Non credo che alla base di quel gesto poco edificante (il lancio di cibo) ci fosse la mancanza di rispetto per la dignità umana. Credo tutto sia dipeso dalla disorganizzazione, o per meglio dire improvvisazione con cui viene gestita una situazione di proporzione enormi.
Quelle immagini, e quel paragone agli animali (qualcuno ha detto maiali), mi hanno fatto venire in mente un triste episodio che ho vissuto sulla mia pelle, risalente alla Seconda guerra mondiale, quando i soldati americani della divisione Buffalo arrivarono a combattere in Versilia (Lucca) per liberare il nostro paese dai nazisti.
Con le case fatte saltare in aria dai tedeschi, chi come me e la mia famiglia era fuggito da Seravezza, rifugiandosi a Capezzano Pianore, Viareggio o nelle zone limitrofe, non essendovi alcuna forma di assistenza nei confronti degli sfollati, non sapeva proprio come fare a procurarsi il cibo per sopravvivere. Così, davanti alla cucina degli americani, stazionavano donne e bambini con dei recipienti in mano che venivano riempiti con il rancio avanzato ai militari. Anch'io più di una volta mi misi in fila e attesi che qualche soldato, dopo essersi saziato, mi cedesse qualcosa. Il tutto, mescolato, diveniva un impasto disgustoso che soltanto la fame riusciva a farci inghiottire. Un pastone che assomigliava tanto a quello che viene dato ai maiali.
Quelle immagini, e quel paragone agli animali (qualcuno ha detto maiali), mi hanno fatto venire in mente un triste episodio che ho vissuto sulla mia pelle, risalente alla Seconda guerra mondiale, quando i soldati americani della divisione Buffalo arrivarono a combattere in Versilia (Lucca) per liberare il nostro paese dai nazisti.
Con le case fatte saltare in aria dai tedeschi, chi come me e la mia famiglia era fuggito da Seravezza, rifugiandosi a Capezzano Pianore, Viareggio o nelle zone limitrofe, non essendovi alcuna forma di assistenza nei confronti degli sfollati, non sapeva proprio come fare a procurarsi il cibo per sopravvivere. Così, davanti alla cucina degli americani, stazionavano donne e bambini con dei recipienti in mano che venivano riempiti con il rancio avanzato ai militari. Anch'io più di una volta mi misi in fila e attesi che qualche soldato, dopo essersi saziato, mi cedesse qualcosa. Il tutto, mescolato, diveniva un impasto disgustoso che soltanto la fame riusciva a farci inghiottire. Un pastone che assomigliava tanto a quello che viene dato ai maiali.
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