Il libro intitolato “La guerra di Claudio”, voluto dalla Guardia di Finanza, dedicato alla memoria dell'eroico finanziere scelto Claudio Sacchelli, morto di stenti nel campo di sterminio nazista di Mauthausen il primo maggio del 1945, onora tutti i finanzieri italiani da sempre sentinelle inflessibili di ogni confine, sia in tempo di pace che in guerra e che da oltre duecentoquarantadue anni di storia hanno scritto col sangue pagine di fulgido valore. Sui finanzieri la nostra Patria potrà sempre contare anche nell'avvenire . In questo contesto il libro onora altamente le Fiamme Gialle cadute nell'adempimento del proprio dovere . E' quindi un'opera letteraria commovente, tutta da leggere e piena di fotografie , molte delle quali scattate dallo stesso Claudio. Bella da vedere è la foto scattata il giorno del matrimonio di Claudio con Mafalda Testa , celebrato a Fiorenzuola d'Arda il 5 settembre 1943, e molto interessanti anche le due fotografie che ci mostrano i particolari delle camere a gas e dei forni crematori.
Il finanziere scelto Claudio nacque nel comune di Seravezza il 31.12.1913. Si arruolò nel Corpo dell'allora Regia Guardia di Finanza all'età di 19 anni appena compiuti. La domanda di arruolamento la spedi al Comando del Circolo di Livorno, sotto la cui giurisdizione ricadeva il Comune di Pietrasanta dove lui aveva la residenza. Fu ammesso nella Regia Guardia di Finnaza il 25 ottobre 1933, dopo aver superato le visite mediche e le prove di cultura generale. Frequentò il corso allievi finanzieri a Roma presso la caserma intitolata al Re Vittorio Emanuele III. Promosso finanziere per il servizio di prima nomina fu assegnato alla brigata di frontiera di Bormio (SO) in alta Valtellina un reparto che dipendeva dalla tenenza di Madonna di Tirano , disimpegnò anche il servizio a Buggiolo, Porlezza, Argegno, Prabello e San Fedele d'Intelvi, dove in una fotografia si vede Claudio, vicino ad un suo collega seduti sopra tante bricolle sequestrate contanenie mnerce di contrabbando.
Il volto
di Claudio, visibile in numerosi scatti che lo ritraggono, in
particolare nella foto che gli fu fatta quando era allievo
finanziere , sembra quella di un angelo. Traspare dal suo squardo
l'amore cristiano che l'ha portato a morire in un lager nazista
per avere salvato la vita a centinaia e centinaia di perseguitati di
origine ebraica , che senza il suo aiuto per espatriare in Svizzera
sarebbero stati uccisi nella camere a gas o bruciati vivi nei forni
crematori.
Il 18
aprile 2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha
insignito alla memoria del finanziere scelto Claudio Sacchelli la
medaglia d'oro al Valore Civile.
Nel
libro c'è la storia della nobile, bella e antica terra di Versilia, come si
vede dalle fotografie riprodotte in cartolina. E si accenna anche
all'emigrazione, che vide milioni e milioni di italiani partire per
il nuovo Continente alla fine del 1800 e nei primi decenni del
1900, alla ricerca di migliori condizioni di vita. In America
trovarono la “porta d'oro” aperta. Erano liberi di scegliere. Tra
loro c'era anche Garibaldo Sacchelli, il padre di Claudio, che emigrò in America nel 1914, lasciando in Patria la moglie con il piccolo figlio. In America Garibaldo Sacchelli iniziò ad esplicare la sua professione di lucidatore di marmi La madre col piccolo Claudio rimasero a casa dei nonni materni che abitavano a Cerreta S. Nicola del comune di Seravezza sino a quando , per volere di Garibaldo, finalmente ritornato in Patria per abbracciare il primogenito, andarono ad abitare nella casa paterna dei nonni Agostino e Lucia ubicata al Cerro Grosso. Sui monti di Cerreta S.Nicola e del Cerro
Grosso dove Claudio e la sua mamma tornarono dopo qualche anno
trascorso in America dove Garibando vi aveva fatto ritorno da solo, . spinti dal padre che inviò alla moglie i pochi risparmi, Assunta Bonini, col piccolo Claudio e la cognata Santina Sacchelli di anni 21. si recarono in treno a Napoli per imbarcarsi sul vapore "Patria" che arrivò a New York. il 23.dicembre 1919. Da li raggiunsero il Vermount a circca 400 km. da Proctor dove li attendevano una modesta abitazione. dove vissero pochi mesi .per trasferirsi a S.Francisco in California, forse attratti dal clima mite rispetto a quello del Vermount dove nacque il loro secondogenito Agostino Evidio.
Intanto Assunta Bonini che aveva nel suo cuore lo struggente ricordo della sua terra natale, approfittò del pretesto delle nozze di suo cognato Angiolo, fratello di Garibaldo che doveva sposate la signorina Giulia Bascherini, apparentata con la stessa per ritornare nella sua terra nativa per la quale sentiva sempre una forte nostalgia. .
Ritornata in Versilia con il figlioletto, questi crebbe cullato dall'affetto dei nonni, mentre la mamma non esito ad affronatre duri lavori spingendosi fino sulle cave per portare financo l'acqua da bere ai cavatori,.
Garibado non fece più ritorno in Italia, a seguito anche al fatto che molte compagnie di navigazione subirono la perdita di navi per i ripetuti affondamente ad opera della flotta corsara tedesca quindi non poté imbarcarsi per fare ritorno in Patria entro il 24 maggio 1915.
