martedì 21 settembre 2010

Difendere le nostre radici cristiane

Frequentavo la scuola elementare di Seravezza, quando un giorno,negli Anni 30, il maestro parlò in classe delle Crociate. Qualche giorno dopo ci descrisse anche lo scontro navale che avvenne il 7 ottobre 1571 nelle acque antistanti Lepanto, conclusosi con la vittoria dell’armata navale cristiana. Benché siano trascorsi tanti anni da quel giorno lontano della mia fanciullezza, ricordo ancora la forte commozione che mi pervase mentre ascoltavo il mio insegnante, con gli occhi che si inumidivano dalle lacrime. Nel mio cuore di bimbo rimase impressa la figura di Goffredo di Buglione, duca della Bassa Lorena, che insieme a Baldovino di Fiandra, Tancredi e Boemondo d’Altavilla, partecipò alla prima spedizione ( 1096- 1099) che si concluse con la conquista di Gerusalemme. Mi colpì il suo rifiuto ad essere nominato re della Terrasanta; accettò solo il titolo di difensore del Santo Sepolcro. Torquato Tasso, nella Gerusalemme liberata fa di Goffredo di Buglione il prototipo dell’eroe cristiano. Cresciuto con nel cuore il mito di Goffredo di Buglione, mi è sempre stato difficile capire tutte le religioni diverse da quella cristiana. Peraltro, ho sempre pensato che la nostra fede cristiana, che predica l’amore, la carità ed il perdono, sia l’unica che possa condurre tutti gli uomini della terra a vivere in un mondo migliore, più giusto, più umano e senza steccati, muri, frontiere e lotte di classe. Vorrei far capire a quegli Iman che svolgono le loro prediche in Italia, che Roma, la città eterna, capitale mondiale della cristianità, mai sarà islamizzata. La nostra cristianità sarà difesa con tutte le nostre forze. Noi abbiamo rispetto per tutte le altre religioni, anche se quella islamica ci appare incompatibile con quella cristiana. Così come abbiamo rispetto verso coloro che professano altre religioni, esigiamo che analogo riguardo sia doveroso averlo verso tutti i cristiani. Il rispetto vuole rispetto. Diversamente si arriva al caos. Gli immigrati musulmani in Italia hanno ampiamente dimostrato di non volersi adeguare alla leggi del Paese che li ospita. Leggendo un autorevole quotidiano ho appreso che Bausani e Fahad, autori del libro L’Islaismo, hanno affermato: “L’Islam, non ammettendo la conoscenza razionale di Dio e del mondo, fonda le sue conoscenze solo sulla fede come valore assoluto, cioè su un fideismo cieco in nome del Corano…”
Il Corano non può essere compreso da un cristiano perché in esso è prescritta la guerra anche se non vi piace (Cor.2.216). “Uccidete gli idolatri ovunque li troviate (Cor.9.5). “Profeta !Lotta contro gli infedeli e gli ipocriti e sii duro con loro (Cor. 66.9.). Infine, Il Corano è l’unica legge religiosa e civile, immutabile e intoccabile, il vero musulmano non conosce la tolleranza e non cede mai, “o fai ciò che lui vuole, oppure si arriva alla guerra”, ecco ciò che recentemente ha scritto su il Tempo Carlo Sgorlon.
Credo che sarebbe ora di finirla con questi sanguinosi scontri religiosi, durante i quali, oltre a tanti morti da ambo le parti, vengono distrutte anche le case di Dio; tutti gli uomini del mondo dovrebbero sentirsi veramente fratelli e lavorare uniti per arrivare insieme alla fine della nostra vita terrena, lassù nel Cielo, dove brilla la luce, dove c’è la pace, perché morire è vivere, eternamente un premio solo per gli uomini giusti.

2 commenti:

Valerio ha detto...

Signor Renato, non me ne voglia. Ma non crede sia sbagliato riproporre, nel 2010, toni da crociata? Imitare gli integralisti islamici non è pericoloso?

renato.sacchelli@gmail.com ha detto...

Signor Valero,
La ringrazio ancora per il suo nuovo commento perché mi consente di chiarire il pensiero che ho espresso, sia pure in sintesi.
Devo dirle che non ho accennato a come il mio maestro definì i musulmani che avevano occupato Gerusalemme e il Santo Sepolcro; si disse che erano degli infedeli. La distruzione recente di chiese cattoliche e l'uccisione dei fedeli cristiani che non finisce mai, credo che dia a uomini pacifici, il diritto di alzare la voce e difendere la libertà religiosa e politica. Io sono convinto che gli uomini della Terra debbono unirsi per assicurare a tutte le genti il bene comune di cui hanno bisogno durante il loro cammino terreno, nel pieno rispetto sia delle idee che della fede da ciascun uomo osservate.Il mio pensiero non mi senbra che sia pericoloso. Cordiali saluti, Renato Sacchelli