martedì 1 febbraio 2011
Cerpelli Pompe
Ricordo la società Cerpelli pompe che fu fondata nel 1904 dall’ingegner Attilio Cerpelli. Questa società rivestì un ruolo importante dando lavoro a moltissime maestranze versiliesi contribuendo alla crescita dell’economia locale, a partire dal 1935, allorquando si trasferì dalla Liguria alla Centrale di Seravezza. Presso la società dell’onorevole Attilio Cerpelli lavorò anche mio padre nei primi anni 40 e mio cugino Giuseppe ( assunto il 1° aprile 1964, all’età di 15 anni, come apprendista tornitore e dov’è rimasto, senza soluzioni di continuità, per 38 anni ) e, nel 1949, per pochi mesi, anche chi scrive. Nelle officine versiliesi dell’onorevole Cerpelli (titolo acquisito dopo la sua elezione a deputato per il partito democratico liberale, nella 25^ legislatura del Regno d’Italia, prima dell’ascesa al potere di Benito Mussolini) lavoravano, negli anni precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale ed anche in quelli successivi, moltissimi giovani versiliesi, assunti come apprendisti meccanici, saldatori e tornitori. Nell’estate tragica del ’44 l’officina Cerpelli fu fatta saltare in aria dagli operai della organizzazione tedesca Todt, così come fecero per una parte di Seravezza e interamente a Corvaia e Ripa che furono rase al suolo. Nel 1948 l’onorevole Cerpelli riprese l’attività, impiantando a Querceta un’altra officina. Nel 1949 attivò una fonderia in un capannone preesistente in località Madonnina, a due passi dalla ferrovia. Fu grazie all’interessamento di mio padre che anche chi scrive lavorò in questa fonderia insieme a me furono assunti, senza essere assicurati, altri tre giovani apprendisti. La nostra paga era di trecento lire al giorno. Dopo il terzo mese di lavoro ricevemmo una lettera con la quale ci venne comunicato che la società aveva disposto a nostro favore l’aumento del 10%, pari a lire 30 giornaliere. Ho sempre saputo che la società di Attilio Cerpelli costruiva pompe da lui ideate e di alta potenzialità, sia per le navi che per le raffinerie ed altre industrie. Dovevo leggere l'Almanacco Versiliese di Giorgio Giannelli per apprendere la vasta gamma dei macchinari prodotti dalle officine della società Cerpelli, la più importante d’Italia, che contava 1200 dipendenti, per la costruzione di centrifughe rotative e a stantuffo, turbopompe, elettropompe, compressori a bassa e ad alta pressione, frigoriferi per navi e impianti per condizionatori di aria, tutti macchinari di alta qualità. Se non avessi letto l’Almanacco Versiliese mai avrei saputo nulla anche sul “blue ribbon”, sì il nastro azzurro cui si fregiò il supertransatlantico Rex, il più bello del mondo, costruito dall’Ansaldo di Sestri Ponente con pompe Cerpelli, le quali furono determinanti per la conquista del primato di navigazione dell’Atlantico, che avvenne tra il 10 e il 16 agosto 1933, allorché, salpato da Genova con scalo a Gibilterra, giunse a New York con 27 ore e 20 minuti di anticipo rispetto all’orario stabilito. La traversata dell’Atlantico fu effettuata in 4 giorni, 13 ore e 50 minuti, alla velocità di 28,2 miglia orarie, stabilendo un record fino a quel giorno detenuto da navi della marineria inglese. Fu un trionfo per la Marina mercantile italiana. Il Corriere della Sera del 18.8.1933, in relazione a questa impresa, scrisse: ”Il motivo che predomina nella valutazione dell’importantissima vittoria tecnica della Marina mercantile italiana, è costituito dal possedere, questa nave gloriosa, macchinari totalmente nazionali, concepiti e costruiti nelle officine Cerpelli”. Memorabile la spedizione, che nel 1985 fu effettuata dall’officina Cerpelli, di