sabato 25 febbraio 2012

Le nozze di Claudio Sacchelli





Fotografia scattata il giorno del matrimonio di Claudio Sacchelli e Mafalda Testa, celebrato a Fiorenzuola d'Arda (PC) il 5 settembre 1943. La foto mi è stata data da Anna Bascherini. Sua mamma, Anna Benassi, l'aveva avuta in dono dalla sua amica e vicina di casa Assunta Bonini, moglie di Garibaldo Sacchelli e madre del finanziere Claudio Sacchelli.

giovedì 23 febbraio 2012

Ricordo del finanziere Claudio Sacchelli, deceduto nel campo di sterminio nazista di Mauthausen

Il 26 gennaio 2012, Giornata della memoria, nella sala convegno della scuola media “Enrico Pea” di Seravezza è stato solennemente ricordato il finanziere del contingente di terra Claudio Sacchelli, nato a Cerreta San Nicola (Seravezza) il 31 dicembre 1913 e deceduto di stenti, nel lager di sterminio nazista di Mauthausen (Austria) il 26 aprile1945.
La cerimonia si è svolta alla presenza dell'assessore alla cultura Riccardo Biagi, del preside della scuola Maurizio Tartarini, di alunni e professori, del presidente dell'ANPI della Versilia Moreno Costa, delle rappresentanze delle locali associazioni dell'ANFI, dei Marinai d'Italia e degli Alpini in congedo, attorniati da un folto pubblico.
A introdurre la “Giornata della memoria”, organizzata dal comune di Seravezza con l'adesione del Circolo culturale Sirio Giannini, è stato il professor Giovanni Cipollini, che si è soffermato sul “coraggio di dire no”, sottolineando il coraggio di uomini e donne che scelsero di opporsi all'orrore. La professoressa e scrittrice Paola Lemmi ha approfondito la storia del Corpo della Guardia di Finanza, soffermandosi poi sulla tragedia che colpì l'eroico finanziere Claudio Sacchelli.
Dalle sue parole sono emersi i valori fondanti che sono alla base della Guardia di finanza, sin dalla sua costituzione, che trae origine dalla Legione Truppe Leggere, avvenuta nel regno di Sardegna il 1° ottobre 1774 ad opera di Vittorio Amedeo III. Nel corso della sua storia i finanzieri hanno partecipato a tutte le guerre, a partire dal 1792, a quelle risorgimentali e alle due guerre mondiali, con l'impiego, negli ultimi due conflitti, di diciotto battaglioni mobilitati. In ogni epoca si sono coperti di gloria, scrivendo con il sangue pagine di epico valore. E questo non può che inorgoglire i cuori di chi ha indossato la divisa delle Fiamme Gialle.
Il nome del finanziere Claudio Sacchelli è riportato nell'elenco dei militari caduti nei lager nazisti (fonte Associazione ex internati “Resistenza senz'armi”, Le Monnier, 1988).
Il Sacchelli si sposò con Mafalda Testa il 5 settembre1943 nel comune di Fiorenzuola d'Arda (PC).
Dalla lettura degli appunti del direttore del Museo storico del Corpo, capitano Gerardo Severino, risulta che il finanziere Sacchelli negli anni 1942-1944 era in forza alla brigata di frontiera di Villa di Tirano, dove venne catturato dai tedeschi, il 7 aprile 1944, per aver fatto espatriare clandestinamente, in Svizzera, italiani di origine ebraica che poi affrontarono l'avventuroso espatrio in Palestina, effettuato dall'organizzazione paramilitare dell' Haganà e per avere collaborato coi partigiani della zona della formazione “Fiamme Verdi”.
