lunedì 5 luglio 2010

Il periodico che parla al cuore di tutti coloro che amano la Versilia.

All’inizio del 1982, ventotto anni fa, iniziai a scrivere su Versilia Oggi. Incominciai con un racconto vero. Parlai di quando in tempo di guerra noi ragazzi di Seravezza si andava in giro per le selve dei nostri monti, per cercare castagne. Si sapeva che si dovevano rubare e questo era un fatto contrario alla nostra coscienza, ben ricordando uno dei dieci comandanti “non rubare”. Era un furto e quindi condannabile penalmente. Allora ero a digiuno del diritto penale in generale, quindi non sapevo nulla sullo “stato di necessità”, motivo per cui per un furto del genere viste le condizioni in cui si viveva allora, verosimilmente non ci avrebbero inflitto alcuna condanna. Fu la fame che si sentiva forte, forte, a non farci pensare più di tanto. Quel fatto che vissi insieme al mio compagno Piero fu davvero drammatico, non solo perché sotto lo “scepalone” trovai il mio sacchetto che vi avevo nascosto quasi svuotato ed anche perché mentre avevano deciso di ritornare a casa, saltò fuori il proprietario della selva, con un pennato in mano, che ci fece una forte romanzina che terminò col riprendersi le castagne. Ricordo che questo uomo minacciò di chiamare i carabinieri, comunque non alzò le mani e ci restituì i sacchettini. Lo ricordo come un uomo che comprese la fame di noi ragazzi, tutto sommato si comportò con molta umanità. Non alzò le mani, non fece come il proprietario di una bosco di Seravezza, che picchiò un mio amico vicino di casa, che aveva tagliato due stecchi e piccoli arbusti, della sua proprietà, per riscaldarsi al fuoco del suo camino, fino a quasi fargli perdere i sensi, mentre i suoi figli che assistevano a quella scena violenta continuavano a incitare il genitore. “Dai babbo, picchialo ancora. Dai!Dai!.”
Mentre si ritornava a casa a mani vuote, continuavo ad avere un grande confusione in testa perché non riuscivo a comprendere chi avesse svuotato il mio sacchettino.Neppure mi sfiorò il pensiero che fosse stato il mio amico a svuotarlo. Voglio dire che noi ragazzi mai si ritornò a casa con le castagne. Sconsolati ritornavamo sempre col sacchetto vuoto.
Poi ho continuato a scrivere tanti altri racconti sulle tragiche vicende vissute durante lo sfollamento.
Trovai questo giornalino molto interessante, il particolare che più mi colpì, oltre alla bravura del direttore Giorgio Giannelli, fu nel rilevare che autori di molti articoli erano i propri lettori abbonati, molti dei quali testimoni oculari dell’ultima guerra, quindi essi narravano episodi che avevano dolorosamente e personalmente vissuto. Ecco da dove un registra cinematografico avrebbe dovuto attingere, sia per girare una pellicola sulla strage di Sant’Anna e, volendo, anche sui tanti terribili episodi verificatisi in Versilia nell’estate del 1944.
Dagli articoli pubblicati su Versilia Oggi, molti di alto spessore, scritti da gente colta e preparata, è sempre emerso un amore immenso per la nostra nobile terra di Versilia, in primis perché si capiva che questi novelli narratori dicevano la verità. Non ho mai dimenticato le cose belle scritte su Versilia Oggi da Alessandra Burroni. Indimenticato il suo pezzo scritto su un poeta di Basati, se non sbaglio, che scrisse brani poetici tanto belli da sembrare canti di un usignolo, purtroppo scomparso prematuramente. Proprio dalla letture dei suoi pezzi stupendi ebbi l’imput, per scrivere anch’io su Versilia Oggi che da più di quarant’anni continua ad uscire regolarmente. All’inizio del 2005 c’è stato il cambio della proprietà e anche della direzione, confesso di avere molto sofferto nell’apprendere che Giorgio Giannelli non sarebbe stato più il mio direttore. Glielo dissi quando lo andai a trovare alla Colombaia che senza lui alla direzione del periodico anch’io avrei cessato la mia collaborazione. A questo punto insistette tanto perché non abbandonassi il periodico. Certamente la linea, a mio parere, è molto cambiata. Una cosa comunque è rimasta immutata. Anche i nuovi condirettori dimostrano con i loro articoli di amare profondamente la Versilia ricca di storia e di tante bellezze. Devo ai pensieri da essi altamente espressi se continuerò a collaborare a Versilia Oggi, almeno fino a che loro me lo consentiranno, perché è questo il periodico che continua ha mantenere nel mio cuore vivo il ricordo delle mie radici.

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