domenica 29 gennaio 2017

Auguri a Versilia Oggi

Sono sempre stato molto attaccato a Versilia Oggi, che quest'anno festeggia 50 anni. Iniziai a scrivervi nel 1982, perché mi ricordava le radici della mia terra nativa. Un sentimento che sentivo forte, anche perché per decenni avevo vissuto lontano da essa, in giro per l'Italia, avendo
prestato servizio per molti anni,  nel mitico Corpo qual è la Guardia finanza.

Ho sempre sostenuto il lavoro del direttore Giorgio Giannelli, nelle sue numerose battaglie, sperando che il nostro giornale potesse diventare sempre più letto e importante (sognavo anche una sede con una grande scritta luminosa sul tetto, come i grandi quotidiani nazionali). Se l'Aquilone (così Giannelli amava chiamare il suo giornale) viene ancora oggi ricordato e apprezzato lo si deve sicuramente alle capacità del suo fondatore, e alla bravura e all'impegno dei tanti collaboratori che nel corso degli anni hanno scritto pagine davvero molto importanti. Sarebbe bello, anche se difficile, poterli ricordare tutti, uno ad uno.

Fu grande la gioia che provai quando vidi scorrere, nei nostri fiumi, l'acqua non più col colore  del latte,cui si arrivò dopo una lunga battaglia intrapresa anche da Versilia Oggi per far cessare lo scarico dei residui della segatura dei blocchi di marmo nel fiume, forte fu anche la difesa dell'ospedale per evitare di trasferirlo altrove con gravi disagi per la popolazione del posto. Tutto fu vano nonostante un plebiscito popolare di cui le autorita regionali non ne tennero conto. Versilia Oggi svolse anche
una forte propaganda a favore della costituzione del Comune Unico pensato da uomini illustri che avevano fondato  l-Unione Versiliese.
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In un articolo del 1985 denunciai il pessimo stato in cui era tenuto il cimitero di Seravezza, in modo particolare ero rimasto colpito dal fatto che non vi fosse un bagno pubblico in funzione. Qualche anno dopo raccontai la disavventura di una ragazza,residente a La Spezia in visita coi suoi familiari  al nostro camposanto alla disperata ricerca di un bagno, che ancora non c'era. La poveretta fu costretta a fare i suoi bisogni nel vicino bosco. Ricordo anche che parlai dei grandi sacchi neri per l'immondizia all'interno dei quali vidi racchiuse le ossa dei defunti, dissepolti dalle loro tombe. Quei poveri resti erano lasciati in una stanzetta adibita alle eventuali autopsie, aperta, senza alcun rispetto, alla mercè di tutti. Nel mio piccolo, credo di aver aiutato anch'io l'Aquilone a volare, cercando di scrivere cose che scaturivano dal mio cuore, a difesa degli interessi della nostra terra. Viva La Versilia! Di ieri, di oggi e di domani. 

Renato Sacchelli