicata tempo addietro su Versilia Oggi mi fece ritornare alla mente l’unica volta che parlai con “Tampì” caratteristico uomo di Seravezza. Ciò avvenne in occasione di una licenza che trascorsi a Seravezza nei primi Anni 50.
Durante una tarda serata autunnale con le vie bagnate dall’umidità e con una cappa di nebbia che si abbassava sui tetti delle case, incontrai a Seravezza l’ amico Rolando Verona, che fu mio vicino di casa quando la mia famiglia abitava all’Uccelliera. Ricordo che mi invitò a seguirlo giù nel fiume nei pressi del ponte della Passerella nelle vicinanze della caserma dei carabinieri, perché doveva parlare con Tampì che stava pescando a mazzacchera.
Lo accompagnai. Scendemmo nell’alveo dove vedemmo subito un uomo seduto sulla riva piena di sassi e con la lenza in mano intento a pescare le anguille, accanto a sé teneva un ombrello. Era Tampì, un uomo anziano e canuto. Ci accolse con un sorriso e con molta festosità. Non ricordo le parole che si scambiarono Tampi e il mio amico Rolando.  Rimase impresso nella mia mente soltanto cosa Tampì disse a me. Mi parlò, incredibile a dirsi, dell’amore fra un uomo e una donna. Con mia grande sorpresa, ebbe parole incoraggianti nei miei riguardi facendo riferimento al tipo di ragazza che avrei dovuto conoscere e con la quale poi convolare a giuste nozze. In quel tempo non ero neppure fidanzato. In sostanza, vista la mia figura fisica, sicuramente offuscata dall’oscurità della sera che certamente ingannò il suo giudizio nei miei confronti, mi disse che potevo aspirare ad un matrimonio con una ragazza ricca e bella.
Non avrei mai pensato che mi dicesse queste cose tra il gorgoglio delle acque che scorrevano lungo il letto del fiume, considerato che conoscevo questo uomo soltanto di vista e che era la prima volta che parlavo con lui, del quale neppure conoscevo il suo nome e cognome. Di cercare poi una ragazza ricca con la quale convolare a nozze non mi era mai passato per la mente. Nel segreto del mio cuore, il pensiero che avevo in quegli anni della mia giovinezza, era quello di conoscere una ragazza ardente, bella, brava e onesta cose davvero non poche e di alto valore. Un ragazzo sopravvisuto ai patimenti dell'ultima era una fortuna se avesse trovato una ragazza, come innanzi descritta. Per la somma di queste qualità doveva essere una ragazza eccezionale. Ecco il mio tipo di donna che ho poi ho trovato e sposato a Seravezza nel febbraio del 1959, più di 50 anni fa. Durante una conferenza che si svolse nel salone della Misericordia di Seravezza negli anni 90, l’indimenticato Mauro Barghetti, ricordò con piacere alcuni aneddoti riguardanti la divertente persona che fu il seravezzino Tampì che da giovane andò a lavorare in Francia. Dopo quell’incontro che ebbi con Tampi sul fiume non lo rividi più.

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