
Nella sala d'attesa della seconda classe
della stazione di Bologna,
una coppia di sposi, con l'unico bambino,
per la prima volta tutti insieme,
attendevano l'arrivo del treno.
Destinazione: una spiaggia del Tirreno.
Stretta nelle sue manine,
il piccino teneva una barchetta
di plastica colorata
e con la vela bianca,
"Babbino com'é il mare?
Non vedo l'ora di giocare
con te e con la mamma,
m'insegnerai a costruire
castelli di sabbia
e a prendere pesciolini?".
"Si amore, raccoglieremo anche conchiglie
e sassetti levigati, su vieni, stringimi forte
e dammi un bacino".
E mentre le braccia del bambino
accarezzavano il volto del suo babbino,
sotto lo sguardo tenero della mamma,
tra lo sferragliare dei treni in movimento
e in mezzo a numerosi passeggeri,
mani assassine di uomini spietati e senza cuore,
fecero esplodere una potente bomba
che avevan nascosto in una borsa lì abbandonata
con il timer attivato e pronto all'esplosione.
Quando nella stazione devastata
si diradò il fumo e il polverone,
e apparvero tanti corpi dilaniati (*),
appiccicata a pochi resti di creature umane,
orribilmente maciullate,
intatta fu trovata la barchetta,
solo il colore della vela era cambiato:
il sangue l'aveva tinta di rosso.
(*) La strage di Bologna fu compiuta il 2 Agosto 1980. L'attentato causò 85 morti e oltre 200 feriti
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