Lessi con gioia e commozione quanto scrisse sulla Cronaca libera (foglio telematico) i primi giorni del mese di gennaio del 2010 Giuseppe Vezzoni su don Mario Mencaraglia, sacerdote che conobbi quando tenne nel salone della Misericordia, di Seravezza, ai tempi in cui era governata dall' indimenticabile Dr. Luigi Santini, brillanti conferenze sull'arte sacra, a cui si dedicarono, ottenendo magistrali opere, grandi artisti nati nel passato nel comune di Stazzema. In verità la prima volta lo vidi a Volegno quando, nel mese di agosto 1988, fu festeggiato il centenario della torre campanaria di quel paesino dell'alta Versilia. La sera del 24 agosto la trascorsi lassù con i miei familiari e fu una serata fantastica, come lasciava intravedere il programma delle manifestazioni intitolato "Musica come parola", Cantò il tenore Giancarlo Deri, si esibirono il musicista Massimiliano Grazzini, ed anche un giovane chitarrista di cui non ricordo il nome. Poi danzò da sogno Enrica Salvatori e furono lette liriche dagli stessi poeti presenti, tra i quali ricordo il presidente pro-tempore dell'accademia della Rocca Vittoriano Orlando e le brillantissime Aurora Bresciani ed Edoarda Banchieri.
Il pubblico presente fu accolto con grande affettuosità e generosità Furono offerti biscotti fatti in casa e del buon vino. Ricordo l'espressione felice dell'uomo che mi versò un pò di vino nel bicchierino che poco prima mi aveva dato. "Lo servo io , lo servo io", ripeteva, mentre tentavo di fare tutto da me. Questa accoglienza cordiale signorile e generosa , se anche si pensa al fatto che tutti gli spettacoli furono offerti gratuitamente mi colpirono, tanto da farmi pensare che a Volegno, accanto al loro parroco don Mario c'era gente davvero eccezionale. Di quella bella serata di festa oltre a conservare nel mio cuore un bel ricordo, mi è rimasta la preziosa medaglia, che acquistai in quell'occasione, che fu coniata per ricordare ai posteri i cento anni della torre campanaria. Furono gli uomini dei nostri monti a volere questa torre e molto faticoso fu il lavoro che svolsero per edificarla. La vollero perché il suono dolce delle campane richiamassero l'attenzione dei fedeli a riunirsi per festeggiare le feste parrocchiali che allietano sempre i cuori della collettività paesana e per pregare nella casa di Dio durante le feste del Signore C'è anche il suono del tocco da morto emesso da una campana che invita i fedeli alla preghiera quando avverte la gente che nella loro chiesa sarà celebrata la santa messa a suffragio dell'anina di un uomo arrivato alla fine del suo cammino terreno.
Incontrai ancora don Mario Mencaraglia quando la banda di Seravezza,della quale facevano parte due miei cari amici, Alberto Benti e Mario Tarabella,davvero eccezionali suonatori si trombone il Benti e del sassofano e clarinetto il Tarabella,purtroppo scomparsi in questi ultimi anni, effettuò un concerto davanti alla chiesa di Pruno. Fu Don Mario a fare gli onori di casa. Terminato il concerto ai musicanti furono offerte gustose panzanelle, schiacciatine e pizzette e bibite analcooliche.
Dal mio parroco Don Nino Guidi, nato a Pruno ho saputo che don Mario vive tuttora sul monte di Ripa. Voglio ancora ringraziare don Mario per l'alto magistero sacerdotale svolto a beneficio della popolazione dell'Alta Versilia che sicuramente non lo dimenticherà mai.
Anche se don Maria Mencaraglia, non è più il loro parroco il cuore di questo sacerdote è e rimarrà sempre ricco dell'amore divino di Dio nostro Padre Misericordioso.
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