mercoledì 22 febbraio 2012

GIACOMO PUCCINI, appuntato "ad honorem" della Guardia di Finanza

Il 29 novembre 1924, moriva a Bruxelles, cinque giorni dopo essere stato sottoposto ad un intervento alla gola, in quanto affetto da un male incurabile, l'appuntato “ad honorem” della Regia Guardia di Finanza Giacomo Puccini, celebre autore di opere musicali, che tuttora vengono rappresentate in tutti i più grandi teatri del mondo. Discendente da una famiglia di musicisti, nacque a Lucca il 22.12.1858, studiò al conservatorio di Milano, i suoi maestri furono Bazzini e Ponchielli. Nella città della “Madonnina” visse con la sua compagna Elvira, che per seguirlo abbandonò il proprio marito. Fu un periodo in cui la coppia visse di stenti. Con il successo che il Grande Maestro ottenne con la rappresentazione della sua prima opera Villì, avvenuta nel 1884, ebbe dall'editore Ricordi l'incarico di scrivere una nuova opera; iniziò così la sua attività compositiva che lo portò, con gli anni, ai più trionfali successi. La sua musica fa pulsare il sangue nelle vene, è rara, dolce, drammatica, è piena di pathos che porta l'ascoltatore ad immedesimarsi nelle scene che gli appaiono davanti agli occhi riuscendo a farlo sognare ed a pensare a quanto è bella la vita se l'uomo sa veramente amare. Ma non voglio dilungarmi sui sentimenti che la musica di Puccini è capace di suscitare in chi l'ascolta. In questo scritto desidero parlare dell'uomo Giacomo Puccini, quando negli anni 1920 e 1921 trascorse lunghi periodi di tempo tra Orbetello e Capalbio, dove aveva acquistato, ancor prima del 1920, una torre cinquecentesca, chiamata Tagliata, ubicata nella località, nota come Tagliata Etrusca, nella quale aveva sede una brigata litoranea della Guardia di finanza con pochi uomini in forza chiamati ad esplicare servizi di vigilanza doganale marittima lungo 14 km di costa bagnata dal mare. La passione per la caccia lo portò a scegliere questa temporanea dimora, sicuramente attratto da quel territorio dove vivevano e/o passavano volando una miriade di uccelli migratori di tutte le specie. Nei tempi trascorsi nella Torre Tagliata, strinse rapporti di cordiale amicizia e di reciproca stima con il comandante del reparto, l'appuntato Teriggi Campelli e con tutti gli altri finanzieri. Spesso con loro giocava a carte  a tressette. Era con questi uomini che beveva volentieri un bicchiere di vino giovane e non poche volte rimase a mangiare con loro il minestrone preparato dal finanziere cuciniere. L'appuntato Teriggi amava ed apprezzava le cose belle, tra cui la musica, cosicchè il Puccini spesso gli chiedeva cosa pensasse di certi brani musicali che lui stava in quegli anni componendo e che gli doveva aver fatto ascoltare. Il maestro era cordiale ed affettuoso con i finanzieri, dei quali apprezzava altamente il duro servizio che espletavano lungo la riva del mare, sia di giorno che di notte. Il carattere socievole e buono del Puccini conquistò il cuore di tutti i finanzieri, che, a loro volta, nutrirono sempre nei suoi confronti vivo e sincero affetto. Una mattina il Maestro andò a trovare in caserma il Comandante che era ancora a letto. ” Ancora a dormire? ”, disse sorridente il Puccini al suo amico. “Stanotte sono andato a dormire alle quattro dopo 14 km di perlustrazione. Almeno avessi incontrato qualche contrabbandiere.” gli rispose il Teriggi. “Ma se non ci sono i contrabbandieri, perché fate questi servizi? “ gli domandò ancora il Puccini. “I contrabbandieri non ci sono perché ci siamo noi” precisò il Teriggi. Fu al termine di questo cordiale colloquio che il Maestro invitò il suo amico ad utilizzare per l'avvenire il suo asino, così si sarebbe stancato di meno. Quando Giacomo Puccini lasciò definitivamente la Torre Tagliata, oltre ad una sua fotografia, donò al Comandante della Brigata il suo asinello.
Solenni onori furono attribuiti dalla Guardia di finanza a Giacomo Puccini dopo la sua morte; tra l'altro , nel 1925, fu murata una lapide marmorea sulla facciata della Torre Tagliata con la seguente scritta a caratteri cubitali:
IN QUESTA TORRE CHE FU SUA GIACOMO PUCCINI RIPOSANDO NELLA SILENTE POETICA QUIETE DI MILLENARI RICORDI - NEL FRAGORE DELLE ONDE RIPETENTI SULLO SCOGLIO L'ECO DI GRANDI NOMI VISSE FRATERNAMENTE DUE ANNI CON I MILITI DELLA R. GUARDIA DI FINANZA - APPREZZANDONE LA SINCERITA' DEGLI AFFETTI E L'ABNEGAZIONE DELLA VITA TUTTA VOTATA ALLA PROSPERITA' DELLA PATRIA. I FINANZIERI GRATI DI TANTO ONORE POSERO QUESTO RICORDO.
. - MAGGIO 1925 -.

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