Splendente era la vera nuziale che portava al dito mia madre fino al giorno in cui il regime organizzò una mobilitazione nazionale, che sotto lo slogan “ date oro alla Patria” indusse gli italiani a donare allo Stato i propri oggetti preziosi, comprese le fedi nuziali. Era il 18 dicembre 1935 quando si svolse la “Giornata della fede”. Una delle tante iniziative promosse dal governo fascista per rispondere alle sanzioni economiche varate dalla società delle Nazioni contro l'Italia, perché il nostro Paese aveva dichiarato guerra all'Etiopia.
Ricordo quella mattina in cui mia madre uscì di casa e tornò, tutta emozionata, senza più l'anello d'oro ma con un cerchietto di acciaio. “Ha fatto il suo dovere! L'ha donato alla Patria”, come lessi sul pezzetto di carta che le fu dato. In tutto il Paese furono raccolte milioni di fedi nuziali e un quantitativo complessivo d'oro pari a 37 tonnellate.
Eravamo ancora impegnati nella guerra in Africa, che si concluse nel 1936, con la conquista dell'Impero, quando iniziò la guerra di Spagna, combattuta dal generale Franco, il Caudillo. Nel giro di pochi anni dichiarammo guerra alla Francia e all' Inghilterra , schierandoci nel conflitto a fianco della Germania di Hitler che ci portò sofferenze fame e distruzioni.E sempre in nome della Patria a scuola ci dissero: “Portate un po' di lana dei materassi. E' necessaria per fare i calzettoni per i nostri soldati in Russia, altrimenti rimarranno con gli arti congelati”. Sempre in nome della Patria ci tolsero le inferriate e si presero le pentole di rame per fabbricare armi. Subimmo borbardamenti e distruzioni e ci furono tante vittime innocenti. Lungo è l'elenco dei soldati, marinai e aviatori italiani che non fecero più ritorno nelle loro case in quanto uccisi in combattimento. La mia casa del Ponticello di Seravezza nella tragica estate del 1944 fu fatta saltare in aria dai tedeschi insieme a molte case sia del capoluogo seravezzino che di altre località della Versilia, che divenne l'estremo limite della Linea Gotica. Corvaia e Ripa furono conpletamente rase al suolo. Negli ultimi giorni del tragico conflitto, a Dongo, riapparvero moltissimi anelli nuziali che le spose italiane avevano donato alla Patria. Ma quale Patria?
Sempre dal succitato libro di Giorgio Giannelli ho rilevato che l'11.1.1936 furono consegnati alla Federazione provinciale fascista di Lucca due quintali e mezzo fra oro e argento raccolti nei quattro comuni della Versilia, Quindi, in media, furono offerti da oltre 47.500 abitanti più di un grammo d'oro per abitante, del valore di oltre mezzo milione di lire dell'epoca.
Nessun commento:
Posta un commento