Per ben sei volte hanno
distrutto il cippo di Coltano (Pisa) per ricordare il luogo dove nel
1945
furono tenuti prigionieri
35.000 soldati della Rsi. Il cippo non esaltava minimamente alcun
ideale fascista. Da esso emergeva solo il dolore di chi, in quel
luogo, soffrì una dura prigionia .
Chi scrive è nato “figlio
della lupa!“ ed ha patito la fame, ha visto morire tante persone ed
era presente quando i tedeschi nell'agosto '44, fecero saltare in
aria la sua e moltre altre case del suo paese. Nel 1943 - 44 chi
scrive e tutti i suoi compagni della II B dell' Avviamento
professionale, nonostante le pressioni, si rifiutarono in massa si
aderire al ricostituito fascista repubblicano.
Non ho mai odiato nessuno,
tantomeno quei giovani che in buona fede, combatterono; e molti
morirono; sotto la bandiera della Rsi. E ora vorrei che il cippo
di Coltano fosse rimesso al suo posto, perché ricorda una pagina
dolorosa della nostra Patria. Ed a rimetterlo a posto dovrebbero
essere coloro che per ben sei volte lo hanno abbattuto e questo sarebbe un
passo avanti sulla via della riappacificazione.
P.S. - Lettera pubblicata sul quotidiano "La Nazione" il 26 agosto 2000.
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