In occasione della cerimonia indetta dagli alpini di Pisa, Lucca e Livorno, ch'é stata celebrata il 16.1.2011, nella città della Torre pendente, in onore delle medaglie d'Oro Vincenzo Zerboglio e Ferruccio Tempesti, alla quale ha partecipato anche una rappresentanza della sezione pisana dell'ANFI, ( Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia) ho avuto il piacere di conoscere il Capogruppo degli alpini,Cav.Uff. Florio Binelli ed altri alpini in congedo di Seravezza,il mio paese natale.
Quando, durante la celebrazione della Santa Messa, il trombettiere ha suonato le note del silenzio, ho avvertito una forte commozione nel momento in cui, quale alfiere, ho alzato la nostra bandiera tricolore. Mio padre , nato nel 1906, fu un alpino dell'artiglieria da montagna. Suo fratello Guido, classe 1919, fece parte del 4° Reggimento dell'artiglieria alpina – reparto munizioni e viveri del gruppo Pinerolo della divisione Cunense che fu inviata a combattere in Russia con il contingente dell'ARMIR. Ricordo ancora il volto infelice di mio padre quando venne a sapere che suo fratello era stato dichiarato disperso in Russia. Ho avuto due miei compagni di asilo e di scuola, i seravezzini Gianfranco Pea e Mario Tarabella che prestarono servizio militare di leva nel Corpo degli alpini. Mario Tarabella, un giorno che andai a trovarlo in Torcicoda, mi mostrò il suo cappello alpino, con una bellissima penna, che conservava come se fosse una reliquia.
Primo Giorgio, che fu anche uno dei primi capigruppo degli alpini di Seravezza, e riusci ad ottenere in comodato d'uso dal comune di Seravezza il locale dove ha sede il gruppo degli alpini in congedo, fu un mio caro amico. Con lui frequentai a Roma, dal 15 luglio 1949 al 14 febbraio del 1950 il corso allievi finanzieri. Visti i suoi trascorsi di alpino e successivamente da finanziere, amai definirlo “l'uomo dai due cappelli alpini”; sì da alpino e da finanziere. Li dipinsi su un piccolo cartone telato facendogliene dono durante un pranzo sociale che avvenne successivamente.
A grandi linee conosco la storia gloriosa del Corpo degli alpini, che fu proposto nel 1872 dal G.D. Perrucchetti. Nella guerra 1915/1918, gli alpini combatterono eroicamente. Furono essi a bloccare dopo la disfatta di Caporetto, l'avanzata delle truppe austriache sul Piave, sul Grappa e sul Moltello. La Guardia di Finanza, che ha avuto nelle stelle alpine e nelle penne nere” le sue bandiere, partecipò a questa guerra vittoriosa con 18 battaglioni mobilitati scrivendo pagine di fulgido valore insieme al Corpo degli alpini.
Il 25 gennaio 1943, gli alpini al comando del generale Luigi Reverberi, comandante della divisione Tridentina, sferrarono un violento attacco contro tre divisione russe attestatesi nel villaggio di Nikolajewka, per aprirsi un varco e sfuggire all'accerchiamento da parte dei sovietici che avevano sfondato il fronte lungo il fiume Don. La cruenta battaglia costrinse i russi ad abbandonare le loro posizioni e fu questa una grandissima vittoria degli alpini che riuscirono ad aprire la strada verso il ritorno a casa di 14 mila penne nere, anche se infiniti furono gli alpini che morirono, tant'è che Nikolajewka da allora fu chiamata la loro tomba.
Quando radio Mosca l'8 febbraio 1943, annunciò la loro vittoria contro le forze dell'asse Germania - Italia, la voce dello speaker cambiò tono nel momento in cui disse. “ Solo il Corpo alpino italiano deve ritenersi imbattuto in terra di Russia”.
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