giovedì 19 agosto 2010

E' un film che non si doveva girare così.

Dopo aver parlato,a suo tempo, su Versilia Oggi del film Miracolo a S.Anna del regista afroamericano Spike Lee pensavo di non doverne più parlare. Dissi le mie ragioni, sinceramente convinto, con tutto il rispetto per il regista, che aveva sbagliato a stravolgere la verità storica anche accertata in sede penale, riguardante le motivazioni in ordine alle quali i comandanti delle S.S., operanti nella zona, davvero belve feroci con sembianze umane, avevano impartito gli ordini perché questa strage fosse così orribilmente compiuta.
Dopo aver letto, grazie alla Cronaca libera curata dal versiliese doc. Giuseppe Vezzoni, gli scritti delle associazione dei partigiani di Massa e di Pietrasanta, quest'ultima intitolata alla memoria dell'eroe medaglia d'oro al valor militare, Gino Lombardi, al quale i repubblichini diedero la caccia quando andavo a scuola, e letto l'articolo “ i partigiani senza aureola”di Cervi pubblicato su ilGiornale.it, e, presa visione della sentenza di condanna inflitta ad alcuni uomini delle SS che parteciparono alla orrenda carneficina, nonché della indignazione manifestata da Giorgio Giannelli, che voleva chiedere il sequestro di questo film, sono ritornato sulla decisione presa per ribadire che non cambio una parola di quanto avevo scritto in precedenza. Una ulteriore spinta a non modificare il mio parere contrario a questo film lo devo alla trasmissione televisiva “La storia siamo noi” di Minoli, andata in onda nella tarda serata dell' 8.10.2008.
In primis mi domando come abbia potuto lo scrittore Mac Bride intitolare il suo libro Miracolo a S.Anna , dopo l'orrenda strage compiuta in quella località dai tedeschi? Questo titolo davvero non mi piace.
Ho letto tutti i libri scritti su questa straziante vicenda, mi riferisco a quelli di Giorgio Giannelli, ed a quello di Renato Bonuccelli ( A S.Anna dove il piccolo sfollò con la famiglia vide uccidere la sua mamma ed altri suoi cari e stretti familiari) e di Lodovico Gierut ( ricco di tante testimonianze),ed ai due libri di Giuseppe Vezzoni, uno intitolato "Croci uncinate nel canale”, dove il 12.8.1944 iniziò la strage degli innocenti, (la località: Mulina di Stazzema), e l'altro “ Giuseppe Evangelisti – il prete indifeso in una storia a metà”. Questi due libri meriterebbero di essere trovati dai visitatori a S.Anna, invece non ci sono. Ho letto racconti scritti dagli abbonati a Versilia Oggi che furono testimoni oculari dei tragici fatti accaduti nella nostra terra. Quindi conosco la storia a menadito per avere appreso anche quanto raccontò Graziani Alfredo che fu presidente dell'Accademia della Rocca, il quale riuscì miracolosamente a salvarsi dalla strage di S.Anna dove era sfollato, e Elio Toaff l'unico rabbino che fu partigiano in Versilia. Toaff il giorno dopo la strage , salì a S,Anna dove vide , all'interno di una casa bruciata, una donna uccisa su una sedia col ventre squartato e con il feto estratto dal suo corpo, recante ferite da armi da sparo all'altezza degli occhi. Quindi conosco purtroppo molto bene come fu compiuta questa strage e mi dispiace che un mio recente racconto presentato ad un concordo nazionale di narrativa abbia avuto la menzione d'onore che, a mio parerej contrasta con l'ottavo premio assegnatomi per questo mio scritto, per motivazioni a me sconosciute. Non mi aspettavo premi di sorta, sono il primo insoddisfatto del mio racconto, quindi credo che la giuria non abbia sbagliato, però una cosa voglio dirla, non ho scritto episodi frutto della fantasia, ma fatti veri. Sono stato attento a parlare esclusivamente di cose realmente accadute. Devo dire che il mio primo racconto sulla strage di S.Anna fu pubblicato, anni addietro su una pagina del giornale l'Avanti.
