mercoledì 23 maggio 2018

Due angeli nel pozzo


Un uomo, col volto
da lacrime bagnato
dall’orlo del pozzo
col microfono in mano
attaccato a un filo
penzoloni nel vuoto
parlava al bambino:
“Stai calmo, tranquillo,
non disperarti Alfredino.
Una macchina bella
splendente come una stella
è partita e ti raggiungerà,
tra poco ritornerai
tra le braccia
di mamma e papà.
Sì, è davvero fantastica,
a te parrà irreale...
sai, perfora la terra,
raggiunge la luna
lambisce le stelle
e tocca il fondo del mare.
Stai calmo Alfredino".

Per ore e ore
il buon Nando parlava
e il piccino lo sentiva vicino.
Erano le parole che udiva
a scaldare il suo corpicino.

E con le cose belle
che il vigile del fuoco diceva
Alfredino, nel buio profondo,
rivedeva la luce, il sole,
i prati fioriti e i giochi felici.

Il tempo però passava
e come la tv ci mostrava
la macchina non arrivava.

Era l’udire il pianto straziante,
a farci sentire il suo soffrire,
il lento morire sprofondato
a decine di metri più giù.

C’è stato un momento
in cui s’è davvero sperato
che venisse salvato
dai coraggiosi giovani
che legati alle corde
nel pozzo si son calati
e hanno raggiunto
il piccolo Alfredino,
ma invano hanno lottato,
il fango la loro stretta
ha allentato
e con poco fiato
non hanno più riprovato.

Dio che tanto abbiam pregato
perché vivo dai suoi cari 
potesse ritornare
solo non l’ha lasciato.
Un angelo gli ha mandato
che ha accarezzato,
asciugato e baciato
quel caro e piccolo
volto infangato
finché sul suo viso
è riaffiorato il sorriso
e dolcemente
si è addormentato
per sempre in Paradiso.

Renato Sacchelli



Dedico questa poesia all'amico don Giorgio Servi, che purtroppo ci ha lasciati diversi anni fa. Fu lui, dopo avergliela letta, a suggerirmi di concludere con le parole "in Paradiso".

Nessun commento: