domenica 27 giugno 2010

Giovanna Lega: la poetessa di Dio

Il 24 giugno 2000, a distanza di soli pochi giorni dopo aver avvertito i sintomi di una grave e inguaribile malattia, moriva la poetessa e scrittrice seravezzina Giovanna Lega, figlia unica degli insegnanti Narciso Lega e Iva Berti.
Anche lei, seguendo le orme dei suoi cari genitori, aveva conseguito, da giovanissima, il diploma di maestra elementare.
Non so se abbia mai insegnato. Quello che invece conosco di lei è che nei primi anni Ottanta diede alle stampe alcuni libretti di poesia e di racconti di vita versiliese, di elevato spessore poetico e letterario. In tutto sono sette le opere che ci ha lasciato ed io sono orgoglioso di averle acquistate perché le considero molto importanti, in quanto educano l’uomo ad amare sempre di più i propri simili.
Tanti anni fa rimasi sorpreso nel leggere, tutto d’un fiato, i suoi versi brevi e senza orpelli, talmente incisivi fino ad arrivare a scuotere la mia coscienza, inducendomi anche a serie riflessioni sulla vita terrena di tutte le creature nate da un atto di amore divino. I suoi racconti sono belli ed allegri e piacevolissima è la loro lettura.

Giovanna Lega poneva sempre al centro della sua creatività poetica la figura dell’uomo, che vive costantemente sotto la luce del suo Creatore.
Era una giovane donna molto timida e di una incredibile saggezza; avvertiva la voce del bene e rifuggiva da quella del male ed a tutti noi indicava il retto cammino per arrivare, alla fine del nostro passaggio terreno, davanti a Dio, lassù nel Paradiso.
E' morta improvvisamente e nel silenzio Giovanna Lega ed io amo pensare che l’abbia chiamata a sé la sua dolce mamma che tanto l’amava ed anche la sua cara nonna paterna, purtroppo anche loro scomparse non molto tempo fa.
Mi sta a cuore tutto ciò che ha scritto Giovanna Lega e mi farebbe davvero piacere che le sue opere fossero lette non solo in Italia ma anche all’estero.
Ascoltando i suoi versi credo che l’uomo ne trarrebbe utili insegnamenti per costruire un mondo migliore, senza miseria e senza guerre.
Mi pare estremamente bello pensare che la poesia di Giovanna Lega sia scaturita dalla voce di Dio che lei riusciva ad ascoltare, ed è per questo che intingeva sempre la sua penna nello stesso calamaio del nostro Padre Celeste.

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