domenica 13 dicembre 2009

Cascina: festa per i 50 e i 60 anni di matrimonio

Nel pomeriggio del 12 dicembre 2009 il comune di Cascina, nel Salone del Mobile, ha organizzato una cerimonia per festeggiare i 50 e i 60 anni di matrimonio delle coppie di sposi residenti nel comune.
Il signor Sindaco Moreno Franceschini ha consegnato personalmente a tutte le coppie una pergamena da lui firmata con stampati, in bella calligrafia, i nomi degli sposi e l'aggiunta della seguente annotazione: “Nel 50 anniversario del loro matrimonio, con i migliori auguri”, e un bellissimo libro di Paolo Vestri, con prefazione di Gianfranco Raspolli Galletti e illustrazioni di Bartolomeo Pinelli intitolato “Un c'è nnulla di nòvo sott'ar sole”. Alle spose è stata donata una rosa rossa. Ogni singola coppia è stata immortalata con fotografie scattate accanto al primo cittadino. La cerimonia si è conclusa con la consumazione, in un clima gioioso, di un sostanzioso rinfresco offerto dall'Amministrazione comunale.
Anche chi scrive era tra i festeggiati, con la propria sposa. Devo riconoscere che questa cerimonia, arrivata oltre la decima edizione, mi ha molto commosso, perché considero un grande traguardo l'aver raggiunto i 50 anni di matrimonio per l'amore vissuto con la mia sposa, con la quale ho avuto tre splendidi figli (due femmine ed un maschio)
Ringrazio il Signor Sindaco di Cascina per la vicinanza e l'affetto dimostrato verso i partecipanti a questa bella festa.
Grazie anche a tutti coloro che si sono dati da fare per la riuscita di questa significativa cerimonia.

domenica 6 dicembre 2009

E' crudele morire sul posto di lavoro

Dopo due anni trascorsi dal “rogo di Torino” avvenuto il 6 dicembre del 2007, un altro grave incidente mortale è avvenuto nello stabilimento di Terni della ThyssenKrupp, dove é deceduto un operaio di 31 anni colpito dalle esalazioni di sostanze tossiche mentre stava travasando all'aperto , in una tanica, acido cloridico. Tanti sono i lavoratori morti sul lavoro anche nel recente passato. Ricordo i sei deceduti a Mineo in Sicilia , ed il giorno dopo i due morti a Milano e uno a Palermo
Ma com'è possibile che si continui a morire sul posto di lavoro che da sempre rappresenta una fonte di vita? Il dato Inail del primo semestre del 2009 indica in 490 i morti che ci sono stati in Italia, mentre fino allo stesso periodo dell'anno precedente avevano perso la vita 558 uomini, quindi è stato registrato un calo in meno di 50 decessi Il dato comunque rimane sempre impressionante. Le disgrazie purtroppo si sono sempre verificate e l'imponderabile può sempre accadere, ma
l' uomo deve impegnarsi al massimo perché i propri simili possano sempre lavorare con tranquillità e sicurezza: In verità soltanto in Italia vengono considerate morti bianche anche i decessi avvenuti “in itinere”, cioè quando a seguito di gravi incidenti muoiono lungo la strada i prestatori d'opera mentre la percorrevano per raggiungere le fabbriche e i loro cantieri o altri luoghi di lavoro. Esorto i dirigenti a non stancarsi mai di ripetere ai loro sottoposti le leggi esistenti e tutti gli accorgimenti per evitare gravi disgrazie: La prudenza non è mai troppa. Nessun uomo deve scendere in una cisterna per pulirla senza portare la maschera antigas che deve essere utilizzata anche da chi scende nei pozzi per eseguire lavori di pulizia o nelle stive delle navi, per scaricare da esse grano ed altri frumenti. I due operai morti a Milano erano extracomunitari che stavano smontando i ponteggi da una palazzina. Pare che lavorassero in nero. Vivevano alla giornata lavorando dove capitava. E' una vergogna far lavorare uomini, extracomunitari inclusi, senza dare loro nessuna tutela assicurativa e previdenziale. Chi non osserva le leggi esistenti in materia voglio sperare che venga severamente punito
In Italia negli ultimi cinque anni ci sono verificati oltre cinque milioni di infortuni sul lavoro, con oltre 7 mila morti e circa 200mila rimasti con una invalidità permanente. In occasione della recente Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, organizzata dall'Anmil, il Presidente della Repubblica Napolitano ha fatto udire la sua voce. Egli, tra l'altro, ha detto che le morti sul lavoro sono inaccettabili e che questi infortuni potrebbero essere evitati con una sempre più efficace azione di prevenzione e con la rigorosa applicazione delle norme e delle misure tecniche già ora disponibili.Egli è convito che la battaglia contro gli infortuni e le malattite professionali può essere vinta con una sempre più solida cultura della sicurezza, con sistematiche campagne di informazione e di sensibilizzazione, con la diffusione di buone pratiche e la valorizzazione di esempi migliori.
In relazione alla morte dell' operaio a Terni, il vescovo ha detto: “Non possiamo rassegnarci a vedere le fabbriche trasformarsi in luoghi di morte”
Quando frequentavo le scuole di Seravezza udendo le le potenti esplosioni delle mine fatte brillare durante le varate sulle cave del monte Costa, della Cappella e del Trambiserra rimanevo scosso dalla paura. Pensavo anche ai rischi che correvano i nostri cavatori mentre erano intenti al loro durissimo e pericoloso lavoro. Ebbi la prova che i miei timori fossero fondati quando sulla cava della Costa avvenne purtroppo una disgrazia subito dopo una varata. Sotto un blocco di marmo strappato alla montagna rimasero schiacciati alcuni cavatori, tra i quali anche il padre di un mio coetaneo, che si chiamava Donati, che abitava al Loghetto, località poco distante da Riomagno. Anni addietro ho letto un libretto che fece stampare il parroco di Arni, nel quale aveva riportato la lunga fila dei cavatori dell'Alta Versilia morti sul lavoro. Una sofferenza atroce la provai quando nel 1958 fui informato che il mio caro e indimenticato amico Lido Calistri, cresciuto insieme a me , rimase ucciso perché colpito in pieno dal cavo di acciaio che si era spezzato durante le fasi per collocare sotto i telai di una segheria di Seravezza dove lui lavorava un blocco di marmo, messo su un apposito carrello per essere segato.
La speranza è che coloro che sono preposti alla vigilanza dei lavori, direttori; capi reparto ect, facciano osservare scrupolosamnte tutte le disposizionioni atte a salvaguadare la vita dei lavoratori perchè non ci siano più morti sul lavoro.

Renato Sacchelli