A 86 anni quasi compiuti
ricordo ancora i due finanzieri di bello aspetto, che vidi, per la prima volta nei primi anni 40,
quando da Pietrasanta, dove aveva la sede la loro brigata, giunsero in
bicicletta a Seravezza dove si fermarono davanti al molino che in quell’epoca
esisteva vicino alla mia casa ubicata nel rione Ponticello per parlare con il
proprietario e gestore dell’opificio che era l’anziano signor Bonci. Entrambi
indossavano la bella divisa in grigio verde ed erano armati entrambi della
pistola Glisenti che portavano attaccata alla bandoliera. Io stavo saltando con altri ragazzi sul mucchio di rena messa,
all'interno dell'area del molino che gli operai della vicina segheria del
Salvatori utilizzavano a cariolate per segare i blocchi di marmo. Sul quel
mucchio di rena era solito giocarci anche Giuseppe Salvatori, detto Beppino che
con il nome d’arte Renato girò nel dopoguerra il famoso film intitolato “Poveri
ma belli” e ,successivamente, altri bei film diretti da importanti registi.
I due militari si muovevano con dignitosa compostezza. Uno di essi mi sembrò essere più grande di età rispetto all’altro che verosimilmente doveva essere il capopattuglia. Dopo essere entrati nel molino i due militari della Guardia di finanza non li ho più rivisti. Quindi ritorno a parlare del mio amico Beppino che possedeva una teleferica in miniatura che piazzava sulla cima del mucchio di rena facendo andare in su e giù i due mini carrelli. Con lui ci giocava anche il suo coetaneo Agostino Pucci che abitava in una delle case costruite sulle prime rampe del monte Canala, sulla cui cima i soldati tedeschi trinceratisi nel loro formidabile caposaldo difensivo chiamato il Castellaccio, per sette mesi, dall’estate del 1944 e fino all’aprile del 1945 fermarono l’avanzata delle truppe della divisione americana chiamata Buffalo. La prima volta che sentii parlare dei finanzieri, senza riuscire a vederli fu quel giorno dell’ anno 1940 in cui mio padre mi portò con se alla vendemmia dell’uva nella vigna che il suo babbo coltivava a mezzadria nella zona più alta del Monte di Ripa. Preciso che fu l’unica volta che mi ci portò. Fu lui che mi aiutò a superare i più tratti difficili dei sentieri che conducevano sulla cima del monte, tirandomi su con le sue fortissime braccia. Eravamo vicini alla vetta del monte quando udimmo lo scalpitio ferrato dei muli dei finanzieri che percorrevano la mulattiera per arrivare forse a Cerreta S. Nicola, come mi disse il mio babbo. A causa della folta vegetazione non riusci neppure a vedere le ombre dei muli nè neppure quelle dei finanzieri che li conducevano
La seconda volta che udii ancora parlare di un finanziere avvenne nel mese di luglio 1941, quando nel mio rione si diffuse la notizia, data da uno strillone che durante le domeniche vendeva i giornali lungo le strade del paese. Quanto lui urlava riguardava l'eroica morte che affrontò l'appuntato dell' allora Regia Guardia di Finanza Francesco Meattini, nato a Cortona (Arezzo) il 18 luglio 1901 che era in forza al distaccamento di Berane, località del Montenegro. Il distaccamento fu attaccato e incendiato da preponderanti bande di ribelli. Durante la cruenta battaglia il Meattini, che era il capo squadra fucilieri, nonostante fosse stato più volte ferito, rifiutò ogni aiuto continuando a spronare i suoi commilitoni a combattere. Finite le cartucce e con i suoi colleghi quasi tutti morti, si fermò un attimo per baciare la fotografia dei suoi cari, dopodiché con calma e freddezza si mise in tasca alcune bombe a mano e tolta la sicura saltò sui ribelli seminando distruzioni e morte. Per questo suo eroico sacrificio, che commosse non solo tutte le persone di Seravezza che si erano affacciate alle loro finestre bensì tutti i cittadini italiani, l‘appuntato Francesco Meattini fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.per il suo fulgido esempio di sublime sacrificio (Berane, Montenegro, 17 -18 luglio 1941-XIX )
Ricordo ancora che durante la seconda guerra mondiale entrò una
mattina nella mia aula dell’Avviamento
Professionale al Lavoro di Seravezza che allora frequentavo, il babbo di un mio compagno di classe che di cognome mi pare che
si chiamasse Giannaccini. Indossava la
divisa di finanziere, con attaccati sulle maniche della sua giacca i gradi di
brigadiere. Il padre aveva ottenuto una breve licenza da fruire a Basati (328 m),
ma prima di raggiungere il suo paese si era voluto fermare a Seravezza per
salutare il proprio figlio. Tutti giorni, anche col cattivo tempo, suo figlio
scendeva a Seravezza e ritornava a casa al termine delle lezioni percorrendo
una lunga mulattiera.. Ancora non
esisteva una strada asfaltata e, quindi, per lui ebbi subito una grande
ammirazione, per la fatica che affrontava, per frequentare, ogni giorno a Seravezza, la nostra scuola
dell’Avviamento al lavoro.. Devo dire che
durante l’anno precedente questo ragazzo aveva frequentato, insieme ad un altro ragazzo basatino, di nome Sergio, la quinta classe. Sapevo che ai ragazzi di Basati, ricca di
castagneti non mancava ad essi la farina
di castagne con la quale potevano
nutrirsi coi saporosi ciacci ( necci fatti
con farina dolce di castagne disciolta in acqua con poco sale e cotta
fra due testi riscaldati a fiamma viva) mentre per tanti bimbi di Seravezza, sfortunatamente per
tutta la durata della guerra, mangiare i ciacci, rimase un sogno irrealizzabile.
Il giorno 1.11.1948 epoca in cui lavoravo come apprendista formista fonditore presso la famosa ditta Cerpelli Pompe con sede a Querceta, presentai domanda di arruolamento nel Corpo della Guardia di finanza che consegnai “brevi manu” al piantone della caserma del comando del Circolo della Guardia di Finanza di Lucca, distante da Seravezza di circa una trentina di km. che raggiunsi in bicicletta.
Dopo aver superato gli esami
fisici e culturali, nella notte successiva al 15.7.1949, tutti noi giovani
dichiarati idonei, si parti in treno per raggiungere Roma, accompagnati da un
maresciallo, per frequentare, dopo avere superato altri esami, il corso allievi finanzieri della durata di sei mesi.
Ricordo ancora le belle pagine fulgide di storia scritta col sangue dai
finanzieri, a partire dal 1774, e le altre tante lezioni che ci furono impartite in
materia tributaria e penale e quant’altro che occorreva sapere per disimpegnare
al meglio i servizi che dovevamo espletare per
la difesa delle leggi del nostro Stato dopo essere stati nominati finanzieri.
Desidero rivolgere un commosso
ringraziamento ai seguenti ufficiali per gli alti insegnamenti che seppero
darci.
- Colonnello Luigi Fantapiè
,comandante della scuola allievi finanzieri;
- Maggiore Fulgenzio ,
comandante del battaglione allievi finanzieri;
- Capitano Luigi Signoriello, comandante della 1^ compagnia
allievi finanzieri,
- Tenente Nello Febbraro, comandante del mio plotone.