mercoledì 13 novembre 2013

Silvano Alessandrini – biografia

Silvano Alessandrini, secondogenito figlio di Garibaldo (poeta insigne della Versilia) e di Elena Tonetti, nasce al Borgo dei Terrinchesi, frazione della piana del comune di Seravezza, il 6 maggio 1920. Interrotti gli studi è chiamato alla armi il 1° aprile 1940 e viene aggregato al 5° Reggimento di fanteria a Rieti. Su sua domanda ottiene l'assegnazione al Corpo degli alpini che lo prende in forza al 4° Reggimento Alpini di Aosta, per poi passare al 6° Reggimento Alpini Divisione Tridentina. Non ancora in zona di guerra nel novembre 1940, fruisce una licenza per esami durante la quale consegue il diploma di maestro elementare presso l'Istituto magistrale “Giovanni Pascoli” di Massa. Sulla fine dello stesso mese, gli viene notificato l'ordine di mobilitazione e viene avviato sul fronte Greco Albanese. A causa dell'assoluta inadeguatezza del vestiario, degli scarponi e dei calzettoni a disposizione, nella zona del lago Pogradec, una schiera di alpini sono colpiti dal congelamento degli arti inferiori. Molti suoi compagni morirono. Silvano ed altri commilitoni riuscirono a cavarsela. Putroppo i postumi del congelamento per Silvano furono molto seri , per evitare una gangrena all'arto inferiore sinistro, gli fu amputata la gamba, all'altezza della parte bassa del terzo medio. Il 25 ottobre 1941, ormai in congedo assoluto, si sposa a Viareggio con Veronica Barghetti e da allora inizia il suo insegnamento presso le scuole elementari di Querceta, Marzocchino e del Frasso.Terminerà nel 1975 dopo aver seduto dietro tantissime cattedre della Versilia, l'ultima della quale fu quella della scuola elementare di Strettoia.
Nel 1958 iniziò la sua collaborazione, assumendone poi anche la direzione, del festival “il Miccio canterino”
E molto prolifico per il festival del “Miccio canterino” scrisse 22 pezzi che io definisco bellissime scenette teatrali in dialetto versiliese. Nel contempo, sotto pseudonimo, scrisse 26 romanzi gialli, editi, i primi tre, dalla Tribuna Edizioni Piacenza, e, gli altri, dalla EPI Edizioni periodiche italiane di Roma.
Concludo con quanto scrisse nella parte finale della sua prefazione, il professore Danilo Orlandi, nel presentare il libro di Silvano “ La scartocciata” che ho nello scaffale dei miei libri, che fa riferimento al teatro popolare breve e rime sparse, e riporta anche divertenti bei racconti dell'Alessandrini e la poesia Un orto grande: “ Silvano con lavori di teatro, di narrativa e in versi per anni ha compiuto un'opera che già può dirsi di recupero, e fissa in documenti letterali il mondo autentico di una Versilia, di cui fra poco gli echi saranno spenti. Ferma infine un fatto linguistico, tramandando la parlata versiliese nella sua effettiva entità di discorso organico, cioè di reale linguaggio. La sua fatica, per questo verso è unica e meritoria. Per onorarne la sua memoria da anni è stato istituito in Versilia, dei quattro comuni storici, il premio di poesia dialettale, intestato, al suo nome.
Renato Sacchelli

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