venerdì 8 giugno 2012

Francesca e Matteo


Mio padre fin da quando ero bambino mi ha sempre detto: “Matteo devi studiare, non ti voglio vedere con le mani sciupate come le mie, visto il lavoro che faccio in una fonderia, è importante lo studio per avere migliori prospettive di vita”. Anche il babbo di Niccolino Barsanti (nome di battesimo di padre Eugenio Barsanti) esortò suo figlio a studiare perché anche lui non gli voleva vedere le mani piene di calli come le sue a causa dal lavoro che faceva in un laboratorio di marmi di Pietrasanta, e sì che il piccolo voleva lavorare per aiutare a tirare avanti la famiglia. Niccolino ascoltò la voce del padre tanto da divenire insegnante di filosofia, matematica e fisica. Inoltre nel 1854 realizzò insieme all'ingegnere fiorentino Felice Matteucci il motore a scoppio che rivoluzionò il settore dei trasporti mondiali. “Sai Matteo, credo che sia molto interessante insegnare ai ragazzi, essere maestro e/o professore è il massimo per un uomo, per questo ti consiglierei di fare l'insegnante perché ad un certo punto, ti potresti considerare il babbo di tutti i tuoi studenti. Che ne pensi? E paradossale quanto ho detto? A me non sembra. Pensaci Matteo?”. Cosicché Matteo,dopo le superiori, si iscrisse all'università di Pisa, dove entro i termini stabiliti si laureò con il massimo dei voti, più la lode ed il diritto a pubblicare la sua tesi proprio in matematica e fisica, quest'ultima applicata al funzionamento di motori senza più l'uso della benzina, ma con nuove fonti energetiche alternative.
Visto il suo curriculum universitario davvero eccezionale un giorno il suo docente di fisica gli disse. “Matteo, il lavoro non ti mancherà mai, vedrai che subito di chiameranno alla Ferrari dove uomini come te preparati sono molto richiesti. In alternativa potresti dedicarti, se lo vorrai, anche all'insegnamento universitario. Intanto prenditi una vacanza, vai al mare che ti farà bene al fisico, ti vedo sempre con una faccia pallida.”
“Ho pensato anch'io di trascorrere una quindicina di giorni al mare”, gli rispose Matteo.

In casa di Matteo il suo successo negli studi fu molto festeggiato. Il babbo gli regalò una utilitaria che Matteo assolutamente non voleva. “ Babbo perché hai speso tanti soldi, Ringrazio tanto anche la mamma per tutto quanto avete fatto per me, del regalo però non c'era bisogno. “ Ma che dici Matteo, ti sei dimenticato che hai avuto borse di studio meritate e quindi noi siamo stati ben felici di aver fatto per te, che sei il nostro unico figlio, quello che abbiamo ritenuto opportuno fare. Vai al mare a prenderti un pò di tintarella e divertiti”.
” Grazie babbo, sei troppo buono, ma non dovevi sacrificarti. Grazie anche alla mamma... uno di questi giorni inizierò ad andare qualche giorno al mare”, gli confermò Matteo.

Nel suo paese di Seravezza Matteo era molto ammirato da tante ragazze. Molte di loro si sarebbero fatte dare, con molto piacere, lezioni di matematica visto che era considerato un genio. In giornata Matteo raggiunse Pietrasanta per visitare la mostra di scultura allestita nel centro cittadino. La piazza centrale davanti al Duomo era piena di opere  moderne di scultori famosi nel mondo. Il suo occhio fu attratto da una bella ragazza che ammirava una scultura di donna col bambino in braccio. Anche Matteo si fermò per ammirare la statua. “ Sembra una Madonna!”, esclamò a voce alta. “Anch'io ho avuto questa impressione” le disse lei. “Constato con piacere che nel campo della scultura abbiamo attenzioni identiche. E questo mi sembra una bellissima cosa”, precisò Matteo. Scusi signorina le posso chiedere di dov' è?”. “Sono di Valdicastello, ma lavoro a Milano”. “ Matteo le chiede ancora: " Che fa di bello nella città della Madonnina?”. "Lavoro in un atelier dove di creano abiti di alta moda per le signore, sono una stilista. E' una passione che ho coltivato sin da quando ero una bambina che  si divertiva a confezionare gli abitini per le mie tante bambole”. “Che bella stilista ho conosciuto oggi. Il suo è un lavoro creativo, gli abiti, a mio parere,  pongono in risalto le belle fattezze di chi li indossa, specie in campo femminile”. “S'intende di moda come mi pare di capire, mi fa piacere rilevarlo” le rispose compiaciuta la giovane donna. "Sono belle ed emozionanti le sfilate , io dal vero non le ho mai viste. Soltanto alla televisione le ho guardate. Senta posso offrirle una bibita o un gelato, scelga lei? Prima avevo fretta, ma ora mi è passata. Vorrei continuare a parlare con lei”. “Anche a me piace ascoltarla., mi può dire dove abita e che attività svolge?” “ Abito a Seravezza dove sono nato. Nell'ultima sessione mi sono laureato all'università di Pisa in matematica e fisica, ho buone prospettive per il lavoro, ancora dovrò comunque decidere cosa fare se insegnare o andare a lavorare in una grande fabbrica automobilistica, Sono stato fortunato, le materie che ho studiato sono riuscito a capirle molto bene. Non sono un secchione. Leggo e fortunatamente mi ricordo tutto perché ho un'ottima memoria. Scusi mi sono messo a parlare , come se la conoscessi da sempre, spero che non le dispiaccia.”

“Certo che che mi fa piacere – rispose la ragazza - perché non posso dirle ciò che penso in questo momento, ma se vuol saperlo, le dico che per me non è ancora scoccata la scintilla, chissà però... che non scocchi proprio adesso”. In quel momento la giovane abbassò timidamente il volto. “Anche per me non è mai scoccata questa scintilla”sussurrò Matteo. “ Siamo ancora tutte e due in attesa dello scocco. Sento che mi sto emozionando, ma che mi succede?Tutto d' un colpo mi è parso di conoscerla da sempre, con lei mi trovo bene a parlare, ci comprendiamo. Avverto una sensazione nuova che riscalda il mio cuore. Andiamo al bar devo bere qualcosa di fresco, lei può prendere ciò che vuole. Mi dica come si chiama? “ Francesca “ e lei?“. “Matteo. Mi pare che facciamo una bella coppia, adesso beviamo qualcosa e poi se è d'accordo mi farebbe piacere fare due passi lungo la spiaggia del mare della Versilia che frequentò anche Gabriele d'Annunzio insieme alla Duse alla fine dell'Ottocento.” “Accetto il suo invito perché lei, e la prego di capirmi, è un bel giovane che attendevo di conoscere da tempo, finalmente questo momento è arrivato. Non mi giudichi male, ci andiamo con la mia macchina” le disse Francesca. Dopo pochi minutii due giovani camminavano stringendosi le mai lungo la battigia del mare con il sole che stava tramontando dietro l'orizzonte. I loro volti esprimevano un'intensa felicità. E quando il sole scomparì Francesca e Matteo incominciarono a baciarsi furiosamente. Fra loro era nato un grande amore.

Racconto scritto da Nello Staccherai

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