un colossale macchinario antincendio per l’Arabia Saudita del peso complessivo di 24 tonnellate, completamente automatizzato, progettato e brevettato dai propri tecnici. All’uscita del macchinario dallo stabilimento assistette la seconda classe di una locale scuola elementare accompagnata dalla maestra. Un bambino, Fabio Verona, inviò a Versilia Oggi quanto aveva annotato sul suo diario in merito all’avvenimento a cui aveva assistito. Il piccolo Verona nell’attimo in cui le gru alzavano quella gigantesca pompa, credette di sognare, come si legge, tra l’altro, anche nell’Almanacco Versiliese, sotto la voce Cerpelli Pompe. L’ingegner Cerpelli dirigeva lo studio tecnico che aveva nella sua villa di Capriglia, dove tutti i giorni saliva il personale specializzato nel disegno professionale. Spesso l’onorevole controllava personalmente i lavori che venivano svolti sia nell’officina che nella fonderia. Nel suo andare e venire da Capriglia o dall’altra sua villa di Viareggio, sovente era accompagnato dal figlio, l’ingegnere Orazio, pure lui interessato alla gestione della società paterna. Mai ho avuto modo di scambiare una parola con l’onorevole Attilio Cerpelli, che di solito dialogava con il capo della fonderia. Fra i tanti bravi operai formisti della fonderia che conobbi 55 anni fa, c’era anche il signor Mazzucchi, padre dell’ attuale Sindaco di Seravezza. I modellini in legno, necessari per la fusione dei pezzi per la costruzione delle pompe, venivano forniti, nel 1949, dalla ditta costruttrice Vito Viti con sede a Seravezza. Era solito trasportarli alla fonderia, su un carretto. Virgilio Salvatori, che lavorò come apprendita, per qualche tempo, nella ditta del Viti. Virgilio che fu mio amico, era nato e cresciuto al Ponticello di Seravezza fatto saltare in aria insieme a tutte le case del rione, durante la tragica estate del 1944, tra le quali c'era anche quella in cui abitavo, che fu di di proprietà , del mio nonno materno Raffaello Binelli, deceduto nel 1927. Il Cerpelli era un uomo anziano e molto distinto. Al solo apparire nella fonderia, intimava non solo rispetto a tutto il personale, ma anche un certo timore. Diversa la figura del capo dell’ufficio amministrazione, signor Feliciani, uomo affabile, sempre sorridente e gentile. La presenza dell’ingegnere Attilio Cerpelli in Versilia è stata molto importante sia per la ripresa economica nazionale che locale, in particolare a partire dall’immediato dopoguerra, quando la nostra terra, ancora piena di macerie, contava un tasso di disoccupazione molto elevato. Tanti uomini, compresi gli anziani, andavano a fare la rena nel fiume per guadagnare soltanto poche lire necessarie per sopravvivere. Alla ripresa dell’attività in Querceta, la situazione finanziaria della società Cerpelli doveva ancora risentire degli ingenti danni bellici subiti nel ’44, diversamente non si spiegherebbe l’omessa assicurazione degli apprendisti assunti nel ’49. Mi fa molto piacere sottolineare che la società fondata nel 1904 dall’ingegnere Attilio Cerpelli, ora nota come Commerciale Cerpelli srl con sede a Querceta, dopo aver superato nel corso dei suoi cento anni di vita anche “paurose” crisi; abbia ripreso in pieno la sua attività, tant’è che annovera, fra i suoi clienti attuali, le maggiori industrie petrolifere, meccaniche e cantieristiche ecc., sia nazionali che straniere. Mi pare altresì doveroso porre in risalto un altro primato conseguito, nel 1998, quando la società versiliese costruì due grandi pompe centrifughe a cassa divisa per gli Emirati arabi, da 5.200 metri cubi ora, mai costruite precedentemente.
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