Mio padre fin da quando
ero bambino mi ha sempre detto: “Matteo devi studiare, non ti
voglio vedere con le mani sciupate come le mie, visto il lavoro che
faccio in una fonderia, è importante lo studio per avere migliori
prospettive di vita”. Anche il babbo di Niccolino Barsanti (nome di
battesimo di padre Eugenio Barsanti) esortò suo figlio a studiare
perché anche lui non gli voleva vedere le mani piene di calli come
le sue a causa dal lavoro che faceva in un laboratorio di marmi di
Pietrasanta, e sì che il piccolo voleva lavorare per aiutare a
tirare avanti la famiglia. Niccolino ascoltò la voce del
padre tanto da divenire insegnante di filosofia, matematica e fisica.
Inoltre nel 1854 realizzò insieme all'ingegnere fiorentino Felice
Matteucci il motore a scoppio che rivoluzionò il settore dei
trasporti mondiali. “Sai Matteo, credo che sia molto interessante
insegnare ai ragazzi, essere maestro e/o professore è il massimo per
un uomo, per questo ti consiglierei di fare l'insegnante perché ad
un certo punto, ti potresti considerare il babbo di tutti i tuoi
studenti. Che ne pensi? E paradossale quanto ho detto? A me non
sembra. Pensaci Matteo?”. Cosicché Matteo,dopo le superiori, si
iscrisse all'università di Pisa, dove entro i termini stabiliti si
laureò con il massimo dei voti, più la lode ed il diritto a
pubblicare la sua tesi proprio in matematica e fisica, quest'ultima
applicata al funzionamento di motori senza più l'uso della benzina,
ma con nuove fonti energetiche alternative.
Visto il suo curriculum
universitario davvero eccezionale un giorno il suo docente di fisica
gli disse. “Matteo, il lavoro non ti mancherà mai, vedrai che
subito di chiameranno alla Ferrari dove uomini come te preparati sono
molto richiesti. In alternativa potresti dedicarti, se lo vorrai,
anche all'insegnamento
universitario. Intanto prenditi una vacanza, vai al mare che ti farà
bene al fisico, ti vedo sempre con una faccia pallida.”
“Ho pensato anch'io di
trascorrere una quindicina di giorni al mare”, gli rispose Matteo.
In casa di Matteo il suo
successo negli studi fu molto festeggiato. Il babbo gli regalò una
utilitaria che Matteo assolutamente non voleva. “ Babbo perché hai
speso tanti soldi, Ringrazio tanto anche la mamma per tutto quanto
avete fatto per me, del regalo però non c'era bisogno. “ Ma che
dici Matteo, ti sei dimenticato che hai avuto borse di studio
meritate e quindi noi siamo stati ben felici di aver fatto per te,
che sei il nostro unico figlio, quello che abbiamo ritenuto opportuno
fare. Vai al mare a prenderti un pò di tintarella e divertiti”.
” Grazie babbo, sei
troppo buono, ma non dovevi sacrificarti. Grazie anche alla mamma...
uno di questi giorni inizierò ad andare qualche giorno al mare”,
gli confermò Matteo.
Nel suo paese di
Seravezza Matteo era molto ammirato da tante ragazze. Molte di loro
si sarebbero fatte dare, con molto piacere, lezioni di matematica
visto che era considerato un genio. In giornata Matteo raggiunse
Pietrasanta per visitare la mostra di scultura allestita nel centro
cittadino. La piazza centrale davanti al Duomo era piena di opere
moderne di scultori famosi nel mondo. Il suo occhio fu attratto
da una bella ragazza che ammirava una scultura di donna col bambino
in braccio. Anche Matteo si fermò per ammirare la statua. “ Sembra
una Madonna!”, esclamò a voce alta. “Anch'io ho avuto questa
impressione” le disse lei. “Constato con piacere che nel campo
della scultura abbiamo attenzioni identiche. E questo mi sembra una
bellissima cosa”, precisò Matteo. Scusi signorina le posso
chiedere di dov' è?”. “Sono di Valdicastello, ma lavoro a
Milano”. “ Matteo le chiede ancora: " Che fa di bello nella città della
Madonnina?”. "Lavoro in un atelier dove di creano
abiti di alta moda per le signore, sono una stilista. E' una
passione che ho coltivato sin da quando ero una bambina che si
divertiva a confezionare gli abitini per le mie tante bambole”. “Che bella stilista ho conosciuto oggi. Il suo è un lavoro
creativo, gli abiti, a mio parere, pongono in risalto le belle
fattezze di chi li indossa, specie in campo femminile”. “S'intende
di moda come mi pare di capire, mi fa piacere rilevarlo” le rispose
compiaciuta la giovane donna. "Sono
belle ed emozionanti le sfilate , io dal vero non le ho mai viste.
Soltanto alla televisione le ho guardate. Senta posso offrirle una
bibita o un gelato, scelga lei? Prima avevo fretta, ma ora mi è
passata. Vorrei continuare a parlare con lei”. “Anche a me piace
ascoltarla., mi può dire dove abita e che attività svolge?” “
Abito a Seravezza dove sono nato. Nell'ultima sessione mi sono
laureato all'università di Pisa in matematica e fisica, ho buone
prospettive per il lavoro, ancora dovrò comunque decidere cosa fare
se insegnare o andare a lavorare in una grande fabbrica
automobilistica, Sono stato fortunato, le materie che ho studiato
sono riuscito a capirle molto bene. Non sono un secchione. Leggo e
fortunatamente mi ricordo tutto perché ho un'ottima memoria. Scusi
mi sono messo a parlare , come se la conoscessi da sempre, spero che
non le dispiaccia.”
“Certo che che mi fa
piacere – rispose la ragazza - perché
non posso dirle ciò che penso in questo momento, ma se vuol
saperlo, le dico che per me non è ancora scoccata la scintilla,
chissà però... che non scocchi proprio adesso”. In quel
momento la giovane abbassò timidamente il volto. “Anche per me
non è mai scoccata questa scintilla”sussurrò Matteo. “ Siamo
ancora tutte e due in attesa dello scocco. Sento che mi sto
emozionando, ma che mi succede?Tutto d' un colpo mi è parso di
conoscerla da sempre, con lei mi trovo bene a parlare, ci
comprendiamo. Avverto una sensazione nuova che riscalda il mio cuore.
Andiamo al bar devo bere qualcosa di fresco, lei può prendere ciò
che vuole. Mi dica come si chiama? “ Francesca “ e lei?“.
“Matteo. Mi pare che facciamo una bella coppia, adesso beviamo
qualcosa e poi se è d'accordo mi farebbe piacere fare due passi
lungo la spiaggia del mare della Versilia che frequentò anche
Gabriele d'Annunzio insieme alla Duse alla fine dell'Ottocento.”
“Accetto il suo invito perché lei, e la prego di capirmi, è un
bel giovane che attendevo di conoscere da tempo, finalmente questo
momento è arrivato. Non mi giudichi male, ci andiamo con la mia
macchina” le disse Francesca. Dopo pochi minutii due giovani
camminavano stringendosi le mai lungo la battigia del mare con il
sole che stava tramontando dietro l'orizzonte. I loro volti
esprimevano un'intensa felicità. E quando il sole scomparì Francesca
e Matteo incominciarono a baciarsi furiosamente. Fra loro era nato
un grande amore.
Racconto scritto da Nello Staccherai