martedì 26 ottobre 2010

Nucleare sicuro? Non esiste

Intendo parlare delle centrali nucleari, necessarie per sfruttare, in modo pacifico, la potenza dell’energia derivata dalla fissione dell’uranio, che per primo ottenne, nel 1935, il grande scienziato Enrico Fermi e altri suoi eminenti collaboratori, un gruppo di studiosi ricordati dalla storia come i ragazzi di via Panisperna. Per questa eccezionale scoperta nel 1938 fu assegnato il premio Nobel per la fisica a Fermi. Fu il primo passo per lo sfruttamento dell’atomo. Poi si arrivò con gli studi, in primis di Oppenheimer Robert Julius, alla costruzione della prima bomba atomica. Gli effetti devastanti di queste bombe lanciate dagli americani, nel corso della seconda guerra mondiale, su Hiroshima e Nagasaki, per indurre il Giappone ad arrendersi, sin da quand’ero ragazzo, oltre a farmi fremere dall'orrore, mi fecero pensare che tale energia, per il bene dell’Umanità, dovesse essere sfruttata soltanto per scopi pacifici.

Debbo dire che accolsi con piacere la notizia della costruzione all’estero delle prime centrali nucleari, per la produzione di energia elettrica di cui ogni nazione aveva e continua ad avere sempre più bisogno. Durante i miei saltuari viaggi in treno a Roma, effettuati in passato, vidi spesso nei pressi della stazione ferroviaria di Montalto di Castro, un grande cantiere, dove doveva sorgere una grande centrale nucleare. Nel 1986 purtroppo esplose a Chernobyl, in Ucraina, una centrale nucleare per la produzione di energia. Nell’atmosfera fu rilasciato pericoloso materiale radioattivo, con numerosi morti e gravissimi danni all'ambiente e alle persone. Nubi tossiche si sparsero nei cieli europei. Da tale disastro iniziò la campagna contro la costruzione in Italia di questo tipo di centrali nucleari.

Nel 1987 ci fu un referendum che confermò la volontà del popolo italiano a non costruire centrali delle specie. Da lì in avanti avremmo dovuto fare ricorso ad altri mezzi per produrre energia elettrica. Una cosa è certa, il carbone, il petrolio e il nucleare sono soluzioni rivelatisi inquinanti e pericolose, oltre a generare conflitti tra i paesi produttori e le nazioni che nel proprio sottosuolo non dispongono delle materie prime. D'altro canto il petrolio, arrivato ormai a prezzi altissimi, impone la soluzione del problema ricorrendo a vie energetiche alternative. Mi è molto piaciuto ciò che disse tempo fa il premio Nobel Carlo Rubbia in una intervista a Repubblica: “Non esiste un nucleare sicuro, il carbone è altamente inquinante e nocivo e soltanto l’energia solare e quella eolica sono in grado di dare risposte sostenibili al problema energetico mondiale”. Anni addietro lessi, su un altro quotidiano, le grandi difficoltà che vi sono per trovare siti idonei per lo smaltimento delle scorie derivate dalla produzione dell’energia nucleare. E i moltissimi anni che debbono trascorrere per arrivare a tale soluzione (22 mila anni secondo Rubbia).

Alla luce di quanto di questi elementi voglio sperare che in Italia non vengano mai costruite centrali nucleari.

1 commento:

Orlando ha detto...

Il problema vero credo sia quello delle scorie. Questo stesso propblema assilla enormemente la Francia, che guarda caso ha tutto l'interesse a rifilarcene una parte.