sabato 1 gennaio 2011

IL MAESTRO BRUNO GUERRINI: UN EROE SENZA MEDAGLIA

Un giorno, verso la fine degli Anni 30, nella via in cima al Chiasso, dove noi scolari attendevamo di entrare nella scuola elementare, vidi che alcuni maestri parlavano con un giovane, bello di viso e con un sorriso splendente, ch'è sempre è rimasto impresso nei miei occhi.
Era il maestro Bruno Guerrini, come seppi dalla voce che si sparse fra noi ragazzi; ricordo che portava i pantaloni alla “zuava “ e che non mi sembrò essere alto di statura.
Da allora non rividi più quel giovanottino molto distinto.
Ero chierichetto, quando nel duomo di Seravezza, alla presenza di tutta la scolaresca, del direttore, Giuseppe Masini dei maestri e maestre, e di tantissime persone,tra le quali anche lo scultore pietrasantino Pietro Bibolotti, padre del tenente Enrico medaglia d'argento al valore militare ucciso durante una battaglia che ci fu cinque giorni prima della morte del suo amico Bruno Guerrini, fu celebrata una S. Messa a suffragio dell’anima del maestro Bruno Guerrini, sottotenente della 10^ Compagnia anticarro della Divisione Bologna, caduto a Mages Belamedt (Tobruk) il 26 novembre 1941, durante una battaglia combattuta contro le forze neozelandesi che disponevano di carri armati, contro i quali, i colpi dei piccoli cannoni anticarro in dotazione ai militari della divisione Bologna non causavano alcun danno.
In quella sanguinosa battaglia perirono 45 ufficiali ed un migliaio tra sottufficiali e soldati italiani.Stando alla testimonianza di un anonimo soldato dell'Alta Versilia rimasto ignoto, Mauro Barghetti apprese che Bruno Guerrini suo fraterno amico fin da bambino perì eroicamente, mentre con gli uomini del suo caposaldo uccisi, continuò da solo con il suo cannoncino a sparare contro un carro armato, che centrò senza che il mezzo nemico subisse danni atti a fermare la sua avanzata. Quando si accingeva a sparare l'ultimo colpo fu colpito in pieno da una cannonata nemica che lo uccise sul colpo.Il suo corpo ridotto a brandelli sanguinanti finì sopra il mucchio dei suoi soldati uccisi durante quello spaventoso scontro.
Ricordo ancora la commozione ed il generale rimpianto di tutta la comunità seravezzina per la immatura scomparsa di questo suo giovane figlio.
L’immagine fotografica di quel giovane in divisa militare riapparve ai miei occhi a metà degli Anni 50, in un quadro attaccato alle pareti della cameretta che i nonni materni della mia fidanzata Angela, figlia di Pucci Giuseppe e di Bruna Guerrini, sorella di Bruno, morto eroicamente sul fronte di Tobruk, tenevano come se il loro amato figlio fosse sempre vivo fra loro. Questo fatto a mio parere fu un fulgido esempio di un immenso amore filiale che mi lascia ancora profondamente commosso. Questa cameretta era arredata con gli stessi mobili, scrivania e libri che Bruno aveva nella sua stanza della casa che i suoi genitori possedevano alla Fucina, e che essi riuscirono a salvare prima che l'immobile venisse fatto saltare in aria dai tedeschi insieme a tutte le case del rione, dal lungofiume fino a Riomagno e dei paesi di Ripa e di Corvaia.
Molti anni più tardi la figura del giovane e dolce maestro Bruno Guerrini (profondamente legato ai genitori ed alle due sorelle) è riaffiorata sia nei libri di Giorgio Giannelli che in alcuni articoli di Mauro Barghetti pubblicati sul periodico mensile Versilia Oggi.
Mauro Barghetti, aveva pubblicamente propugnato l’idea di ricordare l’amico fraterno Bruno Guerrini, con il quale aveva studiato insieme presso l’Istituto Magistrale di Pisa,fino a
diplomarsi entrambi maestri,con una lapide da murare presso le scuole elementari di Seravezza da essi frequentate.
Il Barghetti era a conoscenza del fatto che a Pisa, l’Istituto dove il maestro di Seravezza si era diplomato, aveva dedicato un’aula alla sua memoria.
Perché non farlo anche a Seravezza, seppure con notevole ritardo?
Mentre Mauro Barghetti raccontava anche a me questi fatti, non riuscìvo a capire le ragioni di questa insensibilità dimostrata “in primis” nel 1941 dalle autorità scolastiche di Seravezza.
A Pisa l’Istituto Magistrale volle subito ricordare in modo solenne questo suo studente, morto eroicamente in guerra a 24 anni, dedicandogli, alla sua memoria un'aula. Perché Seravezza, il suo paese natale lasciò cadere tutto nel silenzio?
Visto il vanificarsi di quanto propugnato da Mauro Barghetti, questi invitò mia moglie e sua sorella Anna, figlie della sorella di Bruno, ad indirizzare un'istanza al signor sindaco di Seravezza perché fosse murata nella scuola elementare una lapide a ricordo del loro zio Bruno. Nella lettera che fu inviata, esse si fecero carico di tutte le spese relative all'acquisto della lapide, alla scultura sul marmo di quanto avrebbe scritto Mauro Barghetti ed al pagamento del muratore, In attesa di ricevere la risposta del signor Sindaco di Seravezza, un giorno mi chiamò al telefono il generale di Squadra Aerea, in pensione, Bruno Buselli, nativo di Ripa, pluridecorato al valor militare e di altre onorificenze) che aveva sposato Carla Bastianelli, figlia della sorella di Agostina Falconi, madre di Bruno Guerrini, perché mi interessassi della pratica, al fine di riuscire a superare lo “stallo” che, a suo dire, stava rallentando il procedere della trattazione della pratica relativa alla collocazione della lapide nella scuola elementare di Seravezza.
Mi fece anche i nomi del Sindaco e dell'assessore Marcucci con il quale lui si era già incontrato nei loro uffici .
Fu così che mi recai a parlare con il Signor Sindaco Lorenzo Alessandrini e con l'assessore alla cultura Ezio Marcucci. Fui accolto da entrambi con molta gentilezza. Mi parve di capire che la pratica sarebbe stata esaminata nel più breve tempo possibile.Non mi furono rappresentati motivi in ordine ai quali la lapide non sarebbe stata murata.
Con il parere favorevole degli organi scolastici il comune autorizzò la muratura di questa lapide in ricordo del giovane maestro Bruno Guerrini che dopo alcune supplenze nella scuola del suo paese,e in quella distaccata della Cappella, ove ora ha la sede la sezione del Gruppo degli alpini in congedo della Versilia, arrivò ad insegnare, prima di essere richiamato alle armi, anche in una scuola di Rodi, allora colonia italiana con tutte le isole del Dodecanneso.
La cerimonia avvenne in un clima molto commovente. Erano presenti monsignor Guido Corallini che aveva studiato a Pisa insieme a Bruno,parroco della chiesa pisana di Santa Caterina; fu questo sacerdote a benedire la lapide con a fianco il parroco di Seravezza monsignor Leonardi, mentre un trombettiere suonava il silenzio. C'era anche il dottor Bastianelli, cugino del maestro Bruno. Alla cerimonia partecipò, con la bandiera, anche una rappresentanza dell'ANFI Sezione Versilia - Storica di Seravezza. Con tristezza rilevai l'assenza degli alunni della scuola, nemmeno una piccola rappresentanza fu inviata dal Comitato scolastico.
Non conobbi le motivazioni che adottò il Comitato scolastico che decise la non partecipazione alla cerimonia degli alunni, per i quali erano stati imbanditi tavoli colmi di biscotti, pasticcini, pizzette e altre leccornie nonché aranciate e varie bibite.

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