lunedì 14 maggio 2012

Linea Gotica, la Versilia e l'Apuania nella bufera. Ricordi e testimonianze

E' un'opera davvero meritoria raccogliere in un libro i racconti dei testimoni oculari della Seconda guerra mondiale - e quelli sentiti dai nonni e dai genitori di chi è nato dopo il conflitto -  per non dimenticare le tragiche vicende vissute dalla popolazione versiliese e dagli abitanti di Montignoso e sui monti di Massa, durante l'estate del 1944, in cui i tedeschi commisero crimini spaventosi contro una popolazione affamata ed inerme. Questo volume tramanderà alle generazioni future la memoria delle inaudite sofferenze patite da chi sfollò dalla pianura e dalle zone marine rifugiandosi sui monti di Seravezza e Stazzema, nella convinzione di potersi mettere al riparo dal fronte. Purtroppo queste previsioni non si realizzarono e la nostra terra divenne l'estremo limite della famigerata Linea Gotica. Proprio da noi i tedeschi per sette mesi fermarono l'avanzata delle truppe alleate. Poco prima dell'arrivo dei soldati americani, brasiliani e inglesi alla popolazione versiliese fu imposto dai tedeschi l'ordine di sfollare a Sala Baganza (Parma). Questo ordine ci fece vivere giorni angosciosi. Non avevo ancora compiuto quattordici anni e subito mi domandai come avrebbe fatto la mia famiglia, con quattro figli piccoli e la nonna materna che non riusciva più a camminare, a raggiungere la quella località del Parmense. Era impossibile affrontare a piedi un viaggio così lungo e quindi mio padre prese la decisione di rifugiarsi con la famiglia sui monti intorno a Seravezza, cosa che fecero quasi tutti i versiliesi. Dopo l'arrivo delle truppe alleate una massa enorme di persone si trovò in mezzo ai fuochi dei due eserciti in lotta.
E' bello e commovente questo libro, credo che abbiano avuto una bella idea coloro che hanno voluto realizzarlo. Meriterebbe di essere letto in tutte le scuole, non solo in Versilia ma in tutto il Paese. Nel libro sono stati riportati alcuni racconti di Marino Lorenzoni, grande invalido del lavoro ed ex partigiano di Arni . I suoi racconti li sentii dalla sua voce quando, a metà degli anni Novanta, veniva spesso a trovare mio padre, molto ammalato, che abitava vicino a casa sua. Ricordo che gli portava sempre in dono delle caramelle. Ero in pensione e quindi avevo tempo per assistere il mio babbo insieme a mio fratello e a mia sorella. Ognuno di noi faceva il proprio turno settimanale negli ultimi due anni della sua vita. Ricordo che portai con me la piccola “Olivetti” con cui scrissi a macchina i racconti che Marino mi dettava e che ora ho potuto rileggere sul libro voluto dal Circolo Culturale Sirio Giannini, una copia del quale mi è stata data in omaggio per i miei due racconti pubblicati nell'opera.
Il libro è molto importante e quindi mi sono premurato di acquistarne altri tre esemplari per donarli ai miei figli. Concludo ringraziando Giuseppe Tartarini, presidente del Circolo culturale Sirio Giannini e il gruppo di lavoro composto da Paolo Capovani, autore della precisa e completa introduzione, Maria Salini, Giorgio Salvatori e Carlo Torlai e tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione dell'importante progetto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto bello questo ricordo e grazie per averlo condiviso. Avrei piacere di farle un paio di domande in merito ma non so come fare a contattarla. Se ha una mail e la vuol lasciare mi farebbe piacere. Saluti
Paolo (colpobassogp@libero.it)