lunedì 23 giugno 2008

Morte di Filippo Raciti, valoroso ispettore capo della Polizia

Sbigottito e sconvolto dal dolore.
Ecco cosa ho provato nel mio cuore
nel veder le immagini sconvolgenti
e terrificanti, trasmesse dalla televisione,
dopo l'’incontro di calcio, sì del pallone,
Catania-–Palermo, disputato il 2 febbraio 2007.

Doveva essere un momento di sana allegria
tale da riempire di festa tutta la tifoseria
che doveva scambiarsi sorrisi e abbracci
mentre nell’'aria avrebbero dovuto far volare
palloncini rosso-azzurro e rosa nero, tanto da incantare,
nel veder nel cielo, colori più accesi e caldi dell’'arcobaleno.

Amore, questa la cosa fondamentale che doveva unire i tifosi.
Invece è scoppiata una dura battaglia, voluta da troppi facinorosi,
sì da violenti teppisti, che senza alcun timore,
contro le Forze dell’'Ordine, si sono lanciati con furore
e la Polizia con grande impegno ha reagito
per riportare la calma e ripristinar l’'ordine sovvertito.

Gli uomini della Legge non sono stati premiati,
uno di essi, l’'ispettore capo Filippo Raciti
che correva instancabilmente in qua e là,
dove gli scontri si facevan sempre più serrati,
colpito da un corpo contundente,
cadeva a terra ferito mortalmente.

Incredibile la scena di questa inaudita violenza,
che ha tremendamente scosso la nostra coscienza,
un orrore ripugnante questa brutale aggressione,
che vilmente ha stroncato il cuore di un valente servitore,
figlio del popolo, padre di famiglia che tentava di riportare alla calma
tutta quella folta e scatenata teppaglia.

Meritavano profondo rispetto gli uomini della Polizia
per il duro servizio da sempre esplicato,
invece teppisti violenti li hanno attaccati,
brandendo corpi contundenti e quant’'altro che
capitava fra le mani di questi forsennati
che non ragionavano più perché molto indiavolati.


Questa vigliacca aggressione che ha generato
tanta violenza e la vile uccisione di Raciti
ci ha sprofondato nel più grande dolore.

In un luogo d'’incontro tra giovani forti e felici,
e per questo fonte di gioia di vivere,
nessuno avrebbe dovuto invece soffrire e morire.

Per l'incredibile scomparsa
di questo fedele servitore,
piangono la sua adorata sposa e i due figli
Alessio e Fabiana, insieme a tutti i parenti e amici.
Piangono con loro tutti gli italiani
che rispettano le leggi, e sono quindi di principi sani.

La vedova di questo poliziotto ci ha fatto conoscere
ciò che le disse Filippo il giorno del suo
quarantesimo compleanno:
"“Ho firmato per la donazione degli organi!”".
Non è possibile fare l’'espianto, le risposero i medici.
il corpo di suo marito è a disposizione del perito.

In quel momento la vedova pensò che
avevano rubato anche l'’ultimo desiderio
manifestato dal suo caro e amato marito,
difensore strenuo della legge, nel cui cuore,
aveva però riservato ampi spazi d’'amore, da dedicare
a tutte le abbisognevoli creature del Signore.

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