venerdì 24 agosto 2012

Alfredo e Violetta al mare nel golfo dei Buratti



 terza puntata

Mantenendo fede alla sua promessa Alfredo, la domenica successiva a quella in cui aveva conosciuta la bella Violetta,
arrivò puntualmente a Livorno davanti al monumento dei quattro Mori. Lì ad aspettarlo c'era già Violetta che quando vide apparire la macchina del giovane versiliese avvertì una intensa felicità. Sceso dal mezzo i due si scambiano affettuosi abbracci e baci. La donna ha con sé un piccolo frigo contenente bevande analcooliche, cibo e dolciumi , il tutto da lei fatto in casa. 
Alfredo, saputo quanto c'era dentro il frigo, dice a Violetta che arrivati al mare, dovrà lasciarlo nel bagagliaio dell'autovettura perché è intenzionato a offrirle un pranzo nel più bel ristorante della zona. "Ma perché vuoi spendere tanti soldi, ho preparato cibo ottimo che mi farebbe piacere che lo assaggiassi". "Violetta non insistere, non negarmi la gioia di offrirti questo pranzo, ci tengo tanto. Via, sali in macchina e andiamo".

Alfredo, che guida osservando le norme stabilite, arriva senza alcuna difficoltà nel fantastico golfo dei Buratti, facilitato da Violetta che ben conosce la località.
Nella zona ricca di alte piante verdeggianti, trovano subito un ristorante aperto, davanti al quale ci sono ombrelloni, sedie e lettini. Così prenotano il pranzo e un ombrellone con due sdraio.
Nella cabina Violetta si spoglia e si mette un tanga, mentre Alfredo indossa un costume.
I due prima di sdraiarsi sotto l'ombrellone decidono di fare una passeggiata. Il tanga di Violetta fa ancor di più risaltare la bellezza del suo corpo. Si stringono felici le mani mentre camminano sul fondo ferroso di quelle acque, dove al tempo degli Etruschi veniva fuso il ferro.

Alfredo appena sfiora col suo corpo quello di Violetta la giovane emette un grido: "Ahi! Ahi..". "Ma come, non ti ho neppure toccata e già gridi" le dice Alfredo. "Scusami, appena ti sei avvicinato mi è parso di avere urtato contro un paletto di ferro... non mi sento bene, senti come scotto".
Appena Alfredo posa sulla fronte di Violetta la sua mano, esclama: "Bruci da morire. Ti porto subito al pronto soccorso di Livorno, non c'è tempo da perdere". Una cameriera del ristorante aiuta Violetta a togliersi il tanga ed a indossare il vestito. Anche Alfredo si toglie il costume, si mette i pantaloni e, a torso nudo, inizia la corsa per raggiungere Livorno, dopo aver provveduto a far distendere Violetta sul sedile destro della sua auto. Mentre guida Alfredo pensa che mai avrebbe immaginato di utilizzare i sedili pieghevoli per trasportare la donna che ama addirittura al pronto soccorso. Ben altri, come si può capire, erano i suoi sogni.
Appena arrivata all'ospedale la giovane viene subito visitata. I medici decidono di sottoporla ad un intervento immediato di appendicectomia per evitare che il male si trasformi in peritonite. Trovato il numero telefonico dei genitori della ragazza, trascritto su una agendina di Violetta conservata nella sua borsetta, Alfredo li avverte che la loro figlia è all'ospedale per accertamenti, essendosi sentita improvvisamente male mentre stava con lui al mare. Così Alfredo conosce i genitori di Violetta giunti trafelati all'ospedale.
Appena il gruppo incontra il chirurgo che ha operato la ragazza questi li informa che l'intervento è perfettamente riuscito e quindi non ci sono preoccupazioni di sorta, pertanto li invita a stare assolutamente tranquilli.
Dopo qualche ora di attesa Alfredo entra nella corsia per salutare Violetta. Il loro incontro è particolarmente commovente. Entrambi si lasciano con la promessa di rivedersi presto anche per tornare al golfo di Buratti, quando suggelleranno il loro amore unendosi in matrimonio.
                                        FINE
                            
                                   

Racconto di Nello Staccherai - anagramma di Renato Sacchelli

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