lunedì 4 gennaio 2010

Difendere l'italianità e la fede cristiana

Cresciuto con nel cuore il mito di Goffredo di Buglione, ritenuto il prototipo dell’eroe cristiano, che al tempo della prima Crociata dopo la conquista di Gerusalemme, rifiutò il titolo di re della Terrasanta, assumendo soltanto quello di difensore del Santo Sepolcro, non capisco come migliaia di islamici che, secondo il mio parere, dovrebbero, assolutamente rispettare le leggi esistenti per entrare, risiedere e lavorare in Italia, continuano ad invadere clandestinamente il nostro territorio. Costoro ci costringono a difendere la nostra italianità e la fede cristiana A me non piace vedere moschee in Italia, ricca di chiese, monasteri ed altri sacri edifici e dove la nostra religione ci ha sempre insegnato l’amore, la carità ed il perdono. Sì non credo nel Dio della guerra Santa. Penso proprio che neppure possa esistere un Dio guerrafondaio.

Verso la fine del 1800, il mio bisnonno con un suo figlio che poi divenne mio nonno, emigrarono in America, dove, appena sbarcati, gli contarono anche il denaro che avevano nelle tasche. Sicuramente rispettarono le leggi, lavorarono duramente e non vissero di elemosine e/o di sussidi governativi. Mio bisnonno non accomulò ricchezze. Quando tornò a casa fu costretto, per pagare il debito contratto per le spese di viaggio sulla nave, a vendere il campo e la casa che erano gli unici beni immobili che possedeva.

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