Lungo tutto il confine italo-svizzero i nazifascisti diedero la caccia non solo ai cittadini di origine ebraica ma anche ai finanzieri che avevano aiutato alla fuga gli ebrei perseguitati e collaborato coi partigiani del posto nelle loro formazioni.
Deportato successivamente a Bolzano, il 5 agosto 1944 raggiunse il campo di sterminio di Mauthausen (Austria), dove il 26 aprile 1945 mori di stenti. Il suo corpo fu bruciato in un forno crematorio.
Tutte le Forze armate italiane, come evidenziato dal capitano Severino, nella Seconda guerra mondiale si distinsero nella protezione dei perseguitati dal nazismo e dai loro fiancheggiatori, per il solo fatto di essere di razza ebraica.
Ecco chi furono questi valorosi finanzieri oltre a Claudio Sacchelli: appuntato Paolo Arenare, maresciallo Alberto Rossi, finanziere Pietro Occhi (decorato di Croce di Guerra al Valor Militare). L'appuntato Domenico Annetta e il finanziere Tullio Centurioni persero la vita per fare espatriare in Svizzera alcuni perseguitati. Ancor più nutrito è l'elenco dei militari del Corpo che aiutarono la fuga in Svizzera di tanti italiani di origine ebraica.
Mio fratello Sergio, brigadiere in congedo della Guardia di finanza, il quale di recente ha avuto modo di parlare con la signora Berlina Sacchelli, abitante sui monti di Strettoia, ha appreso che Claudio Sacchelli era suo cugino, da lei mai dimenticato. Lo ricorda ancora come un giovane alto, robusto e bello. Nei lavori della terra cui era impegnato anche il suo babbo Garibaldo, era forte e instancabile. Su per i monti portava, sulle spalle, carichi molto pesanti.
La moglie di Claudio, deceduta tre anni fa, dopo essere rimasta vedova si sposò, successivamente, con un fratello del defunto marito, dal quale ebbe tre figli, due maschi e una femmina, uno residente nella zona in località Metati Rossi vicina a Strettoia, il secondo a Montignoso e la donna a Lucca.
Che in Versilia sia nato il coraggioso finanziere Claudio Sacchelli, è un fatto che onora tutti i versiliesi e, in particolare, i tanti giovani che hanno prestato servizio nel Corpo. Lassù sui nostri monti, Claudio deve avere conosciuto mio padre, che aveva sette anni più di lui, i miei nonni paterni e i miei zii, i quali, negli anni più forti della propria vita, lavorarono,anche loro, nelle vigne e nei terreni montani vicini a Strettoia. Mi addolora non aver conosciuto il finanziere Claudio, che fu sicuramente un ottimo militare e un uomo ricco di valori cristiani. Mi è di conforto, quindi, pensare che la sua anima, dopo la tragica morte, sia volata nella casa del nostro Padre Celeste, insieme alla fitta schiera di martiri che nel corso della seconda guerra mondiale lottarono e morirono per salvare la vita di molte creature innocenti..
Per non dimenticare mai e onorare altamente la memoria del finanziere Claudio Sacchelli, la Sezione dei finanzieri in congedo di Seravezza - Versilia Storica - dovrebbe, a mio parere, essere intitolata al suo nome.

