lunedì 22 luglio 2013

CHE BELLA SORPRESA RIVEDERE SOLIDEA PAOLI A SERAVEZZA , DOPO 68 ANNI DALL' ULTIMA VOLTA CHE LA VIDI A PIETRASANTA

ll 25 aprile 2013,  nel salone Granducale di Seravezza è stata festeggiata la ricorrenza del 68° anniversario della liberazione dal nazifascismo  e, nel contempo;  é avvenuta la presentazione del libro  " La guerra di Claudio" voluto dalla Guardia di finanza  per onorare la memoria del finanziere scelto Claudio Sacchelli, morto di stenti e per le atroci sofferenze patite nel campo di sterminio nazista di Mauthausen il 5 aprile 1945.    
In particolare, puntualizzo, per i lettori che non conoscessero bene i fatti che  portarono alla cattura da parte dei nazisti ed all'imprigionamento di Claudio Sacchelli nel famigerato lager già innanzi citato,  che avvenne dopo  l'armistizio dell' 8 settembre 1943, quando lui era in forza alla brigata di frontiera  di Villa di Tirano -  distaccamento di Lughina -, dove aiutò ad espatriare in Svizzera trecento  cittadini di origine ebraica, ristretti  nella zona dell'Aprica che se non fossero espatriati sarebbero stati sterminati  nelle camere a gas o nei forni crematori impiantati dai nazisti nei loro famigerati lager.
Anche durante il 1944 favori l' espatrio di tanti altri  perseguitati di origine ebraica,  inoltre collaborò con la formazione partigiana operante  nell'alta Valtellina denominata Fiamme Verdi.
Per il suo eroismo il finanziere scelto Claudio Sacchelli il 24 aprile 2012 è stato decorato dal Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano della medaglia d'oro al merito civile alla memoria.
Nell'articolo che ho scritto su queste due commoventi cerimonie devo dire che  non ho parlato della sorpresa che ho avuto  quando sullo schermo della sala Granducale è stato proiettato il video riguardante la lotta partigiana combattuta dalle donne versiliesi.durante la resistenza, nel quale è apparsa l'immagine della signora Solidea Paoli , sorella di Amos, medaglia d'oro  al valor militare, trucidato dai tedeschi a Compignano del comune di Massarosa, nella tragica estate del 1944, per essersi rifiutato di fare i nomi dei partigiani seravezzini  e della zone viciniore, operanti sui nostri monti.  Confesso di avere avuto molta difficoltà a riconoscere la Solidea,  presente anche lei a  queste due cerimonie;  infatti l' ho vista seduta in una fila un pò più avanti della mia. Negli anni della mia infanzia ed adoloscenza, non ho mai parlato con la bimba Solidea che spesso transitava nelle vie  del Ponticello, le cui case erano vicine  a quella occupata dalla sua  famiglia a Riomagno, aldilà del fiume, sotto il monte Canala. Tutti gli edifici  a partire appunto da Riomagno, fino alla Fucina compresi i  paesi di Corvaia e  di Ripa fattti saltare in aria dagli operai della Todt  che utilizzarono proiettili di artiglieria  attaccati con  fili ad un detonatore.
La prima volta che scambiai con lei alcune parole fu quando, a guerra finita,  insieme ai miei compagni  Enrico Cioletti, e coi fratelli Mariani, nati nella Corvaia che non esisteva più, si andò a bere qualcosa di fresco nel  bar gestito dalla famiglia Paoli a Pietrasanta in via di Mezzo. Non ricordo se con noi ci fosse anche Vincenzo Cinquini. Si era nel tempo in cui mio padre fu riassunto dall'ingegnere Attilio Cerpelli per recuperare quei materiali che potevano essere ancora utilizzati nonostante siano  stati  per tanto tempo  sotto le macerie della sua officina, situata alla Centrale,  saltata in aria insieme al deposito dei mezzi della tranvia dell'alta Versilia, sempre ad opera degli operai della Todt che fortificarono l'estremo limite della Linea Gotica. 
Fu per questo motivo che la mia famiglia abbandonò il rifugio di  Capezzano Pianore, per andare ad abitare a Pietrasanta dove si adattò  a vivere, col consenso del proprietario, che era l'ingegner Cerpelli, nel  suo locale adibito a deposito sito in via dei Piastroni, vicino alla cantina vinicola della famiglia Palla. Ricordo quanto tribolò  la mia cara mamma quando metteva il paiolo  su un fornello traballante, sopra il fuoco acceso con della legna secca,  per prepararci qualcosa da mangiare.ed era costretta quando pioveva a dirotto, ad aprire l'ombrello per  ripararsi dalla pioggia che entrava dal tetto scoperchiato dalle cannonate tedesche. . .
Mi pare che fu Enrico che  propose di entrare nel  bar dei Paoli, quel giorno che  ci incontrammo nelle vicinanze del Duomo di Pietrasanta.
Quando entrammo nel locale la Solidea, ci accolse col suo bellissimo sorriso. Vidi che era molto bella.  Qualcuno dei miei compagni scambiò con lei alcune parole. Io, timidò da mori com' ero,  la guardai  in silenzio.  Bevvi una spuma o una gazzosa e da  quel lontano giorno non l'ho più rivista, ecco perchè non sono riuscito a riconoscerla il 25 aprile scorso.
Alcune parole le voglio dire sul nonno Raffaello, padre di Gino,  il babbo di Amos , della Solidea e di altri due figli maschi. Entrambi furono noti antifascisti. Su  Versilia Oggi di tanti anni fa, il seravezzino William Speroni con il quale ebbi sempre cordiali rapporti fin dai tempi in  la cui famiglia abitò al Ponticello di Seravezza prima di trasferirsi nella nuova casa che fece costruire nelle vicinanze dell'allora cinema dei Costanti,  ha raccontato che in una notte  del settembre 1924 la loro casa fu  attaccata  da 250 squadristi di Massa e di Carrara, I Paoli,  risposero al fuoco sparando sugli attaccanti molti   pallettoni, Non  si vollero arrendere. Dopo  qualche ora in piena notte i fascisti ripresero l'attacco scatenando una vera guerra, in cui i Paoli furono costretti a darsi alla fuga  sul monte sopra il Pelliccino ed il Colle, dove si nascosero per diversi giorni.
Concludo questo mio scritto col dire che al termine dei festeggiamenti svoltisi nella sala Granducale di Seravezza ho voluto salutare la Solidea.  Avvvicinatomi al posto dove  si era seduta, mi sono presentato, dopodichè le ho ricordato gli anni dell'infanzia e della nostra adoloscenza vissuta quando eravamo vicini di casa, Ho pensato che anche lei abbia avuto molte difficolta a riconoscermi  per il carico dei tanti anni che abbiamo entrambi sulle  spalle. Forse siamo della stessa età. Mi ha fatto molto piacere constatare  che ella era ancora una donna energica e con una mente molto lucida.ed attenta.  Voglio pensare  che ciò sia dipeso dal fatto che nonostante l'età e le atroci sofferenze patite a causa della barbara uccisione di suo fratello Amos, il suo cuore  è rimasto ancora giovane. Auguri, Solidea!
 Renato Sacchelli