martedì 25 ottobre 2011

Appuntato della Guardia di finanza Francesco Meattini, medaglia d'oro al valor militare alla memoria

Non ho mai dimenticato quella mattina del mese di luglio 1941 quando si diffuse al Ponticello di Seravezza la notizia (data verosimilmente dallo strillone che vendeva i giornali nelle vie del paese) che in Montenegro dove era nata la nostra regina, un militare della Guardia di finanza che insieme ai suoi commilitoni si difendeva dall'attacco portato alla loro caserma da un gruppo di ribelli, visto che i suoi camerati, che aveva sempre spronato a combattere, erano quasi tutti morti, mentre la caserma bruciava in quanto gli aggressori l'avevano incendiata e con le cartucce ormai esaurite, si mise in tasca delle bombe a mano, alle quali aveva tolto la sicurezza, e dopo aver baciato una foto dei suoi amati familiari, saltò adosso ai suoi assalitori procurando un finimondo nelle loro file.
Questa notizia impressionò gli abitanti del Ponticello che si erano affacciati alle finestre per scambiare con i vicini di casa le loro emozioni. Sentii parlare del grande valore dimostrato da questo uomo che, anziché alzare le mani in segno di resa preferì trasformarsi in un portatore umano di proiettili, si in un kamikaze, che quando questi ordigni esplosero frantumarono anche il suo corpo.
Chi scrive non aveva ancora compiuto 11 anni. Nella mia vità di ragazzo cresciuto al Ponticello vidi soltanto un paio di volte alcuni militari del Corpo mentre parlavano col signor Bonci, l'anziano titolare del molino sito nelle vicinanze della mia casa, per attingere notizie utili per il disbrigo di qualche pratica. Avevano la pistola Glisenti. Mi pare che giunsero al Ponticello in sella alle biciclette in dotazione alla Brigata di Pietrasanta che aveva sotto la propria giurisdizione anche il comune di Seravezza. E proprio in questo glorioso Corpo, ricco di pagine di epico valore, scritte col sangue dei suoi tanti eroi, che mi arruolai nel mese di luglio 1949, insieme ad altri due versiliesi, Primo Giorgi, deceduto qualche anno fa, e Guido Angelini, tuttora residente nelle vicinanze di Querceta. Successivamente anche mio fratello Sergio si arruolò nel Corpo.
Ecco le motivazioni in ordine alle quali all'appuntato Francesco Meattini, nato a Cortona (Arezzo) il 17 settenbre 1901, fu concessa, alla memoria,la medaglia d'oro al valor militare:

“ Capo squadra fucilieri di un distaccamento della R.G.F. aggredito da preponderanti bande ribelli, che avevano circondato la caserma ed incendiati fabbricati vicini, animava la difesa col suo contegno freddo, energico e risoluto. Ferito una prima volta rifiutava ogni soccorso continuando ad incitare i superstiti ed a sparare sugli assalitori. Ferito altre due volte, mentre la caserma era già in fiamme ed i camerati quasi tutti caduti, persisteva tenacemente nell'impari lotta. Esaurite le cartucce, si raccoglieva un attimo per baciare la fotografia dei suoi cari, quindi, prese alcune bombe a mano e toltane la sicurezza se le metteva nelle tasche e da una finestra saltava sugli avversari inferociti dall'asprezza della lotta, seminandovi, col proprio sacrificio , strage e distruzioni. Fulgido esempio di sublime sacrificio.“
( Barane, Montenegro
17 -18 luglio 1941 – XIX )

martedì 11 ottobre 2011

Ta pum, ta pum

Due colpi di fucile, sparati da un soldato tedesco uccidono al Cambianco di Seravezza Carminuccio, un corvaiotto che viveva in condizioni disperate.

Durante la tragica estate del 1944 ero spesso in giro nei campi della piana versiliese alla ricerca di qualcosa da mangiare in consideraziopne del fatto che gli sfollati anziché raggiungere Sala Baganza si erano rifugiati sui monti intorno a Seravezza, e quindi erano stati tutti abbandonati al loro tragico destino.E' incredibile come si sia potuto sopravvivere tra la fame e i patimenti di ogni genere.(non avevamo proprio niente con cui nutrirci, tutti i giorni non si sapeva cosa fare.)
Stavano maturamdo i fichi, quando un giorno percorrendo il tratto della via dove ora c'è la Stazione dei Carabinieri di Seravezza udii due distinti colpi “Ta pum, ta pum” sparati da un fucile in dotazione alle truppe germaniche.che stavano nei pressi del Cambianco, tra la Rocca e la Mezzaluna vecchia Perché i tedeschi avevano sparato quei due colpi? Lo seppi qualche giorno dopo quando fui informato che proprio al Cambianco era stato ucciso dai tedeschi Carminuccio un anziano abitante di Corvaia che aveva deciso di non lasciare la vecchia casa dove abitava piuttosto che obbedire anche lui all'ordine di sfollamento imposto dal Comando tedesco.
Chi era Carminuccio. Era un uomo molto anziano con la barba bianca e lunga sul viso, vestiva vecchi abiti, insomma mi pare che vivesse in condizioni di estrema indigenza. Da giovame, per ragioni di lavoro era emigrato in sud America, dove aveva sposato una donna messicana. Mi pare, secondo quanto sentii dire, che la portò in Corvaia, quando rientrò definitivamente dal Messico. Ricordo di averlo visto qualche anno prima uscire dalla sua vecchia casa mentre urlava nel centro di Corvaia, contro alcuni ragazzi che lo avevano beffeggiato. Non so se sua moglie messicana fosse ancora vivente nell'estate 1944.
Quel giorno che fu ucciso affamato come era, salì faticosamente al Cambianco per riempiersi la pancia di fichi. Ma la morte era in agguato, non so se i due colpi di fucile gli furono sparati quando si stava avvicinando agli alberi oppure era già salito su uno di essi. Il barbaro e criminale soldato tedesco, un uomo senza cuore, deve aver preso la mira e, senza riflettere su quello che stava facendo, sparò e uccise quel poveretto che già stava morendo di fame.