lunedì 14 settembre 2015

Il cibo lanciato ai maiali

L'opinione pubblica è rimasta fortemente colpita da alcune immagini provenienti dall'Ungheria, in cui si vedeva un folto gruppo di migranti, ammassati l'uno sull'altro in un centro di raccolta, con le mani protese alla ricerca disperata di un po' di cibo che veniva lanciato loro alla rinfusa. Molti giornali, sdegnati, hanno scritto che quelle persone venivano trattate come gli animali (guarda il video).

Non credo che alla base di quel gesto poco edificante (il lancio di cibo) ci fosse la mancanza di rispetto per la dignità umana. Credo tutto sia dipeso dalla disorganizzazione, o per meglio dire improvvisazione con cui viene gestita una situazione di proporzione enormi.

Quelle immagini, e quel paragone agli animali (qualcuno ha detto maiali), mi hanno fatto venire in mente un triste episodio che ho vissuto sulla mia pelle, risalente alla Seconda guerra mondiale, quando i soldati americani della divisione Buffalo arrivarono a combattere in Versilia (Lucca) per liberare il nostro paese dai nazisti.

Con le case fatte saltare in aria dai tedeschi, chi come me e la mia famiglia era fuggito da Seravezza, rifugiandosi a Capezzano Pianore, Viareggio o nelle zone limitrofe, non essendovi  alcuna forma di assistenza nei confronti degli sfollati, non sapeva proprio come fare a procurarsi il cibo per sopravvivere. Così, davanti alla cucina degli americani, stazionavano donne e bambini con dei recipienti in mano che venivano riempiti con il rancio avanzato ai militari. Anch'io più di una volta mi misi in fila e attesi che qualche soldato, dopo essersi saziato, mi cedesse qualcosa. Il tutto, mescolato, diveniva un impasto disgustoso che soltanto la fame riusciva a farci inghiottire. Un pastone che assomigliava tanto a quello che viene dato ai maiali.

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