Recentemente Alfieri Tessa, noto e valoroso partigiano seravezzino, testimone vivente dei fatti accaduti in Versilia nel 1944, mi ha donato alcuni fogli contenenti preziosi appunti, concernenti le vicende vissute in Versilia che portarono i tedeschi a compiere la strage di S. Anna. Probabilmente scriverò il terzo racconto su questa spaventosa strage.
Nel 1944 dopo l'arrivo degli americani, ho vissuto per mesi e mesi a stretto contatto con i soldati di colore della divisione Buffalo. A Capezzano Pianore, dove la mia famiglia si rifugiò dopo la fuga da Giustagnana, aiutavo un sergente che doveva mettere insieme i calzini, secondo la loro grandezza, quando glieli consegnavano nei sacchi appena li avevano lavati a Viareggio. Si chiamava Guglielmo, Spesso mi diceva “Renalo tu molto buono amico”. Un giorno mi disse che aveva piacere di conoscere la mia famiglia. Siccome ci eravamo rifugiati in una stanzetta, usata per il deposito di attrezzi agricoli, attaccata ad un pollaio, mi vergognai ad accompagnarlo. Gli indicai soltanto il luogo dove poteva trovarli. Ora a Guglielmo che non c'è più, dopo quasi 66 anni trascorsi da quel giorno che rimasi distaccato da lui, gli chiedo perdono. A Capezzano Pianore vidi entrare in una grande tenda due giovani ragazze, arrivate fino a lì tirando un carretto vuoto per vendere i loro corpi affamati per un tozzo di pane. Intorno alla tenda ci fu un via vai di soldati americani.
Ma con chi ha parlato Mac Bride per narrare scene da fiction, mentre la drammaticità dell'azione criminale commessa dai soldati nazisti ci fa ancora inorridire.
Voglio dire a Spike Lee che le sue risposte date a Minoli non mi hanno convinto. Io c'ero nel 44 in mezzo ai partigiani, ai soldati tedeschi, americani, inglesi e brasiliani sì a tutti quanti. Ho visto andare all'assalto gli uomini della Buffalo sulla cima del Monte Canala, dove furono bloccati dal caposaldo difensivo dei tedeschi posto sulla Cima del Castellaccio, alla cui base per sette mesi fu fermata l'avanzata delle truppe alleate. In particolare, ricordo come furono trattati i ragazzi di Seravezza che portarono sulle spalle, con molta sofferenza, fin sulle prima linea del fronte cassette di munizioni e di viveri ai soldati della Buffalo. Chi scrive fece soltanto due viaggi quando arrivarono gli americani a Giustagnana. L' impiego di questi ragazzi rese più forte l'azione operativa delle truppe americane. Signor Spike Lee, noi accoglielmo come liberatori gli americani, gli abbiamo voluto bene. Il loro ricordo è rimasto vivo nei nostri cuori. La prego, mediti sul suo film ch'è è stato riconosciuto valido e meritorio anche dal signor Presidente della Repubblica Italiana. Io non ho voluto vederlo, ma ho sbagliato. Mia moglie e mia figlia che lo hanno visto mi hanno detto che a loro è piaciuto. I partigiani, visto che nella sua intervista a Minoli non aveva idee precise per quanto concerneva la loro lotta contro i tedeschi, sento il dovere di dirle che essa consisteva nell'attacco e fuga, non potendosi comportare diversamente, essendo le loro file a ranghi ridotti e male armati. Si ricordi che secondo un antico il proverbio latino “errare umano est” è tuttora attuale. Forse anch'io ho errato a dire che Lei ha sbagliato. Un artista è libero di creare un'opera sulla base delle proprie emozioni e sensazioni sentite dentro di sé. La prego di non offendersi, accetti le mie scuse anche se condividesse le mie osservazioni soltanto in parte, scritte comunque da un cuore amico.
Concludo col ricordare che il Tribunale militare di La Spezia ha condannato 10 ex militari delle SS che parteciparono alla strage di S.Anna, in attuazione di un piano criminoso pianificato dalle S.S. al massacro della popolazione inerme e assolutamente innocente

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