Intanto Assunta Bonini che aveva nel suo cuore lo struggente ricordo della sua terra natale, approfittò del pretesto delle nozze di suo cognato Angiolo, fratello di Garibaldo che doveva sposate la signorina Giulia Bascherini, apparentata con la stessa per ritornare nella sua terra nativa per la quale sentiva sempre una forte nostalgia. .
Ritornata in Versilia con il figlioletto, questi crebbe cullato dall'affetto dei nonni, mentre la mamma non esito ad affronatre duri lavori spingendosi fino sulle cave per portare financo l'acqua da bere ai cavatori,.
Garibado non fece più ritorno in Italia, a seguito anche al fatto che molte compagnie di navigazione subirono la perdita di navi per i ripetuti affondamente ad opera della flotta corsara tedesca quindi non poté imbarcarsi per fare ritorno in Patria entro il 24 maggio 1915.
Nello
sfogliare le pagine del libro appaiono davanti ai miei occhi le
immagini di tanti luoghi dove Claudio si fece fotografare quando era
giovane finanziere. Osservandole mi sono rivisto in quelle località
dove anch'io prestai servizio, in primis a Roma, dove Claudio
frequentò il corso allievi finanzieri nell'anno 1933 presso la
caserma intitolata a Vittorio Emanuele III, che nel
dopoguerra, fu chiamata Caserma Piave, nella quale, sedici anni dopo
Claudio anch'io frequentai nel 1949/50 il corso di allievo finanziere.
Traspare dallo sguardo di Claudio e dal suo volto, dolce e mite,
l'amore cristiano che l'ha portato a morire in un lager nazista per
avere salvato la vita a tante creature innocenti.
Nel libro ho rivisto Porlezza e Buggiolo. In queste ultime località come in altre località del confine italo - svizzero, fui impiegato come marconista. A causa delle avarie che talvolta si verificavano a Buggiolo quando al gruppo elettrogeno, e/o anche all'apparato ricetrasmittente nei periodi in cui gli apparecchi venivano riparati al laboratorio esistente al comando della legione di Como, il comandante della brigata, brigadiere Lai, era solito impiegarmi nell'esecuzione dei servizi per la repressione del contrabbando.
A passo Foscagno (2.250 m), sede del distaccamento della brigata di Semogo, conobbi don Alessandro Parenti, parroco di Trepalle , che era la più alta parrocchia d'Europa, dove si rifugiavano molti militari sbandati dopo l'otto settembre 1943.
Ricordo che la brigata di Buggiolo aveva due distaccamenti, uno chiamato S.Lucio e l'altro Garzirola. Durante un servizio anticontrabbando prestato poco sotto il distaccamento di S. Lucio, vidi una croce di marmo posta dove un fulmine aveva ucciso, in anni remoti, due giovanissimi finanzieri che erano li appostati mentre espletavano un servizio anticontrabbando. A pochi metri di distanza dalla caserma del distaccamento di Garzirola vidi diverse croci di marmo bianco collocate lungo il poggio del monte, a ricordo dei finanzieri morti a causa della tormenta, mentre ritornavano al distaccamento al termine di servizi anticontrabbando. Erano arrivati vicinissimi a salvarsi, gli rimanevano soltanto pochi metri da percorrere, per arrivare ad aprire l'uscio della caserma ma non ce la facevano più a muovere i passi. Lì, la morte crudele li stese, sull'alta coltre di neve senza vita.
La descrizione delle modalità con le quali venivano espletati i servizi per la repressione del contrabbando, mi ha fatto tornare alla mente quella volta in cui la mia pattuglia si appostò dietro alcune rocce dell'alpe Riccola, località vicina al confine al territorio posto sotto la giurisdizione della brigata di Dasio Valsolda, dove nei pressi si congiungevano alcuni sentieri che scendevano a valle. Udimmo il rumore di passi veloci prodotti dalla corsa di un uomo che scendeva a valle. C'era un buio assoluto, senza la luna: non si potevano muovere i piedi su quel terreno pieno di rocce e di sassi. Comunque eravamo rimasti lì col fiato sospeso, pronti certamente all' attacco se fosse passato il gruppo dei contrabbandieri, perché non solo la neve cadente, come dice la nostra bella canzone, ma neanche il terreno accidentato, avrebbe fermato il nostro passo. Guardai il quadrante dell'orologio che segnava le ore 18,30. Pensavamo che quell'uomo agisse da staffetta per vedere se lungo il sentiero vi fossero dei finanzieri appostati. Attendavamo che dopo di lui, arrivasse il grosso degli spalloni, con le sigarette e quant'altro di contrabbando, ma non passò più nesssuno.
A Buggiolo prestò servizio
anche Guido Angelini, versiliese come me, insieme al quale nel 1949
frequentai a Roma il corso allievi finanzieri. Con noi c'era anche
un altro versiliese, Primo Giorgi, scomparso qualche anno fa.
Sento il dovere di ringraziare gli autori di questo bellissimo libro, il generale di Corpo d'Armata in congedo Luciano Luciani, che è anche presidente del museo Storico e del Comitato di Studi Storici della Guardia di Finanza, e il il capitano Gerardo Severino, direttore del Museo Storico e capo di due Sezioni dell'Ufficio Storico della Guardia di Finanza. La lettura del loro libro spronerà ancora di più i finanzieri in servizio e, quelli che verranno dalle generazioni future, ad espletare nel migliore dei modi i servizi che eseguiranno a beneficio della nostra collettività nazionale e per la imperitura gloria del nostro Corpo.
Renato Sacchelli