domenica 20 giugno 2010

Gesù rendimi meritevole del premio della vita eterna

“ Chi rotolerà il masso dell’ingresso del sepolcro?”. Così dicevano fra di loro Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salomé , quando per imbalsamare il corpo di Gesù, si recarono, di buon mattino, nel luogo dove era stato sepolto.

Grande fu la sorpresa delle donne allorché constatarono che il masso, che chiudeva l’ingresso del sepolcro, era stato già rotolato via e che all’interno non c’era più il corpo di Gesù, ma un giovane, con indosso un abito bianco, che stava seduto sulla destra.

Questi, alle donne visibilmente impaurite, disse: ”Non abbiate paura. Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso? E’ risorto, non è più dove l’avevano deposto. Ora andate e dite ai suoi discepoli e a Pietro che Egli li precede in Galilea; là lo vedranno di nuovo come ha già detto a essi.”.

Le donne uscite dal sepolcro in preda allo spavento, fuggirono senza dire niente a nessuno.
oooo

Gesù è risorto. Questo miracolo della “Fede”, avvenuto oltre duemila anni fa, ha conservato tutti i suoi valori.
La vita, la morte e la risurrezione del Salvatore, debbono richiamare alla mente di tutti gli uomini di buona volontà, quanto sia di fondamentale importanza osservare gli insegnamenti di Gesù perché nel mondo del nostro tempo, dilaniato da guerre fratricide, dalla droga che uccide, dalla criminalità, dalle violenze di ogni genere anche nei confronti di minori, dalla dilagante prostituzione, dalla miseria, dalla disoccupazione e dai problemi connessi a larghe masse di emigrati onesti, che cercano, al di fuori delle loro povere ed affamate nazioni, migliori condizioni di vita, prevalga l’amore, la concordia, una più equa distribuzione della ricchezza, lo spirito della solidarietà e quello della carità.
Queste sono le cose importanti a cui ogni uomo deve mirare durante la sua breve vita terrena, perché tutti uniti, si possa costruire un mondo migliore, senza distinzioni di razze e di censo, secondo il disegno di Colui che ci ha creato.

Oh! Signore, fammi ritrovare la “Fede” che ho sentito venire meno durante il lungo tempo trascorso al capezzale di mio padre, afflitto da una grave malattia che lo ha condotto alla morte fra atroci sofferenze; perdona i miei peccati e fammi essere sempre buono, perché quando anche il mio cuore cesserà di battere, possa vedere la luce del Tuo Cielo.

Oh! Signore, ascoltami; rendimi meritevole del premio della vita eterna.

Renato Sacchelli

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