sabato 18 giugno 2011

PACE UNIVERSALE

Epressione di una amore infinito fra tutti gli uomini della terra

Quando ritorno a percorrere le strade di Seravezza, un fatto che , ahimè, avviene sempre più raramente, sono poche le persone di mia conoscenza che mi capita d'incontrare; a volte mi pare di essere un “ forastièro”, sì un uomo proveniente da un paese lontano.

E' al cimitero, dove riposano i resti dei miei genitori e di altri stretti parenti e cari amici e conoscenti che la mia memoria si accende al ricordo nitido della moltitudine di gente che conobbi fin da quando ero bambino.

La visione delle loro tombe marmoree, di loculi, di cumuli di terra che mani amorose hanno trasformato in aiuole fiorite, di molte luci sempre accese, e di infiniti vasi colmi di fiori, oltre che a commuovermi, mi induce anche a riflettere sulla nostra breve esistenza terrena.

Una riflessione che mi fa comunque pensare ad una vita di valori se vissuta senza guerre fra i popoli del mondo in un clima di pace universale, intesa come espressione di un amore infinito fra tutti li uomini, secondo il disegno di Colui che ci ha creato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi dispiace aver scoperto soltanto adesso questo sito, avrò però il vantaggio di ritrovarmi un numero considerevole di gradevoli letture da godermi tutte d’un fiato. Chiunque provi un così sensibile amore per la propria terra, per il proprio passato, per il monumento più importante ma anche e soprattutto per la pietra o l’albero meno significativi, non può non dispiacersi del nuovo qualunquismo che tutto ha cancellato o sta cancellando, compresa la storia importante o meno della nostra Seravezza. In un mondo costruito su grandi e falsi simboli di pagana memoria, i suoi semplici ricordi di piccola vita vera sono un tesoro inestimabile al confronto delle odierne patacche. Lei si lamenta perché non può più vedere il vecchio Ponticello o la Fucina, pensi a me che non li ho mai visti, mi è stata negata una pagina di storia fatta con le pietre e con il lavoro del mio passato. Colpa dello straniero? E’ sempre colpa dello straniero ma stranieri non erano quelli che trucidavano i contadini meridionali distruggendone i paesi al pari dei futuri nazisti e questi ultimi non erano qui per caso. Non li aveva certamente chiamati mio nonno contadino in Pancola. La storia non viene mai presa ad esempio, viene strumentalizzata quando questo torna utile e divisa in fabbisogni di schieramento, viene trasformata, trasfigurata. Eppure la storia, come la natura, prima o poi si riprende sempre tutto.

Grazie,
Maurizio
Seravezza, capitale del mio mondo

. ha detto...

Gentile signor Maurizio,

con piacevole sorpresa ho letto il suo commento ad uno degli ultimi miei scritti, che in verità mi ha molto commosso, tanto da riempire i miei occhi di lacrime. E' molto bello ciò che ha scritto, tanto da farmi pensare di non meritare un giudizio così altamente positivo dettato dal suo nobile cuore. Condivido in toto quanto lei ha scritto, per quanto attiene le pagine di storia tenute nascoste per quanto attiene i misfatti risorgimentali.
E' vero ho amato e amo la mia Seravezza anche se ora, in età avanzata, qualche volta non mi ci sono più ritrovato.
Contraccambio cordialissimi saluti,
Renato Sacchelli