Il pomeriggio del 6 agosto 2005 ad Azzano fu inaugurato il monumento in marmo bianco dedicato alla Madonna del Cavatore. L'opera venne collocata su un terreno di proprietà di Primo Giorgi, un luogo che lui si augurava che fosse trasformato in un laboratorio all'aperto per giovani di ambo i sessi olandesi , francesi, tedeschi, americani e di altre nazioni, e dove aleggia sicuramente lo spirito di Michelangelo , ricordato appunto da Giorgi sulla piccola lapide murata sul muro di basamento del monumento, scolpito dallo scultore di San Francisco (California) John Fisher, sulla quale si legge: “ E sosta fece / sull'ameno colle / onde ne trasse / i bianchi marmi – 1518 1521 “.
Il monumento fu benedetto da don Hermes il parroco della Cappella.Diverse furono le ragioni che indussero Giorgi ad acquistare questo monumento in marmo bianco, del peso di 7/8 tonnellate.
In primis si deve alla devozione che da sempre nutriva per la Madonna del Cavatore , la cui medaglia che era solito portare attaccata ad una catenina allacciata al collo, impedì nel 1947 che un colpo partito da un'arma che stava maneggiando, di penetrare nel suo corpo, tanto da salvargli la vita, come un giorno mi raccontò. Questo monumento l'ha voluto anche per onorare i suoi avi, il babbo che fu cavatore ed anche il nonno Adamo che morì sulla cava ed il giovane figlio perito in seguito ad un tragico incidente stradale ed infine tutti i cavatori , e sono tanti, che sono periti in seguito alle disgrazie, sempre accadute nel tempo. Anche i miei antenati , Pietro, il mio bisnonno ( classe 1848) e mio padre Orlando ( classe 1906) lavorarono sulle cave di Seravezza durante gli anni della loro giovinezza.
Il figlio di Giorgi amava molto i luoghi montani dei suoi avi e nutriva l'ambizione di poter un giorno trasformare quel terreno, sul quale sono cresciuti frondosi castagni ed altri grossi alberi, e dove sorge una casetta munita di tutti i servizi, in una scuola all'aperto per apprendisti scultori.
Su un tratto di questa proprietà scorre la via intitolata “Martiri del Lavoro” che da Azzano conduce al monte Altissimo, il monte di Michelangelo.
Nell'anno 2000, Primo costruì nella sua proprietà una Cappella per onorare la memoria del suo babbo Adamo. Dopo la morte di suo figlio in questa cappella Giorgi ha fatto murare una lapide per onorare anche il figlio prematuramente scomparso. Alla cerimonia di inaugurazione del monumento assistettero diversi artisti stranieri che ogni anno raggiungono questa località montana per dedicarsi alla scultura, ed una folta schiera di amici di Primo, uomo di fede cristiana che da giovane prestò servizio militare nel Corpo degli Alpini e nel dopoguerra si arruolò nel Corpo della Guardia di Finanza , tant' è chi scrive era solito definirlo l'uomo dai due cappelli: alpino e da finanziere. Certo di fargli cosa gradita, anni fa gli donai un piccolo quadro da me dipinto con questi due cappelli alpini,Subito dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943 fu imprigionato dai tedeschi e rinchiuso in un lager in Polonia. Frequentai con lui nel 1949 il corso allievi finanzieri presso la caserma Piave di Roma. Con noi c'era anche il versiliese Angelini Guido e Ermanno Dalle Luche residente a Camaiore. Con la morte di Primo e di Ermanno siamo rimasti ancora in vita in due: io e l'amico Guido. Giorgi Primo amava cantare spesso le struggenti canzone degli alpini che ancora ricordava. Lui più anziano di qualche anno riusciva sempre a far mantenere alto il morale dei più giovani allievi.“ L'arte – come disse nel suo discorso don Hermes prima di benedire l'opera – per le cose belle che esprime affratella gli esseri umani di qualsiasi colore ed etnia, inducendoli a volersi bene fra loro. Questo fu il messaggio che da Azzano, Giorgi lanciò agli uomini di buona volontà. Tentò di esprimere compiutamente questo concetto con le proprie parole, ma la forte emozione gli serrò la gola, fino a che il caloroso applauso dei presenti gli diede la forza per concludere la sua breve prolusione. Non dimenticò don Giovanni Dini che a guerra finita succedette alla Cappella a don Luigi Vitè. Fu don Dini ad istituire la bella festa della Madonna del Cavatore. Il 2 settembre 1946 da Azzano partì la processione durante la quale fu portata fino alla Polla la bella formella reffigurante questa Madonna scolpita dal grande scultore Leone Tommasi e da lì, con la teleferica, arrivò sulla cava della Tacca Bianca dove fu murata. Quando nel 1979,tale cava divenne deserta ed inaccessibile, la formella venne tolta per essere collocata in località La Polla, dove tuttora si trova.Dopo la benedizione del monumento e le note del silenzio uscite dalla tromba di Giorgio Martini musicante della fanfara degli alpini di Seravezza, alcune scultricI straniere iniziarono a cantare l'Ave Maria, al coro si unirono anche tante voci dei presenti. Al termine della bella cerimonia Giorgi Primo offrì un ottimo e abbondante rinfresco.
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