domenica 13 luglio 2008

Due angeli nel pozzo

Un uomo, col volto

da lacrime bagnato,

dall’orlo del pozzo,,

col microfono in mano

attaccato ad un filo,

penzoloni nel vuoto,

parlava al bambino:

“Stai calmo, tranquillo,

non disperarti Alfredino,

una macchina bella

splendente come una stella

è partita. Ti raggiungerà,

fra poco ritornerai

tra le braccia di mamma e papà.

Sì, è davvero fantastica,

a te parrà irreale,

sai perfora la terra,

raggiunge la luna,

lambisce le stelle

e tocca il fondo del mare.

Stai calmo Alfredino…

Per ore e ore

il buon Nando parlava

e il piccino lo sentiva vicino;

ed erano le parole che udiva

a scaldare il suo corpicino.

E con le cose belle

che il vigile del fuoco diceva

Alfredino, nel buio profondo,

rivedeva la luce, il sole,

i prati fioriti ed i giochi felici.

Il tempo però passava

e come la tivù ci mostrava,

la macchina non arrivava

ed era l’udire il pianto straziante,

a farci sentire il suo soffrire,

il lento morire sprofondato

a decine di metri più giù.

C’è stato un momento

in cui s’è sperato davvero

che venisse salvato

dai coraggiosi giovani

che legati ad una corda

nel pozzo hanno afferrato

il piccolo Alfredino,

ma il fango la loro stretta

ha allentato e senza fiato

non hanno più riprovato

Dio che tanto abbiamo pregato

perché vivo dai suoi cari

fosse ritornato

solo non l’ha lasciato.

Un angelo gli ha mandato

che ha accarezzato

e lungamente baciato

quel piccolo volto infangato;

finché sul suo viso

è riaffiorato il sorriso

e dolcemente si è addormentato,

per sempre in Paradiso.

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