P. S. - Siamo in attesa della concessione di una medaglia al valore, alla memoria, del finanziere Claudio Sacchelli

mercoledì 22 febbraio 2012

GIACOMO PUCCINI, appuntato "ad honorem" della Guardia di Finanza

Il 29 novembre 1924, moriva a Bruxelles, cinque giorni dopo essere stato sottoposto ad un intervento alla gola, in quanto affetto da un male incurabile, l'appuntato “ad honorem” della Regia Guardia di Finanza Giacomo Puccini, celebre autore di opere musicali, che tuttora vengono rappresentate in tutti i più grandi teatri del mondo. Discendente da una famiglia di musicisti, nacque a Lucca il 22.12.1858, studiò al conservatorio di Milano, i suoi maestri furono Bazzini e Ponchielli. Nella città della “Madonnina” visse con la sua compagna Elvira, che per seguirlo abbandonò il proprio marito. Fu un periodo in cui la coppia visse di stenti. Con il successo che il Grande Maestro ottenne con la rappresentazione della sua prima opera Villì, avvenuta nel 1884, ebbe dall'editore Ricordi l'incarico di scrivere una nuova opera; iniziò così la sua attività compositiva che lo portò, con gli anni, ai più trionfali successi. La sua musica fa pulsare il sangue nelle vene, è rara, dolce, drammatica, è piena di pathos che porta l'ascoltatore ad immedesimarsi nelle scene che gli appaiono davanti agli occhi riuscendo a farlo sognare ed a pensare a quanto è bella la vita se l'uomo sa veramente amare. Ma non voglio dilungarmi sui sentimenti che la musica di Puccini è capace di suscitare in chi l'ascolta. In questo scritto desidero parlare dell'uomo Giacomo Puccini, quando negli anni 1920 e 1921 trascorse lunghi periodi di tempo tra Orbetello e Capalbio, dove aveva acquistato, ancor prima del 1920, una torre cinquecentesca, chiamata Tagliata, ubicata nella località, nota come Tagliata Etrusca, nella quale aveva sede una brigata litoranea della Guardia di finanza con pochi uomini in forza chiamati ad esplicare servizi di vigilanza doganale marittima lungo 14 km di costa bagnata dal mare. La passione per la caccia lo portò a scegliere questa temporanea dimora, sicuramente attratto da quel territorio dove vivevano e/o passavano volando una miriade di uccelli migratori di tutte le specie. Nei tempi trascorsi nella Torre Tagliata, strinse rapporti di cordiale amicizia e di reciproca stima con il comandante del reparto, l'appuntato Teriggi Campelli e con tutti gli altri finanzieri. Spesso con loro giocava a carte  a tressette. Era con questi uomini che beveva volentieri un bicchiere di vino giovane e non poche volte rimase a mangiare con loro il minestrone preparato dal finanziere cuciniere. L'appuntato Teriggi amava ed apprezzava le cose belle, tra cui la musica, cosicchè il Puccini spesso gli chiedeva cosa pensasse di certi brani musicali che lui stava in quegli anni componendo e che gli doveva aver fatto ascoltare. Il maestro era cordiale ed affettuoso con i finanzieri, dei quali apprezzava altamente il duro servizio che espletavano lungo la riva del mare, sia di giorno che di notte. Il carattere socievole e buono del Puccini conquistò il cuore di tutti i finanzieri, che, a loro volta, nutrirono sempre nei suoi confronti vivo e sincero affetto. Una mattina il Maestro andò a trovare in caserma il Comandante che era ancora a letto. ” Ancora a dormire? ”, disse sorridente il Puccini al suo amico. “Stanotte sono andato a dormire alle quattro dopo 14 km di perlustrazione. Almeno avessi incontrato qualche contrabbandiere.” gli rispose il Teriggi. “Ma se non ci sono i contrabbandieri, perché fate questi servizi? “ gli domandò ancora il Puccini. “I contrabbandieri non ci sono perché ci siamo noi” precisò il Teriggi. Fu al termine di questo cordiale colloquio che il Maestro invitò il suo amico ad utilizzare per l'avvenire il suo asino, così si sarebbe stancato di meno. Quando Giacomo Puccini lasciò definitivamente la Torre Tagliata, oltre ad una sua fotografia, donò al Comandante della Brigata il suo asinello.
Solenni onori furono attribuiti dalla Guardia di finanza a Giacomo Puccini dopo la sua morte; tra l'altro , nel 1925, fu murata una lapide marmorea sulla facciata della Torre Tagliata con la seguente scritta a caratteri cubitali:
IN QUESTA TORRE CHE FU SUA GIACOMO PUCCINI RIPOSANDO NELLA SILENTE POETICA QUIETE DI MILLENARI RICORDI - NEL FRAGORE DELLE ONDE RIPETENTI SULLO SCOGLIO L'ECO DI GRANDI NOMI VISSE FRATERNAMENTE DUE ANNI CON I MILITI DELLA R. GUARDIA DI FINANZA - APPREZZANDONE LA SINCERITA' DEGLI AFFETTI E L'ABNEGAZIONE DELLA VITA TUTTA VOTATA ALLA PROSPERITA' DELLA PATRIA. I FINANZIERI GRATI DI TANTO ONORE POSERO QUESTO RICORDO.
. - MAGGIO 1925 -.