sabato 16 aprile 2011

Credo che sia stato un errore paragonare gli emigranti italiani ai "Vu' comprà"

Lo straordinario progresso economico che gli Stati Uniti raggiunsero nella seconda metà del XIX secolo, fu il fatto più importante che avvenne durante il loro sviluppo economico relativo appunto a quell'epoca. Esso fu favorito sia dall'incommensurabile ricchezza mineraria, sia dall'agricoltura che, avvalendosi di nuove tecnologie, fu in grado di offrire al mercato una ricca produzione derivata anche dalla colonizzazione dei territori a occidente del Missouri. Sulla immensa ricchezza degli Stati Uniti, il presidente Harrison (1889 - 92) ebbe a dire:” Dio ha messo sulle nostra testa un diadema ed ha deposto ai nostri piedi potere e ricchezze in tanta abbondanza che sfuggono ad ogni possibilità di definizione e di calcolo”.
Al formidabile progresso industriale degli Stat Uniti contribuirono in modo determinante uomini geniali, taluni di modeste origini.
Quali eroi del capitalismo statunitense del XIX secolo, sono passati alla storia uomini definiti “i baroni delle ferrovie” come J. Gould,, G.Vanderbilt, J. Hill; “i re dell'acciaio” A.Carnegie e J.p Morgan, che fondarono l' United States Stell Company e il re del petrolio J.D. Rochefeller che diede vita alla Standard Oil Company.
Con siffatti uomini gli Stati Uniti arrivarono ad essere la più potente nazione industriale del mondo. Il potere industriale che oramai dominava, sia quello politico che governava, si sviluppò ulteriormente grazie proprio alla politica economica attuata dal governo, basata su provvedimenti di rigido protezionismo verso l'estero, ma anche di una più ampia libertà di azione all' interno.
La diffusione della macchina per scrivere (1873), la scoperta del telefono (1876), l'invenzione della lampadina elettrica (1878), la comparsa della prima automobile con motore a scoppio di Henry Ford (1893), rivoluzionarono il modo di vita non solo degli statunitensi, ma anche di tutte le altre nazioni del mondo.
Nel settore agricolo, l'arato di acciaio Oliver ( 1870 ) e l'utilizzazione sempre più estesa , a partire dal 1880, sia della mietitrice – trebbiatrice meccanica sia di concimi chimici, furono alla base delle nuove forme e metodi di coltivazione.
Lo sviluppo economico ed il progresso industriale non avrebbero assunto dimensioni così gigantesche , se gli Stati Uniti non avessero potuto disporre della manodopera necessaria ed anche qualificata che invece trassero dall'incremento sempre più crescente dell'emigrazione europea..
Nel 1900 gli Stati Uniti avevano 79 milioni di abitanti di cui 10 di immigrati e 26 milioni di figli dei medesimi. Alla luce dei fatti inoppugnabili della storia socio economica degli USA, appare evidente che i nostri meccanici, minatori, cavatori, scalpellini ed anche boscaioli e contadini che verso la fine degli anni del 1800 raggiunsero il nuovo continente, trovarono le più favorevoli condizioni per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Sicuramente ci furono uomini che non ebbero fortuna e chissà se qualcuno di essi si sia effettivamente trovato a pulire le scarpe lungo le vie di New York. Chi scrive non ritiene che gli emigranti italiani, abituati a grandi fatiche, abbiano esercitato, sia pure in numero ridotto, tale attività.
Stante la diversità dell'attuale situazione economica italiana rispetto a quella degli USA del XIX secolo, non è possibile fare alcun paragone con il fenomeno dell'immigrazione e degli extracomunitari, in particolare dei “Vu' comprà” che ogni giorno vediamo in giro nelle strade italiane.
Credo che chi ha paragonato i nostri emigranti ai “Vu' comprà” abbia sbagliato non avendo considerato questo problema sin dalle sue radici.
Gli Stati Uniti di quell'epoca storica avevano bisogno di manodopera , da noi mancano posti di lavoro, tant'è che la disoccupazione, specie quella giovanile, è molto preoccupante. La differenza dolorosa purtroppo sta in questo fatto. Ecco perché appare giusto regolamentare i flussi per far entrare gli extracomunitari in Italia, garantendo ad essi tutti i diritti che spettano agli italiani, ponendo così fine ad una invasione clandestina.

1 commento:

McSac ha detto...

E' vero che gli Stati Uniti avevano bisogno di manodopera, ma è altrettanto vero che oggi, in Italia, molti non vogliono più fare certi lavori: cogliere i pomodori, lavorare nelle stalle, fare i manovali o i muratori... quindi, a quanto sembra, c'è anche oggi, da noi, bisogno di manodopera.