mercoledì 30 marzo 2011

Nimo pole treppicà la dignità del'omo

Tante cose ho imparato nel fiume
'l corso d'acqua de la mmi' fanciullezza
vissuta ne la mi dolce Seravezza.

Palcoscenico di giòchi e di bagni
per le secolari tribolazioni de la vita
sul fiume ebbi 'pprimi affanni.

'Nsieme al mio fratello, agliutavo mi mà
a portà su la strada barrocci di sassi.
“Ci voglino 'soldi per comprà 'l pane!”.

'L laboro è duro. È pesante , è fadiga,
ma fin dagli anni trascorsi nel fiume
sempre credetti che fusse fonte di vita.

Le anguille le chiappavo da solo
con la forchetta che ci mangiao
'na, du' poghe si, ma mi contentao.

Ho sempre sognato 'n mondo migliore,
senza sfruttati, più giusto, più umano,
senza più guerè, ma ricco d'amore.

Nimo pole treppicà la dignità del'òmo!
E gguai a chi gli toglie quanto ha guadagnato
col su onesto e fatigoso labòro.

Mai ho scordato quel corso di acqua perenne
che, ne le sere d' istate spesso viddì luccicà
sotto 'l lume de la splendente luna e de le stelle.

Doppo tanti anni sento sempre nel còre
per il fiume duve fui adducato a la vita,
un vivo e grandissimo amore

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