domenica 24 ottobre 2010

Gita della maggiolata nelle terre di Siena

Il primo maggio 2008 partecipai alla gita organizzata dalla Milizia dell’Immacolata, formata da pie donne della chiesa di Casciavola (PI) della quale è parroco, dal 1992, don Nino Guidi, ch’é un grande sacerdote versiliese da sempre impegnato a fare del bene al prossimo, in special modo ai più poveri senza distinzione di etnia o del colore della pelle. Pensa ai più bisognosi che a se stesso. Con questo sacerdote, nato a Pruno di Stazzema, quando frequento la chiesa a me pare di respirare l’aria della terra dove sono nato. Meta della visita è stata la località di S. Angelo Cinigiano al confine delle provincie di Siena e Grosseto, dove esiste la grandiosa casa vitivinicola “Banfi” che produce il vino “Brunello”, famoso in tutto il mondo.
Fino alla stazione di Siena siamo arrivati a bordo di un pullman, poi abbiamo proseguito il viaggio con un treno a vapore, composto da più vetture, chiamato della Maggiolata che ha attraversato terreni ubertosi con tanti vigneti. Salire su una vecchia vettura di legno di terza classe ha fatto subito riaffiorare alla mia mente il mio primo viaggio in treno effettuato nel 1937 o nel 1938 da Querceta ad Avenza di Carrara, quando i miei genitori una domenica mattina decisero di andare a trovare a Miseglia la famiglia di una sorella della mia mamma che aveva sposato un uomo di quella località.

Mio padre era appena ritornato dall’Africa settentrionale dove era andato a lavorare con una squadra di cavatori di Seravezza, assunti per costruire le strade dell’impero, da poco conquistato da Mussolini. Mi pare ancora di vedere i pesciolini colorati che si muovevano in una vaschetta al centro della piazza di Carrara e la mulattiera che percorremmo in mezzo agli olivi per arrivare a casa di questa mia zia.
Per tanti anni, a partire dal 1949, ho sempre viaggiato su quel tipo di carrozze. Ricordo, in particolare le sbuffanti locomotive a vapore impiegate anche dalla Tranvia Alta Versilia per il trasporto sia dei viaggiatori che dei blocchi di marmo fino alla tragica dell’estate del 1944 quando i tedeschi imposero l'ordine di sfollamento alla popolazione versiliese che durò fino al mese di settembre sempre del 1944, data in cui sulla nostra terra inziarono aspre battaglie in particolare sui monti di Seravezza e nelle zone della marina del Cinquale e di Montignoso che durarono fino all'aprile del 1945. Nel salire sul treno della maggiolata, mi sono rivisto quando da piccolo mi soffermavo al Ponticello di Seravezza ad ammirare queste potenti macchine a vapore nel momento in cui si fermavano davanti al molino del Bonci per effettuare il rifornimento di acqua, guidate da due uomini che apparivano davanti ai miei occhi due autentici colossi.

Giunti a S.Angelo Cinigiano ci attendeva alla stazione una fanfara che ci ha accolto suonando canzoni briose. Sospinti dall’allegria di queste note siamo giunti alla famosa cantina “Banfi” dove un dirigente ci ha parlato del vino che produce da uve scelte e selezionate, prodotte dalla coltivazione di vigneti su un territorio di 850 ettari. Poi ci ha fatto visitare l’interno del grande stabilimento dove ho visto botti di rovere di 60 -70 hl e tante altre più piccole. Ci ha descritto le tecniche per la eliminazione, con speciali macchine, delle sostanze meno nobili del vino che appena messo nelle botti viene subito venduto ad acquirenti di tutto il mondo. In quel grande stabilimento fra infinite bottiglie di vino, botti speciali e tini di rovere e acciaio, c’era da smarrirsi.

Il pranzo, cucinato dalle donne della locale Pro Loco, per tutti i 500 partecipanti alla gita, molti provenienti anche da Terni e da altre località della Toscana, è stato consumato su grandi tavolate poste sotto un ampio tendone. Ottima sia la ribollita che le salsicce alla brace davvero molto saporite e gustose.ed ottimo anche il vino bevuto. Ringrazio ancora la presidentessa della regione Toscana della Milizia dell’Immacolata, signora Nara Tani, residente a Casciavola per avere organizzato questa bellissima gita nelle terre di Siena (sin da quand’ero piccino sentivo spesso dire dalla mia mamma che Siena era la madre lingua italiana) ed averci allietato il tempo trascorso a bordo del pullman recitando con molta bravura divertenti poesie di Trilussa, raccogliendo scroscianti applausi anche per la sua capacità scenica artistica di grande spessore...

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