venerdì 3 dicembre 2010

La vita di Padre Eugenio Barsanti, raccontata dal maestro versiliese Giuseppe Folini, un libro per le scuole

Grazie a don Florio Giannini lessi per la prima volta all'inizio del 2004, il libro edito a cura della Casa Editrice “Il Dialogo” sulla vita di Padre Eugenio Barsanti in occasione del 150° anniversario della invenzione del motore a scoppio ideato dal filosofo, matematico e fisico pietrasantino, e dall'ingegnere fiorentino Felice Matteucci.
Si tratta della ristampa anastatica del libro scritto dal maestro versiliese Giuseppe Folini, che fu dato alle stampe da Salani in Firenze nella collezione “l'Ulivo” nel 1954, oramai introvabile nelle librerie.
Gioia e commozione, ecco cosa sentii nel mio cuore mentre leggevo le pagine di questo libro che mi donò don Florio, davvero un autentico capolavoro.
Più volte mi sgorgarono dagli occhi le lacrime, in primis nel rendermi conto dell'infinito e grande amore che sin da bambino Niccolino (nome con cui fu battezzato Padre Eugenio) nutriva per i suoi genitori.
Brillante negli studi compiuti con il massimo dei voti presso la scuoladegli Scolopi di Pietrasanta, Niccolino non voleva più continuare a studiare, sì desiderava lavorare per poter aiutare la sua famiglia.
Fu suo padre ad insistere perché continuasse gli studi, in modo che le mani del figlio non si riempissero di calli come le sue.
Il libro narra gli esperimenti e gli studi compiuti da solo e poi insieme all'ingegnere Felice Matteucci che contribuì alla realizzazione del motore che prese il nome Barsanti Matteucci.
Emergono le losche vicende del francese Stefano Leonir e dei tedeschi Otto e Langen che copiarono il brevetto Barsanti Matteucci, a dimostrazione della mancanza di scrupoli di questi uomini malvagi.
Quando l'officina Dawan di Seraing, cittadina distante otto km. Da Liegi, stava per produrre il motore in serie sotto la personale direzione di Padre Eugenio Barsanti, questi si ammalò improvvisamente di tifo che in pochi giorni lo strappò alla vita, tra il pianto di tutti i minatori iitaliani in Belgio.
Il 18 aprile 1864, a soli quarantatrè anni, per padre Eugenio Barsanti si aprì la porta del “Padre Celeste”.
Il 10 giugno 1864, Padre Geremia Barsottini, nella chiesa di Sant'Agostino degli Scolopi di Pietrasanta, davanti al feretro dell'illustre scomparso ed alla presenza di una folla enorme, pronunciò un 'eccezionale orazione funebre in cui pose in risalto la vita di Padre Eugenio Barsanti interamente dedicata a Dio, agli affetti dei suoi cari, all'insegnamento ai giovani dello scibile umano ed alla scienza per il progresso dell'Umanità.
Il libro parla anche del furto patito da Antonio Meucci (amico di Garibaldi esule in America) l'inventore del telefono, il quale morì povero, mentre Grahan Bell, che aveva copiato e sfruttato il brevetto del nostro connazionale , diventò ricco..
Dall'avvento del motore a scoppio migliorarono sensibilmente le condizioni di vita dell'uomo, un sogno che Padre Eugenio Barsanti aveva sempre nutrito nel suo cuore.
La lettura di questo libro fa poprio bene al cuore, specie nella nostra era in cui ragazzi violenti si sono macchiati del sangue dei genitori da loro barbaramente uccisi.
Dopo la lettura di quanto aveva scritto il maestro Folini, espressi il desiderio che per le sue pagine sestremamente educative, il suo libro entrasse in tutte le scuole.
Tramite “il Dialogo” segnalai questa mia proposta al ministro pro- tempore della Pubblica Istruzione, signora Letizia Moratti, nella speranza che trovasse un favorevole accoglimento che penso invece che non ci sia stato.

Nessun commento: