venerdì 4 gennaio 2013

Ricordi sempre vivi nel mio cuore


E' incredibile come ancora ricordo i due finanzieri che vidi, per la prima volta a Seravezza quando da Pietrasanta, dove aveva la sede la loro brigata, raggiunsero il molino del Bonci ubicato vicino alla mia casa del Ponticello che era stata di proprietà dei miei  nonni  materni. Eravamo alla fine degli anni 30 o all'inizio del decennio successivo. Giunsero in bicicletta armati di pistola Glisenti. Io stavo giocando con altri ragazzi sul mucchio di rena messa, col consenso del proprietario, all'interno dell'area dell'opificio e che gli operai della vicina segheria del Salvatori utilizzavano a cariolate per segare i blocchi di marmo. Sul quel mucchio di rena era solito giocarci anche Giuseppe Salvatori, detto Beppino che con il nome d' arte Renato divenne ,nel dopoguerra, un famoso attore cinimatografico. Egli possedeva una teleferica in miniatura che piazzava sulla cima del mucchio di rena facendo andare in su e giù i due mini carrelli. Con lui ci giocava anche il suo coetaneo Agostino Pucci che abitata su una delle case costruite sulle prime rampe del monte Canala. Nonostante i continui richiami dell'anziano Bonci tutti noi si ritornava spesso sul mucchio di rena sul quale spiccavamo continui salti. Il proprietario del Molino, che era un bravo uomo, riuscì comunque sempre a sopportarci.

La prima volta che sentii parlare dei finanzieri, senza riuscire a vederli, fu quel giorno che mio padre mi portò a vendemmiare l'uva nella vigna che il suo babbo coltivava a mezzadria nella zona più alta del Monte di Ripa. Stavo salendo il difficile sentiero, insieme a lui che continuamente mi aiutava a farmi superare i tratti più difficili, per poi scendere nella vigna coltivata da mio nonno,quando udii il passo ferrato di animali quadrupedi che percorrevano la mulattiera per arrivare a Cerreta S. Nicola, come  disse il mio babbo, il quale ovviamente ignorava i servizi che i militari dovevano esplicare lassù.

La seconda volta che udii ancora parlare di un finanziere avvenne nel mese di luglio 1941, quando nel mio rione si diffuse la notizia, data da uno strillone che vendeva i giornali lungo le strade, riguardante l'eroica fine che fece l'appuntato dell' allora Regia Guardia di Finanza Francesco Meattini, nato a Cortona  (Arezzo)  il 17 settembre  1901, il quale,  quando  era in forza al distaccamento di Berane, località del Montenegro dove era nata la nostra regina Margherita, il suo reparto  fu attaccato e incendiato da preponderanti bande di ribelli. Durante la cruenta battaglia che avvenne il 17- 18 luglio 1941, il Meattini, che era il capo squadra fucilieri, nonostante fosse stato più volte ferito, rifiutò ogni aiuto continuando a spronare i suoi commilitoni a combattere. Finite le cartucce e con i suoi colleghi quasi tutti morti, si raccolse un attimo per baciare la fotografia dei suoi cari, dopodiché con calma e freddezza si mise in tasca alcune bombe a mano e toltane la sicura saltò sui ribelli seminando distruzioni e morte. Per questo suo eroico sacrificio, che commosse tutte le persone del Ponticello che dalle loro finestre commentarono, fra loro, la morte da questo valoroso militare che fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Il  terzo finanziere che vidi da ragazzo, fu quando, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, una mattina entrò nell'aula della classe dell'Avviamento Professionale al lavoro di Seravezza che frequentavo,  il padre di un ragazzo, che aveva avuto qualche giorno di licenza, da tracorrere a Basati dove era residente,per salutare il proprio figlio che era mio vicino di banco. Ricordo che era in divisa con il grado di brigadiere. Tutti giorni, anche col cattivo tempo, suo figlio scendeva a Seravezza e ritornava a casa al termine delle lezioni. La distanza fra Seravezza e Basati non era breve, ancora non esisteva una strada asfaltata e, quindi, per lui ebbi subito una grande ammirazione, per la fatica affrontata, sin da quando frequentò, insieme a me, anche col brutto tempo, la quinta classe elementare di Seravezza.

A 18 anni compiuti presentai domanda di arruolamento nel Corpo della Guardia di Finanza. Il 15 luglio dell'anno 1949 mi chiamarono alla visita medica, fui dichiarato idoneo e, superati gli esami di cultura, fui avviato a Roma dove, dopo aver superato altri esami, frequentai per sei mesi il corso Allievi Finanzieri.

Il 15 gennaio 1950 fui promosso finanziere. Ricordo ancora le pagine fulgide di storia  lette nell'aula, scritte col sangue dai finanzieri, che traggono origine dalla creazione della Legione Truppe Leggere, avvenuta nel Regno di Sardegna il 1° ottobre 1774 ad opera di Vittorio Amedeo III di Savoia. La lettura di quelle pagine  mi fece sentire forte l'orgoglio di essermi arruolato in un mitico e glorioso Corpo militare dello Stato.