domenica 8 agosto 2010

NEC RECISA RECEDIT

"Nec recisa recedit" è il motto araldico che si lesse sullo sfondo della gigantesca fotografia dei leader che parteciparono al summit del G8 tenutosi a l'Aquila dall'8 al 10 luglio 2009 presso la Scuola Allievi Marescialli della Guardia di Finanza.

Fu il poeta soldato, Gabriele D'Annunzio, cavaliere, marinaio e aviatore, decoratob al valore militare di due Medaglie d'oro,tre di Argento e una di Bronzo, che volle “dedicare alla Guardia di  Finanza, per iscritto questo motto araldico divenuto patrimonio spirituale e viatico di fede per quanti hanno onorato e onoreranno il Corpo compiendo fino in fondo, oltre ogni ostacolo, il proprio dovere”.

I rapporti tra i militari della Guardia Finanza e il poeta soldato, iniziarono il 10 dicembre 1918, quando dopo tre giorni di marce dure, giungeva a Fiume la XXX compagnia della Guardia di Finanza messa alla diretta dipendenza  del corpo di occupazione interalleato con compiti di vigilanza nel porto e di polizia marittima lungo le coste e dell'istituzione di una dogana interalleata. Il 15 luglio 1919 il
reparto fu rinforzato  con la  IX compagnia  del III  battaglione mobilitato e successivamente con altri finanzieri, costituendosi in battaglione che D'Annunzio volle incontrare il 21 ottobre successivo. In quella occasione il poeta soldato pronunciò un grande discorso; tra l'altro disse: “Le Fiamme Gialle sono rimaste con me a difendere l'italianità di questo sacro lembo di terra nostra. I finanzieri d'Italia possono gloriarsi di aver sparato al Ponte di Brazzano il primo colpo di fucile della nostra guerra di riscossa, che in tutte le guerre che prepararono e compirono il nostro Risorgimento; dalle cinque giornate alla difesa di Roma; dall'assedio di Venezia  fino all'attuale guerra; dove nei più fieri combattimenti  di Pal Piccolo; degli Altopiani; del Trentino del Podgora; del Carso e del Piave
compirono prodezze gloriose,  tingendo di sangue le rocce scabre e le paludi febbricose. Ora  non potevano far mancare il loro contributo alla causa di Fiume, la più bella; la più santa; la più divina delle
cause per le quali gli uomini abbiano combattuto. Questa vostra devozione mi è sommamente cara”. Accennò al fatto che di fronte all'avida finanza internazionale; al cospetto delle insidie senza  scrupoli
tentate dai finanzieri diplomaticamente privilegiati si affermi sempre salda e incorruttibile la schiera dei nostri “finanzieri di ferro”. Il 4 dicembre 1919 D'Annunzio consegnò al battaglione il gagliardetto
offerto dalla donne fiumane che il 25 giugno 1920, nel corso di una solenne cerimonia volle personalmente fregiarlo della “Medaglia di Ronchi”. 

Rivolgendosi ai finanzieri disse: “Fiamme Gialle, è sempre con profonda commozione che io vi vedo, che io vi incontro. In ciascuno di voi ed in voi tutti noto un gesto affettuoso; ed io vi saluto vedendo
sempre in voi l'esemplare del legionario fiumano: la dignità e la semplicità non mai interrotte.  Io vi ho dimostrato più di una volta quale sia la riconoscenza della città, che voi avete salvata con gli
altri legionari, per l'esempio che avete dato e date  ogni giorno in disciplina, in sagacia, in coraggio ed in resistenza; voi lo sapete, e n'è testimonio il gagliardetto giallo che vi affidarono le donne di
Fiume. E' alta  ventura per me offrirvi oggi il segno di Ronchi; segno di legionari in questo mese di giugno che é per voi ricco di ricorrenze gloriose, A Monte Pal Piccolo, nella primezza della guerra, lo
ricordate,un battaglione di Fiamme Gialle fu assalito da più battaglioni austriaci; fu accerchiato; fu respinto; fu decimato; e nondimeno continuò a combattere senza aiuto di artiglierie, senza aiuto di rinforzi; chiesti insistentemente, e tenne la linea. Pal Piccolo; poi Piave Vecchio e il Piave Nuovo; sulla fine della battaglia che ieri si chiuse; detta del solstizio; e fu appunto il 21 giugno che le vostre belle Fiamme Gialle irruppero su posizioni del nemico e lo annientarono. Parlo del VII, VIII  e XX Battaglione, che occuparono il Piave Nuovo e finalmente raggiunsero il Piave Vecchio. Quella era la prima riscossa. Come su  Pal Piccolo; sul Pogdora; sullo Sperone; sul Carso; in Vald' Astico; dove ricordo l'eroismo di ventotto finanzieri modello ed esempio di disciplina e di sacrificio; voi avete
tenuto fermo,  o Fiamme Gialle: voi avete compreso che noi siamo qui; come sul Piave; alla difesa suprema della Patria. Quindi a voi più che ad ogni altro legionario, a voi che ogni giorno respirate col vento la salsedine e la frescura del Carnaro, è dovuto il segno di Ronchi. Fiamme Gialle debbo confermare che aggradisco di cuore il vostro pensiero di promuovermi appuntato della Guardia di Finanza: il vostro capitano mi aveva chiesto in precedenza di scegliermi un grado dei
finanzieri: io mi glorio di essere appuntato".

Al termine di questo discorso il poeta soldato volle dedicare alla Guardia di Finanza il motto araldico “Nec Recisa Recedit”. Gabriele D'Annunzio mostrò sempre di ricordare con particolare sentimento la
sua promozione ad appuntato ad honorem della Guardia di Finanza. Il 9 settembre 1935  in una lettera inviata al Comandante Generale dell'epoca, scrisse: “...le guardie di Finanza, le Fiamme Gialle in
Fiume d' Italia furono soldati esemplari,  io ebbi l'onore di essere iscritto nel Corpo,   motivo per cui oggi scrive a  Lei  un subordinato”. 

Concludeva il suo scritto con queste stupende parole: “Le Fiamme Gialle nella mia memoria splendono e ardono”. Il 3 marzo 1938 a Gardone Riviera, tra le numerose corone che precedevano il feretro del“Comandante” accompagnato da un plotone di 25 finanzieri ce n'era una guarnita con un nastro verde ornato di giallo su cui spiccava in lettere d'oro la dedica “ La Guardia di Finanza  al suo
glorioso Appuntato d'onore”.

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