lunedì 9 agosto 2010

La scuola elementare di Seravezza

Frequentai la prima classe elementare presso l'asilo infantile Delatre, in cui era insegnante la fantastica suor Giuseppina, tanto brava quanto bella, o per essere più precisi bellissima. Spesso l'aiutavo a mettere i fogli bianchi sui banchi. La sua dolcezza nei confronti dei bambini era infinita. Non l'ho mai dimenticata. Le ho voluto un bene da morire.
Fu all' asilo che ebbi il primo dispiacere della mia vita. Ciò avvenne quando il mio amico Aldo che abitava in una casa vicina alla mia, al Ponticello di Seravezza, partì con la sua mamma per raggiungere il babbo che era emigrato in Perù per motivi di lavoro.


Il mio maestro della seconda classe elementare fu Silvio Federigi che abitava a Marzocchino. Come suor Giuseppina anche il suo comportamento nei confronti degli alunni fu sempre ottimo. Ci trattava come se fossimo suoi bambini. Mai l'ho visto una volta arrabbiato. Ci insegnava con amore e infinita pazienza. Più di una volta così l'ho ricordato a suo figlio Fabrizio quando questi teneva dotte conferenze presso il salone della Misericordia di Seravezza, al tempo in cui era governata dal dottor Luigi Santini.

In terza classe ebbi un maestro che poco dopo il 10 giugno 1940 partì volontario per combattere in Africa contro gli inglesi. Non ricordo il suo nome. Anche lui fu un bravo insegnante. In sua sostituzione arrivò il maestro Corfini. Era un insegnante appassionato che amava essere rispettato, nel senso che non voleva confusione in classe . Era severo con chi non si applicava bene nello studio e usava il righello che sbatteva sul palmo delle mani degli scolari a suo parere più indisciplinati. E urlava. Spesso ho tremato quando alzava la voce. Più di una volta taluni miei coetanei venivano minacciati di espulsione “da tutte le scuole del Regno”. Chi scrive non ha subito mai righellate dal maestro Corfini. Con lui ho frequentato anche la quarta e quinta classe. A parte la tremarella che più di una volta ho sentito sulla pelle posso dire, che in fondo ho conservato di lui un buon ricordo, perché mi resi conto che non era affatto facile mantenere il silenzio in aula quando lui era davanti alla lavagna per insegnarci la lezione del giorno. Parlando qualche anno fa con un mio compagno di scuola mi disse che invece lui aveva conservato un brutto ricordo del maestro, per le punizioni ingiuste che gli aveva inflitto.

Nei mesi invernali non ragazzi soffrivamo molto il freddo. Ci venivano i geloni alle mani. Spesso ricordo di essere andato a scuola portando da casa un mattone riscaldato sui carboni accesi sul fornello della cucina, avvolto con dei cenci. Più di una volta venivamo invitati a portare in classe qualche piccola “stiampa” (pezzo di legno, ndr) per accendere la stufa per poterci così riscaldare.

Concludo parlando del direttore Giuseppe Masini, del quale ricordo i tanti discorsi che faceva a noi alunni nella vicina casa del Fascio. Era un sostenitore, come tantissimi italiani, degli ideali fascisti. Quei suoi discorsi non riuscivo a capirli bene, quindi sinceramente parlando soffrivo un po' quando partecipavo alle cerimonie che si concludevano con i discorsi del direttore Masini.

Nessun commento: